
Il teatro resta a casa con noi – La ricca offerta del sipario sul web
Dal balletto all’opera, dalla prosa ai readings, gli archivi dei Teatri e le piattaforme digitali rendono disponibili in streaming interi spettacoli, mentre le compagnie si stringono assieme attorno a produzioni in stile decameroniano. Il dibattito sulla reale efficacia di questo surrogato di fruizione artistica si è aperto ben prima dell’ultimo decreto del Governo Conte, tra gli integralisti difensori dell’esperienza partecipata e gli adepti di una fede che invoca la cultura a tutti i costi.
La realtà, in questo battibecco, definisce la resa dei conti, e racconta di un bisogno diffuso di fuga rispetto alla lentezza asfittica dei minuti di reclusione da parte di una nicchia; ciò che più sorprende è però lo spessore della variegata offerta che arriva dagli istituti di cultura, dalle redazioni e dalle piattaforme digitali, per tentare di cancellare col dovere civico il vuoto delle platee.
Così, se lo spettatore non può occupare le poltrone, è il sipario che si apre tra le quattro mura: il teatro in TV già lo conoscevamo, con i vari Eduardo de Filippo e Massimo Ranieri passare sui palinsesti Rai e il fitto programma di documentari di Rai 5. La proposta si fa più ampia sul web: il Teatro dell’Opera per esempio ha attivato una library di opere – davvero per tutti i gusti – sulla sezione Musica e Teatro – Opera di RaiPlay; si segnala in particolare l’opera La Gioconda, produzione di Fondazione Teatri Piacenza, in sinergia con il Teatro Pavarotti Modena e il Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia, con la partecipazione del soprano Saioa Hernández che abbiamo avuto modo di apprezzare nel ruolo di Tosca sia in Scala che all’Arena di Verona. Anche il Teatro Regio di Torino ci regala #operaonthesofa a partire dalla briosa Carmen e dall’ultramoderno riadattamento de Il matrimonio segreto. Giocano la loro parte anche i ben noti Teatro Comunale di Bologna, già uso alla condivisione digitale e perciò con un vastissimo repertorio verdiano e non solo, e il Teatro La Fenice di Venezia, che ci propone un insolito Vivaldi. All’attivismo dei simili non si sottrae il Teatro San Carlo di Napoli, il cui #stageathome stuzzica appassionati di opera e anche di balletto.
Su YouTube, intanto, si moltiplicano le iniziative dei teatri che condividono riprese integrali degli spettacoli (ma attenti perché l’offerta è temporanea!) e readings appositamente prodotti per stimolare una riflessione consapevole sulla sfida che ci è stata posta: dal Teatro Biondo di Palermo a FirenzeTV, e ancora ERT Emilia Romagna Teatro che ci legge La Coscienza di Zeno. Dalla regione partenopea invece, il Teatro Stabile di Napoli ha cominciato con ‘Nzularchia di Mimmo Borrelli, e la Compagnia Nest ha avviato la #stagionevirtuale con Pino Carbone e il suo Muhammad Alì, e proseguirà mercoledì 18 marzo con un pezzo tratto dal Pentamerone di Giambattista Basile.
Su Facebook invece, ATIR – Teatro Ringhiera fa scegliere agli utenti gli spettacoli da proporre integralmente, oltre ad aver predisposto una serie interamente dedicata ai più piccoli; così anche il Teatro Nazionale di Genova, che ha deciso di programmare gli spettacoli sulla piattaforma, dopo il successo riscosso dalla proiezione di L’angelo di Kobane; brevi clip di artisti saranno disponibili anche sui social dello Stabile di Torino. Da Roma arriva il ciclo #TEATROIMMUNE di Balloons Production con spettacoli in diretta alle 21 e un calendario in continuo aggiornamento. Anche il Piccolo Teatro si attrezza per ripercorre alcune delle proposte degli ultimi anni, e dall’archivio attinge anche il Teatro Franco Parenti con il Cita a ciegas di Andrèe Ruth Shammah, quasi a volerci rammentare, nell’attesa, le belle proposte che abbiamo perso e che ci vengono restituite dal ricordo, o quelle che ritorneranno e guarderemo con rinnovato entusiasmo. Si aggiunge alla lista milanese il Teatro Elfo Puccini: nonostante il teatro sia “cosa viva”, l’Elfo ha cominciato con le letture Ad alta voce di Elio de Capitani e Ferdinando Bruni, consentendo poi dal 19 marzo la visione di alcuni dei suoi grandi classici (Shelley, Dickinson, Shakespeare).
Intanto, ci teniamo aggiornati con l’ultimo numero del trimestrale Hystrio, scaricabile gratuitamente: troverete da leggere La sorella di Gesucristo di Oscar De Summa, tante corrispondenze dal mondo su giovani compagnie e rubriche dedicate a libri, prosa, danza e lirica.
Insomma, è innegabile: niente di tutto questo potrà realmente sopperire al rituale che precede l’inizio dello spettacolo e che comincia prima ancora di tirare fuori il biglietto, né alla mancanza della liturgia del silenzio e della concentrazione. Niente di tutto questo è ciò per cui gli artisti faticano con dedizione, non è ciò di cui si nutrono con lo spirito e con i denti.
Ma se questa urgenza non si placa durante la sospensione del tempo comune, se anzi diventa più acuta e si dispiega in tutta la sua generosità, è perché quando lo streaming comincia e le voci si affacciano timide dallo schermo, questo soggiorno ormai così familiare scompare e sono altrove, e il tempo lento non è più un nemico. Allora dopo che questa bonaccia sarà finita, ricordiamoci che la cultura on air è stata un po’ il pane dei giorni lunghi, ricordiamoci di includerla nei piani di bilancio, ricordiamoci di mettere da parte qualche gruzzoletto ogni giorno per riprenderci, finalmente, le nostre poltrone.
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