
Suburraeterna – L’eterno ritorno dell’uguale (o quasi)
Suburra è un esempio, seppur tortuoso, di franchise puramente italiano. Il libro scritto da Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini si è trasformato dapprima nel film di Stefano Sollima nel 2015 e poi, nel 2017, nella prima serie originale di Netflix Italia. Suburra – La Serie tuttavia rappresentava già una creatura insolita nell’ottica della creazione di un universo narrativo. Nata come prequel degli eventi del film, è arrivata nella sua ultima stagione a riscriverne gli eventi, uccidendo nell’ultima puntata uno dei protagonisti, Aureliano interpretato da Alessandro Borghi. A tre anni di distanza dalla conclusione di Suburra – La Serie, quando la storia sembrava essersi esaurita per la terza volta, nasce il suo spin-off – anche se sarebbe più accurato chiamarlo sequel – Suburræterna.
Spadino (Giacomo Ferrara) ha detto addio a Roma e alla sua famiglia, il clan sinti degli Anacleti, per trasferirsi a Berlino, dove ha aperto un locale di successo in cui suona come deejay con al suo fianco un partner che lo ama incondizionatamente. Se lui sembra essersi salvato da quell’eterna guerra romana, chi è rimasto non è altrettanto fortunato. Cinaglia (Filippi Nigro) è diventato tutto ciò che un tempo desiderava annientare, cercando di manovrare la Chiesa e i politici come un tempo faceva Samurai. Angelica (Carlotta Antonelli), dopo l’addio di Spadino, ha provato a rifarsi una vita con Damiano (Marlon Joubert), ma presto si trova a dover ricoprire un ruolo inaspettato, mentre cerca di aiutare l’amica Nadia (Federica Sabatini) a dimenticare il passato.

Ogni guerra per il controllo di Roma nell’universo di Suburra appare come quella definitiva, quella che determinerà per sempre le sorti della città. Il potere però è sfuggente, incerto, destinato a cadere nelle mani del prossimo stratega o tiranno. In Suburræterna l’Italia è “una polveriera”, il governo è in procinto di cadere e le rivolte, secondo la classe dirigente, devono essere sedate al più presto. In qualsiasi altro universo narrativo, questo scenario incuterebbe timore, mentre in Suburra, per la normalizzazione di questo clima di continuo terrore e guerra, si tratta di mera quotidianità.
Dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma e successivamente al Lucca Comics & Games, Suburræterna arriva su Netflix con otto episodi che rigurgitano il passato, perché altro non possono fare. Come spiega il titolo stesso, la parabola in cui sono imprigionati i protagonisti è eterna e nessuno può realmente fuggirne se non con la morte stessa. La vendetta e la voglia di cambiare una città ormai diventata irriconoscibile si incontrano, si contraddicono per poi cadere nell’autodistruzione.

Nonostante si senta la necessità di colmare il vuoto lasciato dalla morte di Aureliano, la serie sceglie di non fare affidamento su un suo unico successore nella narrazione, preferendo un intreccio più fitto e forse troppo frammentato che viaggia da un personaggio all’altro senza mai soffermarsi troppo.
A ricevere un trattamento di riguardo, anche per una certa familiarità da parte del pubblico, sono Spadino e Nadia. Il primo, che ora preferisce il nome di battesimo Alberto Anacleti, è ormai un pallido ricordo del criminale imprevedibile e lunatico della prima stagione. Il trasferimento a Berlino ha rappresentato per lui la possibilità di fare tabula rasa, lasciarsi un passato straziante alle spalle e cominciare una vita nuova. Quando una chiamata lo riporta a Roma, tutto ciò che ha provato a sopprimere torna violentemente in superficie (in una scena involutamente divertente vediamo Spadino fissare un murales del volto di Aureliano, come Peter Parker con Iron Man in Spider-Man: Far from Home). Giacomo Ferrara cerca di contenere la sua innata vitalità, guidando la sua interpretazione con gli sguardi mancati e i pensieri che nasconde a chi lo circonda. Al contrario, Federica Sabatini è chiamata a dare alla sua Nadia una nuova furia, che ricalca da vicino Aureliano. La ragazza ruba il suo portamento maestoso e la sua caparbietà, costruendosi una corazza per essere presa sul serio in un mondo principalmente abitato da uomini.
Più che una creatura a se stante, Suburræterna funge da quarta stagione della serie originale, riproponendo lo stesso circolo infernale con una sensibilità più affilata (vedi l’inserimento finalmente di un consulente esperto in cultura romani nella crew), ma anche un insieme di personaggi, tra nuovi arrivi e graditi ritorni, troppo grande per essere gestito con la dovuta attenzione.
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