
Doctor Who 12 – Consapevole rivoluzione
Si è conclusa nel Regno Unito e negli USA la dodicesima stagione della versione “moderna” di Doctor Who, serie televisiva britannica targata BBC che vanta il record di portare avanti la propria trama fin dal 1963, con una pausa tra l’89 e il 2005 – punteggiata da un film tv datato 1996. La fortuna di questo prodotto si deve principalmente alla capacità di mettere continuamente in discussione sé stesso, attraverso il periodico cambio di attore protagonista e, con lui, di atmosfere del racconto, mantenendo però una consapevolezza costante della lunga tradizione che, stagione per stagione, va a consolidarsi lungo il procedere della serie.
Pur in quest’ottica di un costante rinnovamento di sé, il più recente ciclo di Doctor Who, inaugurato nel 2018 con l’undicesima stagione e portato avanti dallo showrunner Chris Chibnall, sembrava deciso a rompere totalmente il legame col passato e, di conseguenza, con un fandom solido, conservatore e competente. Se le prime polemiche legate alla scelta di un’interprete femminile per il ruolo del Dottore – Jodie Whittaker – si sono presto spente di fronte alla bravura dell’attrice britannica, altrettanto non si può dire per i feroci giudizi sulla stagione del 2018, considerata troppo lontana dal resto dell’immaginario di Doctor Who e, esclusi alcuni buoni episodi, decisamente di bassa qualità narrativa.
La dodicesima stagione – iniziata nel Regno Unito a gennaio di quest’anno – sorprendentemente, cambia rotta con forza e proietta il pubblico nuovamente all’interno dell’universo di Doctor Who con una run consapevole, solida, radicata nel passato e, più che in qualsiasi altro caso nei quasi sessant’anni di storia del prodotto britannico, proiettata in un futuro totalmente nuovo. Chibnall, episodio dopo episodio, pare sempre più comprendere ciò che i fan del Dottore si aspettano dal loro showrunner: saperne più di loro in modo da poter scoprire, attraverso la stagione, qualche inedito segreto sul viaggiatore (o viaggiatrice) del tempo più longevo della televisione.
I dieci episodi della dodicesima stagione danno forma a una storyline coerente e completa, con un chiaro inizio – un doppio episodio che cita esplicitamente 007 – e un’escalation di eventi che portano verso il più sconvolgente dei finali: Chibnall, con la sua run, ha deciso di lasciare un segno che si riverbera attraverso tutta l’intera storia del prodotto, mettendo sotto una nuova luce persino la cosiddetta Serie Classica. La scelta di non mostrare alcun elemento del passato del Dottore, presa con la stagione precedente, qui viene smentita con una quantità di “ospiti d’onore” che faranno saltare di gioia ogni fan affezionato, tra cui personaggi che necessiteranno di grandi sforzi di ricostruzione della continuity e che chiedono a gran voce di riapparire in una prossima stagione.
L’elemento centrale della serie fin dalle sue origini, il viaggio nel tempo, è qui elegantemente riproposto nella sua classicità, con ancorato quello spirito didattico che fa ancora, dopo tutto questo tempo, di Doctor Who un prodotto per tutte le età: il passato diventa un modo per raccontare figure storiche come Nikola Tesla e Mary Shelley, mentre il futuro diventa, in questa stagione, il luogo dell’imminente disastro ambientale, con immagini inequivocabili di diverse e concrete distopie sempre ai margini della fantascienza.
Dalla stagione precedente restano saldi alcuni elementi di qualità, come l’eccezionale fotografia sul modello di Broadchurch e l’interpretazione esplosiva e solare di Jodie Whittaker, il tutto senza voler mai spingere su una dimensione femminista non necessaria, a partire dal fatto che la questione di genere, in Doctor Who, si è sempre mostrata totalmente libera ed elastica. Purtroppo la run di Chibnall mantiene ancora alcuni difetti ricorrenti, tra cui la cosiddetta “fam“, cioè il gruppo di companion ancora non convincenti e mai del tutto approfonditi a dovere, il più delle volte utilizzati come “strumenti” al pari del cacciavite sonico – finalmente non più deus ex machina dei racconti.
Nell’attesa del già annunciato episodio speciale – Revolution of the Daleks – previsto per le feste natalizie, questa dodicesima stagione apre la strada a un roseo e rivoluzionario futuro per Doctor Who, con la prospettiva di diversi possibili spin-off, senza tralasciare il forte desiderio che suscita di recuperare tutto il passato per poterlo rileggere alla luce dell’imprevedibile finale di questa storyline. L’aspettativa resta, quindi, alta e l’attesa tutta da colmare!
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