
Euphoria 2×01 – Analogiche di una festa
Fezco’s grandma was a motherfuckin’ G. L’ormai familiare voice over di Rue Bennett (Zendaya) apre così la seconda stagione di Euphoria, serie HBO scritta e diretta da Sam Levinson (qui il nostro riassunto della prima stagione). Avevamo lasciato le protagoniste nel periodo natalizio 2020, con due episodi speciali (qui la recensione) e le ritroviamo su Sky e NOW dal 17 gennaio in un primo episodio intitolato Trying to Get to Heaven Before They Close the Door.
ATTENZIONE: LA RECENSIONE CONTIENE SPOILER.
L’affermazione della protagonista ci svela subito l’identità del personaggio a cui la puntata è dedicata: lo spacciatore Fezco (Angus Cloud nella versione adolescente, Mason Shea Joyce in quella infantile) del quale, come da tradizione, viene indagato il passato nei primi dieci minuti, insieme a tutte le motivazioni che l’hanno spinto alla sua vita attuale. Con l’infanzia di Fezco viene ripercorso e spiegato anche il rapporto col suo piccolo socio, Ashtray (Javon Walton/Daelo Jin Walton) che nella prima stagione era rimasto volutamente ambiguo.

L’implicita ammirazione di Rue per la nonna gangster anticipa inoltre quello che potrebbe essere uno dei temi di questa seconda stagione: la criminalità al femminile, incarnata dal personaggio di Laurie (Martha Kelly), ex-insegnante divenuta una potente spacciatrice che la ragazza sembra incline a emulare pericolosamente. Le atmosfere cupe lasciano presagire, per questa stagione, meno liceo e più oscurità. Gli stessi attori, tra l’altro, hanno avvertito sui rispettivi profili social il pubblico più giovane, invitandolo a proseguire la visione della serie solo se a proprio agio con tematiche forti.
Durante la festa, la camera si muove veloce e fluida tra i protagonisti, e tramite i plongée restituisce allo spettatore una panoramica a 360° degli ambienti. Questo tipo di scelta crea un senso di onniscienza contrastante con ciò di cui i personaggi sono a conoscenza – come nella scena di Cassie (Sydney Sweeney) nascosta nella vasca – efficace nel montare un’attesa carica di tensione.
In questo primo episodio vediamo temporaneamente abbandonata l’estetica al neon sui toni del viola che caratterizzava i momenti di svago dei protagonisti nella prima stagione; l’atmosfera della festa viene resa da una fotografia dal sapore vintage che ricorda le foto analogiche, e i colori sono più caldi. Il mutamento estetico accompagna il piano tematico, tutto teso a un’adolescenza in trasformazione, mai statica.

Sono tante le novità: una tra tutte la nascente storia tra Fezco e Lexi (Maude Apatow), l’unica ragazza alla quale non era stato dato spazio nella prima stagione e che rivela una personalità vivace e interessante. Inoltre l’introduzione di un nuovo personaggio, Elliot (Dominic Fike), amplia l’orizzonte della storyline di Rue, quasi esclusivamente concentrata sulla dipendenza e sulla sua relazione con Jules (Hunter Schafer).
Ed è proprio la storia tra le due protagoniste il motore di tutto. L’episodio è costruito come un’infinito inseguimento: quando Jules si accinge a entrare alla festa, la camera si avvicina a una finestra, tutto il resto viene avvolto dal buio e rimane in evidenza solo il volto di Rue che da lontano ha individuato l’amata. Riprese vertiginose vanno da Jules a Rue che la osserva e si nasconde da lei, a rimarcare la distanza colma di questioni irrisolte tra le due.
Levinson mescola sapientemente lirismo e prosaicità, sottolineando i momenti poetici (quelli tra Rue e Jules) con lenti movimenti di macchina, musica malinconica che si sovrappone fino a spegnere quella da ballo, voci ovattate, in netto contrasto con il caos della festa. L’amore tra le due ragazze rappresenta l’unica possibilità di purezza, anche solo vagheggiata e perciò onirica e surreale, in mezzo all’ostilità di un mondo gravemente compromesso. E proprio questo mix di corruzione e innocenza, intrinseco di quell’adolescenza della quale Euphoria dipinge un così potente ritratto, continua a rendere i suoi protagonisti interessanti e profondamente reali.

La narrazione si muove per più di mezz’ora verso un climax che giunge solo nel finale: Rue e Jules si ricongiungono in una scena che è forse la più bella e intensa di questo episodio, in cui i rispettivi primi piani si alternano in un gioco di luci e ombre, montati in modo fluido come se nascessero l’uno dal buio che succede l’altro. Il loro è un universo a sé, una bolla isolata entro cui tutto tace e sparisce; contemporaneamente, Fezco attua la sua vendetta su Nate in una scena cruda e violenta. L’espressione sconcertata di Zendaya che esclama Damn!, su cui si chiude l’episodio, è quella del pubblico rimasto spiazzato in attesa del proseguimento.
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista
[…] nell’ambito della serialità televisiva, esiste il caso particolare dell’episodio di Euphoria dal titolo Stand Still Like the Hummingbird (uscito il 6 febbraio), una sorta di punto di non […]
[…] dal 9 gennaio su NOW. Lo showrunner non disattende le aspettative: composto ancora da otto episodi (qui la recensione del primo), questo secondo capitolo della storia di Rue Bennett (Zendaya) conferma i pregi dello show uscito […]