
X – Orrore e desiderio nel film di Ti West
Effetto nostalgia o nostalgia di un cinema irripetibile? X di Ti West è uno degli horror più discussi dell’anno: omaggio alla golden age anni 70/80 e perfettamente in linea con il percorso di un regista che lavora consapevolmente sul genere.
X non è il calco di quello che ancora oggi è forse il film che tutti vorrebbero emulare – Non aprite quella porta – semmai fa di quel mito un altro piccolo tassello sul destino dell’horror, il genere per eccellenza che attraverso l’eccesso sa raccontarci presente e futuro.

La storia è semplice e battuta: un gruppo di ragazzi (chi più, chi meno giovane) a bordo di un van si ferma nel capanno che aveva riservato per qualche notte. I proprietari sono una coppia di anziani. L’anno 1979 campeggia sullo schermo, enorme e a stelle e strisce. Siamo in Texas, rivoluzione sessuale da un alto e sette estremiste religiose dall’altro. Le ferite della guerra in Vietnam sono ancora aperte e sanguinano. Questo gruppo è una troupe e deve girare un film hard, X, per l’appunto. Il resto lo spettatore se lo immagina già.
Ma il film di Ti West, pur seguendo alcuni stereotipi, sorprende. La carneficina ad opera dei due anziani è mossa da profonde frustrazioni e desideri ormai sopiti. Non c’è del soprannaturale o della malattia senile come in The Visit di Shyamalan, Pearl e Howard sono arrabbiati con quei corpi che possono ancora desiderare, scopare, amare, divertirsi.

Protagonista è l’eterea e sensualissima Mia Goth nel ruolo di Maxine Minx, aspirante stella del porno e compagna del produttore del film. Maxine suscita subito un’attrazione morbosa in Pearl (interpretata in maniera impressionante dalla stessa Goth). La prima parte di X è preparatoria all’esplosione di violenza, così come in The House of the Devil del 2016; le atmosfere sono dilatate ma cupe, pesante l’aria che si respira nella casa dove vivono i due anziani e dove Maxine viene invitata da Pearl che cerca di accarezzarla raccontandole chi non è più.
Pearl diventa sempre più ossessionata dal volto di Maxine, dalla sua pelle, dalla sua giovinezza. La guarda mentre gira una scena di sesso, la ragazza si volta e forse vede il suo doppelgänger (Pearl, il film prequel che racconta la storia dei due anziani è già confermato e sarà presentato alla 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia).

Perché però Howard e Pearl compiono la mattanza? Il film di Ti West si colloca in un momento storico ben preciso, di lì a poco sarebbero esplosi gli sfavillanti anni ’80 e il consumismo all’eccesso. I due coniugi sono già rottami per la società capitalista, non desiderano più e sono inutili. Si sentono in difetto rispetto a quei ragazzi che vivono in pieno il sogno americano. Il sogno di avere una casa di lusso ma anche di poter far eccitare il pubblico che li guarda. Persino la più timorata Lorrain (Jenna Ortega) decide di poter scegliere del proprio corpo e da semplice aiuto tecnico, gira una scena di sesso, nonostante l’opposizione del suo ragazzo, regista e agente dello sguardo. X ci parla proprio di quel mondo che si affaccia sempre più alle dinamiche del desiderio pilotate da una società del consumo sfrenato che fa sentire ai margini chi del desiderio non può più farsene nulla. Non è l’unica chiave interpretativa di un film che può essere visto sotto diversi aspetti: ludico, politico, estetico, ma è probabilmente quella più tagliente. Ti West nutre da sempre un certo gusto per la “frontiera” (bellissimo il suo western Nella valle della violenza) e inganna nella scena iniziale lo spettatore con un finto 4:3 che poi diventa un 16:9, omaggiando il grande western classico e le inquadrature all’interno di un portico o di una porta, come in questo caso.

Ma non c’è solo l’orrore per la perdita di giovinezza, una delle scene più controverse (e tristemente tenere) vede i due anziani coniugi fare sesso, come ultimo regalo forse prima di morire. Se questo è stato il motivo a far ottenere il Vietato ai minori di 18 al film nelle sale italiane, allora vogliamo sperare nella vecchia regola del proibizionismo.
In questo anno per ora ancora fiacco per il genere, X arriva come un tornado, dove sesso, sangue e morte si mescolano a una malinconia per un futuro già segnato.
Notevole la colonna sonora firmata da Tyler Bates e dalla regina goth Chelsea Wolfe.
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