
Avengers: Infinity War. Essere e avere
Correva l’anno 1979 e Jean-Francois Lyotard sanciva con il suo saggio La condition postmoderne la nascita di un’epoca senza le “grands récits”, le grandi narrazioni. Niente più Illuminismo, niente più Romanticismo, niente più “ismi” (salvo forse solo a questo punto il postmodernismo), la contemporaneità sfugge a queste grandi sintesi socio-filosofiche per cedere il passo a un “disincantamento” scientifico e industriale che pone l’emancipazione dell’individuo al centro, purché chiaramente possa permetterselo. In questo senso si dicono superate le grandi ideologie e tutti gli uomini si scoprono capaci di entrare a far parte di una classe dirigente sempre più diversificata e stratificata accomunata solo dal possesso della ricchezza. Non perché nel postmoderno l’avere sia più importante dell’essere (che da sempre, per tutte le classi dirigenti è stato così) ma piuttosto perché l’avere diventa importante quanto l’essere. Chiamatela presa di coscienza, chiamatelo superamento, chiamatelo come vi pare, quello che è certo è che il post-moderno, vi piaccia o meno, non è la migliore chiave di lettura della contemporaneità bensì l’unica possibile.
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L’articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2018 sul sito http://inchiostro.unipv.it/
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