
La differenza tra spin-off e tie-in | Innesti del seriale
Avvicinandoci al panorama della serialità e delle narrazioni estese che essa porta con sé, ci avviciniamo sempre più a un modello stratificato, espanso, multilineare che vede in una serie (televisiva, fumettistica, cinematografica, letteraria, ecc.) un punto di partenza da cui far nascere veri e propri mondi narrativi, fatti di personaggi e situazioni sempre in qualche modo eccedenti lo spazio (e il tempo) della serie stessa. Arrivano così, a colmare o ampliare quei necessari vuoti che la natura del seriale articola, quei prodotti “secondari” che dalla serie partono o che nella serie si inseriscono, detti rispettivamente “Spin-Off” e “Tie-In”, capaci di aprire strade parallele e di espandere lo sguardo su momenti particolari del mondo narrato.
Nel discorso comune, c’è molta confusione sul ruolo specifico dello Spin-Off e del Tie-In, tendendo spesso a confondere i due termini, o ad “appiattirli” nel primo, senza aprire quello scarto concettuale forte che rende i due tipi di prodotto tutt’altro che sinonimi. Spin-Off e Tie-In hanno, nei confronti delle serie cui si riferiscono, funzioni decisamente diverse, sia da un punto di vista testuale che produttivo, ponendosi in contesti industriali sempre molto chiaramente orientati, che, fin dai primi tempi della storia della serialità, ne hanno punteggiato l’evoluzione tanto dei linguaggi, quanto dei prodotti. Facciamo qui un po’ d’ordine, cercando esempi cardine e, alle volte, inaspettati per capire quando, a partire da una serie, si può parlare di “Spin-Off” e quando di “Tie-In”.

Lo “Spin-Off” – Espandere le serie
La forma più conosciuta e più richiamata è quella dello “Spin-Off”, ovvero di quel fenomeno molto ricorrente del “prodotto derivato” (anche se definito così è ancora molto generico). Lo Spin-Off è un prodotto che parte, prende il via, si origina da una narrazione principale, per iniziarne una nuova che sia quanto meno altrettanto aperta, e che, in un certo senso, non vada a contenersi all’interno della serie principale, se non in momenti occasionali di crossover. Troviamo Spin-Off classicamente ogni volta che un personaggio di una serie ottiene una tale fortuna da meritare un prodotto tutto suo, oppure quando un luogo o una situazione in una narrazione portano a “conquistarsi” il diritto di una vita autonoma, pur inserita nel medesimo universo narrativo da cui questa è scaturita.

Lo Spin-Off si muove in parallelo alla serie principale all’interno dello stesso spazio articolato dalla narrazione stessa, permettendo al fruitore di riconoscervi elementi e personaggi familiari, che passano da un prodotto all’altro senza alcun problema di accesso. Sono esempi di questo tipo di Spin-Off Torchwood, che nasce dalla fortuna del personaggio di Jack Harkness e che è influenzato (influenzando a sua volta) dagli eventi di Doctor Who da cui prende il via; allo stesso modo, sono Spin-Off di questo tipo The Cleveland Show a partire da Family Guy, Private Practice per Grey’s Anatomy o Fear the Walking Dead per The Waling Dead.

Un altro modello di Spin-Off è quello che prende il via dal prodotto in quanto tale, approfondendo l’origine o il background di un personaggio ampliandone e addensandone la narrazione tanto da eccedere la misura cronologica che apparentemente dovrebbe raggiungersi. Chiaro esempio di tutto ciò è Better Call Saul, “racconto delle origini” di uno dei personaggi più amati di Breaking Bad che ha conquistato una dimensione e un’autonomia tali da non fungere solo da “spiegazione”; allo stesso modo, una serie come Star Trek: Discovery apre prospettive narrative tali da essere qualcosa di più di un semplice prequel.

Tutt’altro discorso, legato più a un primordio del seriale, è quell’insieme di prodotti nati come Spin-Off, ma presto distaccati dalla loro origine: Happy Days è uno di questi, nato da un episodio della serie antologica Love, American Style e che a sua volta ha dato origine a serie autonome come Mork & Mindy o Laverne & Shirley. Alla stessa tipologia appartengono quegli Spin-Off più propriamente produttivi, legati alla fortuna di un titolo da spendere in più testualità, come il paradigmatico caso dei vari CSI.
Il “Tie-In” – Addensare il seriale
Dove lo Spin-Off prende il via dal seriale per portare avanti narrazioni correlate, ma che siano altre e altrettanto aperte, il Tie-In allarga il focus su un evento o una situazione particolare, dedicandovi spazio narrativo ampio, ma chiuso, senza allungare l’azione, bensì allargandola. Ci troviamo di fronte a un Tie-In quando viene costruito un prodotto intero, possibilmente chiuso e delimitato, intorno a un singolo evento, ben riconoscibile e circoscritto, per osservarne punti di vista diversi o approfondirne le ragioni. I Tie-In si possono nascondere in qualsiasi propaggine di una serie, e si riconoscono per come trattano la materia narrativa.

Per citare un esempio evidente e per fare al contempo chiarezza, un prodotto come Rogue One: A Star Wars Story, non è – come spesso si legge – uno Spin-Off della saga cinematografica, bensì un Tie-In: da Rogue One non nascerà mai una narrazione parallela, non è un prodotto aperto e esteso, bensì amplia i retroscena di un evento ben preciso, raccontandocelo nella sua finitezza e presentandoci personaggi programmaticamente alla fine della loro vita narrativa. I Tie-In di questo tipo sono molto frequenti nell’ambito fumettistico, dove, alla luce di un crossover tra più testate, sui singoli titoli ci viene mostrato il punto di vista dei vari personaggi su un medesimo evento o viene ampliato il racconto di ciò che avviene tra margini delle vignette della serie principale.

Resta difficile fare un elenco anche sommario di Tie-In ascrivibili unicamente a questo paradigma produttivo, anche perché spesso questi si nascondono in altre forme seriali o diventano chiavi di lettura di specifici prodotti all’interno del contesto narrativo esteso: per citare un caso, Captain America: The Winter Soldier può essere letto come un Tie-In di Agents of S.H.I.E.L.D. (a sua volta Spin-Off di Avengers) poiché gli eventi del film si collocano molto precisamente tra due episodi della serie targata ABC, che altrimenti ha in sé stessa un forte iato narrativo. Allo stesso modo, il carattere di Tie-In può essere applicato retroattivamente a prodotti che, all’apparenza aperti e paralleli, si rivelano – per ragioni narrative o produttive – chiusi e incastonati: dopo la sua settima stagione, possiamo considerare Star Wars: The Clone Wars un Tie-In della saga principale, come lo diventano i vari film che punteggiano la storia di Star Trek o la prematuramente chiusa The Dark Crystal: la resistenza.
Contesti in evoluzione – Ibridazione seriale
Chiaramente Tie-In e Spin-Off sono etichette più utili alla classificazione critica e analitica – oltre che alla pratica industriale e produttiva – che all’attività quotidiana del fruitore di serie. Certo è che, con la crescente proliferazione di prodotti e col sempre maggiore ampliamento dei mondi che dal seriale prendono forma e inglobano le pratiche – non solo di visione – di appassionati e consumatori, avere chiara la direzione che un prodotto ha preso e la funzione a cui è deputato nell’ecosistema in cui è racchiuso permette di non perdere la strada e di orientarsi tra vie narrative parallele, punti nevralgici del racconto e sovrapposizioni a scatole cinesi. Spin-Off e Tie-In sono sempre più spesso utilizzati per massimizzare i crossover seriali, per giustificare episodi speciali o per testare modi del racconto inediti nella serie d’origine, al punto che la loro riconoscibilità si maschera tra le pieghe degli strati del racconto seriale.
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