
Invincible – Che cos’è un supereroe?
Disponibile su Amazon Pime Video, Invincible, serie animata tratta dall’omonimo fumetto di supereroi statunitense, seduce e ipnotizza già dalla conclusione del primo convincente episodio: nato dalla penna di Robert Kirkman – già autore del fumetto The Walking Dead, reso celebre dalla serie tv che ne è derivata – il prodotto gode di una solida continuità tra i due media, cartaceo e audiovisivo, grazie alla presenza dell’autore stesso nelle vesti di adattatore per il piccolo schermo.

Tema portante della saga è la dicotomia tra supereroe e comune mortale, o meglio dell’umanizzazione del primo: che cosa rende un eroe tale? È necessario avere poteri sovrumani per compiere il proprio dovere nel mondo? Domande che portano alla conclusione che anche l’essere umano, al pari di un supereroe, è portatore di una forza superiore, secondo una formula costitutiva del genere cinecomics. Ma la prevedibilità della tematica non ha nulla a che fare con la sua scrittura, fatta di spiazzanti colpi di scena che intrigano e catturano lo spettatore in un ritmo serrato e solido che non lascia respiro.

La prima stagione, composta da otto episodi della durata di circa 45 soddisfacenti minuti, gode di un ottimo livello di scrittura, che traccia una strada dritta e coerente all’epilogo senza disperdersi nelle sottotrame, comunque accennate e ben calibrate: interessantissime strade secondarie, papabili di spin-off, sono infatti evocate dagli innumerevoli personaggi, caratterizzati in modo interessante e incisivo; a tutti è offerta una tridimensionalità che stimola la curiosità dello spettatore, da Monster Girl a Immortal, da Robot a Cecil, persino ai singoli villain di cui vogliamo assolutamente sapere di più.
Non disturba la familiarità dei supereroi di Invincible con i cugini Marvel e DC, palesi copie dei più famosi Thor, Flash, Hulk, Batman e altri, ma anzi rappresenta un valore aggiunto: Kirkman prende ciò che già esiste riplasmandolo in una sua versione personale, senza dunque toccare i mostri sacri universalmente conosciuti e prendendosi la libertà di creare un mondo nuovo, accessibile a chi non è avvezzo al genere ma quasi familiare per gli appassionati. Se le saghe della Marvel ad un neofita possono risultare difficilmente accessibili per la mole di materiale da recuperare al fine di avere chiaro l’universo di riferimento, Invincible si presenta come assolutamente godibile per qualunque tipo di spettatore, purché sia disposto a scendere a patti con la violenza splatter ed esplicita, quasi disturbante, che la visione comporta.

Non sono soltanto i colpi di scena a spiazzare lo spettatore, ma è la crudezza di certe scene particolarmente truculente e fortemente drammatiche, rese realistiche dalle reazioni dei personaggi che soffrono nel vedere qualcosa di inaspettatamente disturbante. Non si tratta di violenza fine a se stessa, né di splatter ridicolo, ma di qualcosa che stupisce in virtù dello stile grafico adottato: non solo sangue, ma esplosione di crani, budella, ossa in bella vista e uccisioni atroci di civili che, sicuramente, non ci si aspetterebbe di vedere in un prodotto di animazione, per lo meno non in questa forma realista e drammatica, che è quindi un elemento che costituisce pressoché una novità e un punto di valore per la serie, che ha un precedente in campo fumettistico con Kick-Ass e in ambito seriale con The Boys, altro prodotto Prime dal forte successo di pubblico con cui Invincible si pone in dialogo, condividendone il linguaggio.

Interessante anche lo stile di animazione scelto: statico, alle volte asciutto, richiama l’immobilità del fumetto, con un voluto occhiolino alle animazioni anni ’90 e dunque con un piglio vintage assolutamente squisito. I disegni, estremamente semplici, in alcuni casi sono ridotti all’osso e appaiono scarni, a forte contrasto con la violenza esplosiva dei duelli invece caleidoscopici, curati in ogni minimo aspetto e spettacolari, piacevolissimi da vedere per la loro epicità, attraverso scene che sembrano essere registicamente calibrate a simulare un montaggio live-action raffinato fatto di allargamenti e restringimenti di campo, longtake e piano-sequenze mozzafiato: nulla è lasciato al caso a partire dalla sigla evocativa.
Corredano il prodotto una colonna sonora cool, azzeccatissima ed elettrizzante ed un cast vocale strepitoso nella versione originale con le voci di Steven Yeun, Sandra Oh e J.K. Simmons – già storico volto di J. Jonah Jameson nei prodotti a marchio “Spider-Man” fin dalla trilogia di Sam Raimi e molto amato dai fan dei supereroi – e molti altri, ma che non si perde con l’ottimo doppiaggio italiano.

Il fumetto, conclusosi dopo 15 anni di pubblicazione nel febbraio 2018, conta 144 numeri e la serie è già stata rinnovata per altre due stagioni: quella che vediamo su Prime Video è dunque l’inizio di qualcosa di potenzialmente molto più ampio, che ha tutte le carte in regola per regalare allo spettatore forti emozioni; galvanizzati dell’interesse che ha saputo suscitare, non vediamo l’ora di vederne gli sviluppi futuri.
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[…] I supereroi della scuderia Prime Video sono la vera forza di un catalogo che fatica ad esprimere un’identità sicura e stabile. Eppure con prodotti come The Boys, Doom Patrol e l’eccezionale Invincible sembra dipanarsi la strada per definire un approccio sincero, esplicito ed estremamente consapevole nell’affrontare racconti di nicchia, scomodi, al limite dell’accettabile per un pubblico sempre più abituato alla leggerezza del verosimile ottimismo Marvel o alla cupezza dell’improbabile pessimismo cosmico DC. La strada scelta da Prime Video con Invincible è di mostrare tutto, di non nascondere nulla, attraverso uno stile d’animazione perfettamente mimetico rispetto al fumetto di riferimento e in grado di asciugare la violenza quel tanto da renderla sempre e comunque improvvisa, mai scontata, inaccettabile perché tanto coerente con l’azione quanto stridente rispetto allo stile. Invincible è una storia di supereroismo impossibile, dove il mito viene ribaltato al di là del cliché per far esplodere in faccia agli spettatori i limiti dell’universo simbolico che circonda i superuomini in costume. In perfetto accordo con The Boys, Invincible diventa un trattato di politica dell’immagine mettendo a nudo la fragilità di un’umanità che non è da salvare, bensì da coltivare, demolendo ogni etica dell’idealismo che passa tra le vignette dei fumetti. Quest’anno la prima stagione ha posto i pilastri per un piccolo ma ricchissimo universo narrativo, già sviluppato nei fumetti e in attesa solo di essere animato. Nicolò Villani. Leggi la nostra recensione qui. […]