
La nuova stagione del Teatro Nazionale di Genova
Il Teatro Nazionale di Genova, sorto dall’unione e dal tentativo di concertare in modo armonico lo storico Stabile di Genova e il Teatro dell’ Archivolto, offre quest’anno un cartellone ricco di spettacoli eterogenei, che mirano a superare in qualità e offerta la passata stagione , già testimone di un allestimento capace di portare una crescente affluenza di pubblico. Il prossimo obiettivo è imporsi a livello nazionale, con 65 titoli e circa 20 produzioni e coproduzioni omogeneamente distribuite nelle quattro sale, dislocate fra centro e periferia. Si spazia da drammaturgie contemporanee ai grandi classici, dai monologhi allo studio di materiale letterario per richiamare un pubblico che si spera numeroso, vario e giovane.
La stagione sarà inaugurata dal poetico Platero y yo di Jiménez con Ugo Dighero, già sul palco genovese l’anno scorso con il Mistero Buffo di Dario Fo, per poi ospitare Elio di Elio e Le Storie Tese, alla prova con Il Grigio di Gaber e Luporini, per la regia di Giorgio Gallione. In cartellone compaiono anche altri nomi conosciuti dal grande pubblico, quali Ascanio Celestini o Simone Cristicchi, volti tanto noti in ambito televisivo e musicale, quanto apprezzatissimi per la loro creatività drammaturgica.
Troviamo anche grandi classici, spaziando, solo per citarne alcuni, dall’Antigone sofoclea al Riccardo III, per la regia di Mesciulam, e alla Tempesta, fino a L’anima buona del Sezuan di Brecht o ancora Il costruttore Solness di Ibsen. Non si è persa poi l’occasione di attingere anche dalla letteratura , come in Misery, dal celeberrimo romanzo di Stephen King, o I Fratelli Karamazov, o ancora Tintarella di luna, opera ispirata al lavoro di Italo Calvino, con Enrico Campanati, Rosanna Naddeo e Aldo Ottobrino diretti sempre da Gallione.
Tornerà inoltre a Genova, dopo il grande successo de La cucina di Wesker, Valerio Binasco, con il grande classico della comicità Rumori fuori scena.
E dopo aver calcato il palco della Triennale di Milano, arriverà anche la prima regia al di fuori dell’Odin Teatret del grande regista Eugenio Barba: Una giornata qualunque del danzatore Gregorio Samsa, che ha saputo personalmente colpirmi per la sua precisione e la sua potenza suggestiva.

Nel corso della conferenza stampa si è anche sottolineata un’attenzione particolare verso un pubblico giovane e verso attori emergenti. Da una parte abbiamo infatti il Peter Pan, co-prodotto con Giovani Onlus e la Fondazione Teatro Ragazzi, che vede in scena molti giovani attori dell’Accademia genovese. Dall’altra troviamo la regia di Marco Sciaccaluga che riporta in scena con i neodiplomati La Favola del Principe Amleto, integrandola in un esperimento che vedrà la pièce alternarsi, per quasi un mese, con Rosencratz e Guildenstern sono morti di Stoppard.

Si tratta di una stagione sicuramente stimolante, progettata con l’intento di portare a teatro tanto gli amanti dei classici, quanto gli interessati alla drammaturgia contemporanea (ed in merito si consiglia L’angelo di Kobane con Anna Della Rosa), ma anche coloro i quali apprezzano la commistione del mezzo teatrale con la letteratura e il cinema e i nuovi media, come accade in The Global City della compagnia gli Instabili Vaganti. Il Teatro Nazionale punta anche imporsi come luogo attivo di cultura e scambio, aprendo le porte, ogni domenica dal 29 settembre al 27 ottobre, alle Lezioni di Storia: conferenze tenute da studiosi e accademici di alto livello e tra i quali il nome, forse, più conosciuto è quello di Alessandro Barbero.
Nell’attesa che la stagione si apra ufficialmente, il 2 ottobre, l’intero programma è consultabile al link: https://teatronazionalegenova.it/stagione-2019-2020/
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