
WandaVision – Episodio 4 – Dietro le quinte
Attenzione: la recensione contiene spoiler dell’episodio | Non bisogna cadere in errore quando si parla di WandaVision e l’errore più comune in questo caso è credere che la Marvel stia finalmente facendo qualcosa di diverso. Un ritornello a onor del vero che circola già dal 2014 quando con i Guardiani della Galassia i critici sembrarono tirare un sospiro di sollievo di fronte al primo “qualcosa di diverso della Marvel”: non è vero niente, WandaVision non è “qualcosa di diverso della Marvel”, non è un prodotto realmente in discontinuità con quanto visto finora nel MCU. Chi lo crede è perché profondamente non sa cosa sia la Marvel – ovvero un universo narrativo incredibilmente eterogeneo ma allo stesso tempo coeso – oppure si fossilizza solo sui film, correndo in sala a vedere combattimenti ed esplosioni per poi repentinamente esibire una proverbiale puzza sotto il naso perché “i film Marvel sono tutti uguali”. Ma i migliori di tutti, coloro che veramente tradiscono la propria ingenuità, sono quelli che a fronte dei primi episodi di WandaVision hanno creduto che non stesse succedendo niente: a questi signori l’episodio 4 della serie Marvel probabilmente non farà comunque cambiare idea ma comincerà a metterli sull’avviso.

Dicevamo che WandaVision non è niente di veramente nuovo per l’MCU e non perché sia qualcosa di realmente già visto ma perché in tutto l’MCU mostrato finora tra cinema, televisione e streaming esistevano già le possibilità concrete di un’esplorazione metatestuale come quella proposta dalla serie. Il quarto episodio continua coerentemente la scia dei titoli parlanti, pertanto il programma si interrompe per mostrarci un interessante “dietro le quinte” che ha almeno due livelli di lettura: capire cosa ci sia dietro lo show di Wanda e Visione (ovvero “come” viene realizzato) ma soprattutto capire chi ci sia e chi ci sta dietro. L’interruzione è forte, quasi disturbante. Il ritorno alla realtà di Monica Rambeau, col quale si era chiuso il precedente episodio, è spiazzante quanto quello dello spettatore. Si è sbattuti fuori e indietro e tramite un flashback molto tradizionale (e forse anche un po’ frettoloso) apprendiamo che Monica ha fatto parte delle vittime del primo schiocco di Thanos, mentre la madre Maria le è sopravvissuta di qualche anno almeno fino a quando un cancro apparentemente rimosso non l’ha portata via.

Monica deve portare avanti l’eredità materna che già vive nello S.W.O.R.D. da lei fondato. Un easter egg grande quanto una casa ci anticipa il non tanto sorprendente (almeno per chi ha letto i fumetti) futuro del personaggio, destinato a diventare l’eroina “Photon”. La prima metà di episodio è quindi sostanzialmente un riepilogo del personaggio di Monica di cui non sapevamo niente dal 1995 (anno di ambientazione di Captain Marvel). Nella seconda metà di episodio torna invece l’estrema familiarità Marvel e non solo nel personaggio di Darcy Lewis (una irresistibile Kat Dennings) ma anche nelle ambientazioni attorno alla fittizia Westview (o così pare, visto che effettivamente esiste un’omonima cittadina nel New Jersey). Ci muoviamo infatti in una base militare che ricorda parecchio quella del primo Thor e pure le dinamiche dei vari personaggi ricordano quelle del film di Kenneth Branagh, nel quale lo scontro tra due realtà apparentemente inconciliabili è mediato da attori che stanno “dietro le quinte”.
Battuta d’arresto? Episodio filler senza alcuna apparente rivelazione? Dopotutto molte delle ipotesi che vengono chiarite in questo episodio erano già state congetturate dagli spettatori nelle settimane precedenti. Anzi, scopriamo (anche qui, la vera magia di Wanda è la metatestualità) che quasi le stesse domande che gli spettatori incessantemente si pongono dall’inizio della serie sono le stesse che si pongono quelli che stanno al di fuori del mondo di Wanda. Già, ma è davvero il mondo di Wanda? La dissimulazione è del resto un tema ricorrente nella serie ed essendo solo al quarto episodio non si può escludere che il depistaggio sia ancora in corso. Ad ogni modo, questo quarto episodio non deve far gridare allo scandalo e alla battuta d’arresto fine a sé stessa. Lo sanno bene gli spettatori di The Mandalorian, i quali dopo due stagioni di serialità Disney+ sono consapevoli che il Topo è un esperto di luna park e il segreto di ogni montagna russa che si rispetti è l’arresto brusco e la lenta ripresa prima dei giri della morte. Scettici avvisati.

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