
WandaVision – Episodio 3 – Squarciare il velo
Attenzione: la recensione contiene spoiler dell’episodio 3 | Torna per la seconda settimana su Disney+ la nuovissima serie Marvel WandaVision, che con il suo episodio 3 conferma l’ormai evidente impianto strutturale dell’andamento attraverso gli episodi: un decennio a settimana, questo venerdì nel pieno degli anni ’70, con tutti gli stilemi del periodo e un linguaggio (espressivo e narrativo) aggiornato per ricalcare minuziosamente il velo superficiale degli show dell’epoca. Ma con l’evolversi del linguaggio, il tessuto del meta-finzionale si assottiglia, lasciando sempre più intravedere con chiarezza il contenitore al di sotto del contenuto.

Ma prima di passare ai dettagli dell’episodio, occorre contestualizzarlo attraverso due coordinate: cosa succedeva in televisione negli anni ’70? E cosa accadeva in casa Marvel? Il decennio della Disco Music è stato un periodo cruciale per la fiction televisiva, dal momento che il televisore aveva trovato finalmente un’ampia diffusione e aveva affermato la centralità dell’immagine a colori, con quelle tinte accese che immediatamente riportano all’immaginario culturale del periodo; titoli cruciali come Happy Days (si è detto, altro testo intensamente meta-culturale), Starsky & Hutch, Charlies Angels, I Jefferson, Tre cuori in affitto e Il mio amico Arnold hanno consolidato stilemi narrativi che hanno fondato il substrato della cultura Pop americana, presentando situazioni, ritmi e linguaggi dell’immagine ancora oggi oggetto di continua rimediazione.

Gli anni ’70 sono anche stati gli anni dei supereroi in televisione: dopo il Batman del ’66, arrivano sugli schermi Wonder Woman, La donna bionica, L’uomo da sei milioni di dollari e, soprattutto, i primi show a marchio Marvel, con il fortunatissimo sceneggiato di Hulk e i due molto meno fortunati film televisivi di Spider-Man. In quest’ottica, la Marvel era la casa editrice più inserita nel tessuto dell’immaginario anni ’70, con lo Spider-Man disegnato da Romita e Kane – con tanto di pantaloni a zampa e un disco di musica Funk-Rock dedicato -, con le nuove dirompenti supereroine e con trame sempre più articolate nel profondo, sotto la superficie del fumetto, sempre più in linea con gli avvenimenti del mondo reale.

L’episodio 3 di WandaVision sembra sapersi appropriare di tutto ciò, restituendone sensazioni sotterranee, attraverso un gioco dialettico tra mostrato e implicito che si muove negli scarti del rappresentato in piena linea con la tradizione fumettistica Marvel: la mimesi è nuovamente totale, fin dalla sigla squisitamente pop, presentando però un “problema della settimana” che normalmente avrebbe richiesto un’intera stagione; la gravidanza accelerata di Wanda, infatti, occupa meno di venti dei trenta minuti dell’episodio e diventa il motore scatenante di ogni gag dell’episodio, mentre fuori dalla casa della coppia – vero e proprio spazio di un’interiorità protetta, oltre cui c’è il nulla, più volte richiamato dalle immagini e dai dialoghi – avviene il non mostrato, un non narrabile che si dà solo in funzione delle azioni di Wanda e di Visione.

La nascita dei due gemelli – Billy e Tommy -, come ben sanno i lettori Marvel di vecchia data, porta con sé tutt’altro che la serenità familiare tanto desiderata da Wanda – che continua ad essere in grado di agire sul profilmico stesso perché questa non si strappi, attraverso una serie di trovate in linea con la “tecnologia” di ogni epoca – e tutto ciò che accade dal minuto 20 al minuto 25 dell’episodio 3 di WandaVision rappresenta proprio l’effimera tenuta del mondo di Westview: il Marvel Cinematic Universe, con la sua memoria e il suo linguaggio spettacolare, chiede con violenza di imporsi sull’immagine, agendo sullo stesso dispositivo della visione, mostrando che il formato televisivo è un mezzo per rinchiudere il cinematografico. Se tutto procede mantenendo questa struttura, tra una settimana ci aspettano gli anni ’80, sicuramente più deboli e permeabili rispetto a ciò che viene all’esterno – come effettivamente è stata la televisione decennio dopo decennio – con un MCU che esige di essere mostrato anche sul piccolo schermo.
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