
Le migliori 10 serie comedy da recuperare su Netflix e Amazon
Con questa rubrica a cadenza irregolare Birdmen vuole aiutarvi a recuperare le migliori serie di alta qualità, concluse da tempo, disponibili sulle piattaforme di streaming legali. Non solo prodotti popolarissimi ma anche consigli mirati per chi volesse ripetere le esperienze emotivamente immersive di Scrubs o How I Met Your Mother, o per chi volesse addentrarsi in grandi narrazioni come Lost o I Soprano. Il primo articolo è dedicato a le migliori 10 serie comedy Netflix Amazon. Le serie saranno elencate in ordine alfabetico secondo il titolo originale.
Contributi di: R. Bellini, G. Chiavaroli, D. Marra, C. M. Rabai, L. B. Parandera, E. Torsiello, N. Villani.
Community
Creatore: Dan Harmon | Produzione: NBC | Disponibilità: Amazon Prime Video | Stagioni [Episodi]: 6 [110] | Minutaggio per puntata: 22 min.
Con un cast eccezionale – per esempio il delirante Mr. Ciao di The Hangover, Ken Jeong; l’artista totale Donald Glover (conosciuto anche come Childish Gambino); o Alison Brie, star indiscussa di GLOW e doppiatrice di Diane in BoJack Horseman – Community (2009-2012; 2014-1015) di Dan Harmon si presenta come una serie comedy regolare, dai tempi perfetti e dalla facile risata, ambientata nel peggiore (o quasi) dei college americani. Presto però ne satura le soluzioni, mescolando time travels, espedienti meta-cinematografici, ibridismo formale, educazione sentimentale e satira della società contemporanea, con la messa in onda (vera e propria) delle sue contraddizioni, attraverso scenari post-apocalittici in realtà semplicemente post-paintball, commedie dell’assurdo (se Subway è una pubblicità incarnata) e inevitabili molteplici realtà. La stereotipizzazione dei personaggi e delle situazioni serve da congegno per far saltare la narratività stessa, senza mettere da parte l’essenza del genere: la risata, genuina (e non sempre politically correct). Community si caratterizza anche come esperimento citazionistico tutt’altro che sterile, anzi altamente prolifico, visto che il costante riferimento all’universo seriale alimenta la procedura ironica, auto-ironica, irriverente e infine costruttiva del testo. Cosa altro aspettarsi dal co-showrunner di Rick e Morty? D. Marra
Friends
Creatori: Marta Kauffman, David Crane | Produzione: Bright/Kauffman/Crane Productions e Warner Bros| Disponibilità: Netflix, Amazon Prime Video | Stagioni [Episodi]: 10 [236] | Minutaggio per puntata: 22 min.
Era il 23 giugno del 1997 quando su Rai 3 una ragazza vestita in abito da sposa entra di corsa al Central Park di New York incrociando il proprio sguardo con quello di altri cinque ragazzi. Quella ragazza si chiamava Rachel Green. Gli altri, seduti su un divano destinato a diventare simbolo di una generazione di spettatori, Monica e Ross Geller, Joey Tribbiani, Chandler Bing e Phoebe Buffay. Da quell’incontro sarebbero nate mille e più sfumature dell’essere amanti, complici, genitori, o più semplicemente “amici”. È bastato un primo ascolto, e poi un veloce sguardo a quella sigla fatta di giochi d’acqua ai bordi di una fontana con in sottofondo I’ll be there for you dei The Rembrandts per capire come il mondo della televisione non sarebbe stato più lo stesso. Dieci stagioni, 236 episodi e 25 anni dopo (22 se contiamo la messa in onda italiana) la sit-com ideata da David Crane e Marta Kauffman non ha ancora perso la sua aura di unicità: un abbraccio stretto come quello che unisce gli amici, dove il cuore che batte incontra la bocca che ride. In una ventina di minuti e con la stessa facilità con cui Joey e Chandler uscivano dal loro appartamento per entrare in quello di Monica e Rachel, lo spettatore passa dal sorridere per le disavventure di Ross, o le battute al vetriolo di Chandler, allo sghignazzare per le hit improbabili di Phoebe (poi divenute cult, “Gatto Rognoso” docet) fino al commuoversi per le delusioni amorose sofferte da questi personaggi. Surrogati televisivi e perfetti contenitori diegetici di (in)successi dalla portata universale, a Monica, Phoebe, Rachel, Ross, Chandler e Joey basta poco per conquistarci e diventare magicamente – e per sempre – nostri “amici”. Elisa Torsiello
How I Met Your Mother
Creatori: Carter Bays, Craig Thomas | Produzione: CBS | Disponibilità: Netflix, Amazon Prime Video | Stagioni [Episodi]: 9 [208] | Minutaggio per puntata: 20 min.
Prendendo in prestito una sua straordinaria battuta, potremmo limitarci a dire che solo i protagonisti di How I Met Your Mother non hanno visto questa serie, perché l’hanno vissuta. Purtroppo, ciò si scontra con la delirante programmazione Mediaset sulla quale tende a inciampare chi privilegia una fruizione integrale e ordinata di un prodotto. Obbligatorio allora recuperare le nove stagioni della serie, in cui il maturo e affermato architetto Ted Mosby racconta ai figli di come abbia conosciuto la loro madre, iniziando dal suo arrivo a New York e dal consolidarsi del suo gruppo di amici al completo: Robin, Marshall, Lily e Barney. Un ottimo cast con un memorabile Neil Patrick Harris (Barney), al servizio di una sceneggiatura brillante che trova sempre l’incontro più felice fra i tanti momenti comici e i passaggi narrativi riflessivi o drammatici. Pur con qualche momento meno convincente – il finale divisivo ne è un esempio –, questa serie comedy crea col pubblico un legame emotivo indelebile e la sensazione, alla fine del viaggio, di non essersi solo divertiti, ma di aver anche imparato qualcosa in più su come si sta al mondo. L. B. Parandera
Modern Family
Creatori: Christopher Lloyd, Steven Levitan | Produzione: 20th Century Fox | Disponibilità: Amazon Prime Video | Stagioni [Episodi]: 11 [250] | Minutaggio per puntata: 22 min.
Alla fine di settembre 2019 la ABC ha annunciato che la successiva stagione sarebbe stata l’ultima per Modern Family. La serie, nata nel 2009, vincitrice di ben ventidue Emmy Awards e di un Golden Globe è stata in grado di emozionarci e farci divertire in maniera non convenzionale. La serie comedy di Christopher Lloyd e Steven Levitan ha al centro della narrazione le vicende dei Pritchett-Dunphy, capaci di incarnare il concetto di famiglia allargata. Lo spettatore è catturato da un’ironia su più livelli, con interpreti diversissimi, ironia che è anche strumento di satira e grimaldello per trattare temi sociali importanti. La caratterizzazione dei personaggi è un altro punto di forza: imperfetti, con pregi e difetti, sostanzialmente “possibili”, “realistici”. Basata sull’artificio del falso documentario (con parte della puntata dedicata alla “intervista”) lo spettatore è invitato a partecipare all’azione: avere sempre qualcuno in cui immedesimarsi consente di instaurare un rapporto intimo, come se si fosse tutti membri di una stessa, insolita e grande famiglia. G. Chiavaroli
Parks and Recreation
Creatori: Greg Daniels, Michael Schur| Produzione: NBC | Disponibilità: Amazon Prime Video | Stagioni [Episodi]: 7 [125] | Minutaggio per puntata: 22 min.
Creata dallo stesso showrunner di Brooklyn Nine-Nine e The Good Place, Parks and Recreation è una delle serie comedy più amate d’America, simile per certi versi a The Office, serie cui si ispira per la forma a mockumentary e per l’ambientazione in un ufficio, che in questo caso si occupa della manutenzione di parchi pubblici e dei divertimenti nella cittadina fittizia di Pawnee, nell’Indiana. La protagonista, Leslie Knope (Amy Poehler), crede tantissimo nel proprio lavoro e spera di cambiare il mondo in meglio, ma non tutti i colleghi sono come lei: ne nasce una comicità fatta di contrapposizioni tra personaggi e scontri d’ideali. Se Leslie è ottimista, il baffuto Ron Swanson – tra i personaggi più amati – è il suo assoluto contrario, non crede nello stato, ma lavora per lui, sfida spesso Leslie ma i due sono amici e si rispettano. Una comicità da ufficio che si arricchisce di tanti aspetti burocratici e governativi, prendendo strade diverse da The Office. Un cast fortissimo – Aubrey Plaza, Chris Pratt e Aziz Ansari, tra gli altri – rende la serie ancora più godibile grazie a un’innata propensione all’improvvisazione. Un’ultima dritta: superata la prima stagione, tutto migliorerà a vista d’occhio, grazie all’ottimo lavoro degli sceneggiatori sulle dinamiche tra personaggi e a una valorizzazione della protagonista. C.M. Rabai
Scrubs – Medici ai primi Ferri
Creatori: Bill Lawrence | Produzione: NBC-ABC | Disponibilità: Amazon Prime Video | Stagioni [Episodi]: 8 [169] + 1 [13] | Minutaggio per puntata: 22 min.
Nata come parodia dei coevi medical drama, Scrubs ha saputo, nell’arco delle sue otto stagioni – la nona è uno spin-off disconosciuto dai fan – perfezionare via via un linguaggio comico che ha come fulcro una narrazione corale perfetta, scandita attraverso il punto di vista di un protagonista, JD (Zach Braff), la cui presenza non ingombra mai, permettendo lo sviluppo di ogni comprimario. Ambientata in un ospedale americano, la serie racconta la crescita umana e professionale di alcuni specializzandi e dei loro colleghi, portando lo spettatore ad affezionarsi a ogni personaggio, trovandovi sempre un po’ di sé stesso. Tra le forze della serie, da poco disponibile su Amazon Prime, spiccano una colonna sonora brillante, episodi che affiancano momenti di profonda introspezione a una comicità genuina e, soprattutto, un finale letteralmente perfetto, che non può che commuovere e soddisfare chi ha seguito con passione le vicende che, tra fantasticherie e realtà, hanno riempito i corridoi del Sacro Cuore. Una delle migliori serie comedy di sempre. N. Villani
Seinfeld
Creatori: Larry David, Jerry Seinfeld | Produzione: NBC | Disponibilità: Amazon Prime Video | Stagioni [Episodi]: 8 [180] | Minutaggio per puntata: 20 min.
Non si può parlare di serie comedy senza parlare di Seinfeld. Se infatti alcune serie sono state capaci di rinnovare il panorama comedy, la sitcom creata da Larry David e Jerry Seinfeld ci è riuscita come poche altre. Fuori dai confini americani, Seinfeld non si è imposta nell’immaginario collettivo con la stessa forza di cult come The Fresh Prince of Bel-Air, ma si è senz’altro dimostrata più antesignana e seminale di molti titoli ben più noti al pubblico europeo. Trasmessa per la prima volta nel 1989 e andata in onda per otto stagioni, Seinfeld fu innovativa nel portare in scena personaggi inadeguati ad affrontare in modo maturo la vita e destinati a rimanere tali, mentre il pubblico era ancora abituato a prodotti che concludessero ogni episodio con una morale edificante di cui fare tesoro. Al contrario, l’inetto George, il cinico Seinfeld, la sfortunata Elaine (la bravissima Julia Louis-Dreyfus di Veep) e il folle Cosmo costellano il micro-mondo di Seinfeld come personaggi privi di evoluzione, individui inconsapevoli strattonati da una quotidianità che le incalzanti ed esilaranti sceneggiature di David e Seinfeld riuscivano a restituire nella sua normalizzata assurdità. Tutti elementi che rendono i protagonisti di Seinfeld più vicini alla nostra sensibilità, oltreché alle nostre inadeguatezze. Sarà anche per questo che in America, prima di ottenere il suo enorme successo, la serie stentò a decollare. Si sa, a nessuno piace riconoscersi troppo in quello che vede. R. Bellini
The Office
Creatori: Ricky Gervais, Stephen Merchant e Greg Daniels | Produzione: NBC | Disponibilità: Amazon Prime Video | Stagioni [Episodi]: 9 [201] | Minutaggio per puntata: 22 min.
Remake americano della serie creata per BBC sempre da Ricky Gervais, The Office è diventata con gli anni una delle sitcom più amate e riviste dell’intero panorama delle serie comedy (approda su Amazon dopo essere diventata la serie più vista dagli utenti Netflix). Consiglio di recuperarla in lingua originale per apprezzare la comicità spesso fondata sui giochi di parole di uno Steve Carell in stato di grazia nei panni di Michael Scott, boss di una filiale Dunder Mifflin, azienda distributrice di carta. Soprattutto dalla seconda stagione in poi, scrittura e cast compiono un viaggio evolutivo che fa dell’affiatamento tra i personaggi la vera forza di The Office: esseri umani diversi l’uno dall’altro, pieni di piccoli difetti, piccole follie, in un contesto, quello del mondo impiegatizio, che è uguale, sembra, in tutto il mondo, e per questo di facile immedesimazione. Vi affezionerete ai personaggi, potrete citare le migliori frasi politicamente scorrette di Michael Scott e godervi le cold opens, vero fiore all’occhiello di questa serie. Il tutto nella geniale cornice mockumentary che fa della videocamera uno strumento di scrittura comica. Entrate in questo mondo, sarà un piacere. That’s what she said!. C.M. Rabai
Willy, il principe di Bel-Air
Creatori: Benny Medina e Jeff Pollack | Produzione: NBC | Disponibilità: Netflix | Stagioni [Episodi]: 6 [148] | Minutaggio per puntata: 23 min.
Cult per eccellenza e mito fondativo di Will Smith, Willy, il principe di Bel-Air è una delle sitcom fondamentali degli anni ’90, storicamente fortissima anche in Italia e per questo largamente radicata nella cultura pop del nostro Paese. Valida, a mio parere, anche nella versione magistralmente doppiata in italiano, la serie segue il giovane scapestrato Will nel suo viaggio alla scoperta di un mondo nuovo: partito dai quartieri poveri di Philadelphia, Willy è spedito dalla madre a casa degli zii di Bel-Air. Dalla povertà alla ricchezza nel giro di un viaggio in aereo e uno in taxi, ma non sono solo le condizioni economiche a cambiare, perché la vera rivoluzione è ambientale e, soprattutto, familiare. Dall’affettuosa zia Vivian al serioso zio Phil, dai balletti di Carlton alle battute taglienti del maggiordomo Geoffrey, fino alle confidenze e litigate con le cugine. Un cast veramente stellare e tanti momenti da condividere con i vostri amici, The Fresh Prince of Bel–Air è un recupero obbligato per chi volesse tornare a una comicità disimpegnata, accessibile e capace di raccontare la gioventù. Imparerete a memoria la sigla interpretata magistralmente da Edoardo Nevola, e sarà bellissimo. C.M. Rabai
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