
Speciale Halloween – 5 film da vedere sul mito del Conte Dracula
Chi non ha mai provato quella viscerale e inspiegabile sensazione che ci spinge a guardare nonostante il terrore, che ci attrae ad assimilare le immagini impresse sui nostri schermi anche se il nostro corpo le reprime, che ci affascina ma al contempo ci pietrifica. Sicuramente avrete provato, anche solo una volta, queste sensazioni durante la visione di uno dei film che riguardano il nobile vampiro più famoso della storia. Nato dalla penna dello scrittore irlandese Bram Stoker, che lo ha reso celebre con l’omonimo romanzo, Dracula non ha mai smesso di affascinare e di stimolare l’immaginazione diventando uno dei personaggi più citati nella storia del cinema, non solo di genere horror. Innumerevoli sono le pellicole che lo vedono protagonista e i grandi attori che, con le loro interpretazioni, hanno riportato in vita il personaggio di Dracula. In occasione della festa di Halloween consigliamo 5 film sul mito del Conte Dracula per rendere ancora più spaventose le vostre serate.
Nosferatu (1922) di F. W. Murnau
Per gli appassionati del genere, Nosferatu del regista tedesco Friedrich Wilhelm Murnau rappresenta il classico sul vampiro per eccellenza. Considerato il capolavoro del regista, nonché il suo primo film, la pellicola si ritiene tutt’oggi uno dei capisaldi del cinema horror espressionista e vanta anche il primato di essere la prima trasposizione cinematografica del romanzo. Proprio per questo motivo Murnau venne accusato di violazione dei diritti d’autore e processato dalla vedova Stoker, dovendo cambiare il titolo del film in Nosferatu – “il non-morto” – e di conseguenza anche i nomi di tutti i personaggi. Nonostante i cambiamenti, il regista perse comunque la causa contro la vedova dello scrittore e venne obbligato a distruggere tutte le copie esistenti del film. Per nostra fortuna Murnau riuscì a salvare un’unica copia clandestina di Nosferatu consegnando ai posteri questa incredibile pellicola, ancora avvolta nel mistero. Murnau orchestra un film dai tratti onirici e quasi disturbanti, grazie anche alla scelta di alcuni particolari tagli delle inquadrature, cavalcando l’onda della corrente artistica e cinematografica dell’Espressionismo Tedesco che aveva appena generato capolavori quali Il Gabinetto del Dottor Caligari (1920) di Robert Wiene e Destino (1921) di Fritz Lang. Il senso di angoscia e disagio, tipici della cinematografia horror tedesca di quegli anni, esplodono in Nosferatu anche grazie alla particolare tecnica del Kammerspiel, caratterizzata da riprese girate prevalentemente in interni che risultano opprimenti e angusti, dove i personaggi sembrano essere intrappolati. Max Schreck restituisce nel ruolo del conte vampiro un personaggio molto lontano dalla figura stereotipata a cui il cinema degli anni successivi ci ha abituati. I primi piani dell’attore sono tutt’oggi visivamente straordinari e mostrano le fattezze di un personaggio animalesco, quasi privo di forme umane, il cui unico scopo è cibarsi delle sue vittime.
Dracula (1931) di Tod Browning

Il classico della Universal diretto dal regista di Freaks (1932), Tod Browning, è il primo riadattamento cinematografico autorizzato del romanzo di Bram Stoker. Nell’epoca d’oro della casa di produzione statunitense, Dracula rappresenta un assoluto trionfo che, subito dopo Nosferatu, contribuisce a riportare sotto i riflettori la figura del temuto vampiro e renderla un mito fino ai nostri giorni. L’attore ungherese Bela Lugosi, che già aveva interpretato il personaggio di Dracula in un riadattamento teatrale del romanzo, viene chiamato da Browning per lo stesso ruolo e regala una performance diventata iconica che, a differenza dell’interpretazione di Max Schreck, restituisce l’immagine di un vampiro elegante, di nobili origini e perfettamente in grado di integrarsi e nascondersi nell’alta società degli anni Trenta. La sua performance influisce ancora oggi sull’immaginario collettivo e sugli attori che hanno interpretato Dracula dopo di lui. Browning dirige un film che si colloca come anello di congiunzione tra Nosferatu e l’epoca moderna del cinema hollywoodiano in espansione. Difatti, alcune inquadrature di Dracula ricordano le scene costruite da Murnau, soprattutto nei movimenti di macchina verso i primi piani del vampiro e creano un coinvolgimento emotivo e visivo nello spettatore legato ancora ai primi piani drammatici tipici dell’epoca del muto. La costruzione scenografica, inoltre, è stata di grande ispirazione per le produzioni successive, a partire dal castello di Dracula costruito in perfetto stile gotico, cupo, austero e con la tipica architettura in decadenza.
Dracula il vampiro (1958) di Terence Fischer

La casa di produzione inglese Hammer Films Productions fa del mito di Dracula il suo più longevo successo realizzando una saga composta da ben sette film. Dracula il vampiro di Terence Fischer, regista dell’horror gotico per eccellenza, è il primo capitolo della saga e vede l’indimenticabile interpretazione di Christopher Lee nel ruolo del conte vampiro. Fischer apporta una serie di innovazioni che saranno di fondamentale importanza per costituire definitivamente le caratteristiche del personaggio di Dracula in ambito cinematografico. Difatti, per la prima volta, Dracula mostra i famosi canini retrattili, che ancora oggi identificano il personaggio e il sangue diventa l’elemento essenziale nella storia del vampiro, qui enfatizzato all’estremo. Christopher Lee rimane ancora oggi il volto iconico con cui l’immaginario del pubblico identifica la figura di Dracula. Alla sua interpretazione si deve il merito di aver posto le basi del mito del vampiro come una figura affascinante e seduttiva che nasconde il lato animalesco e si trasforma in vorace assassino in presenza delle sue vittime. Il film si colloca, inoltre, come capostipite della tradizione visiva che accosta le atmosfere gotiche alla figura del vampiro, essere sovrannaturale che vaga dopo il tramonto all’interno delle mura del proprio castello. In Dracula il vampiro viene enfatizzato il personaggio di Van Helsing, nemico principale di Dracula, profondo conoscitore delle sue debolezze e delle caratteristiche tipiche del vampiro, qui interpretato da Peter Cushing.
Dracula di Bram Stoker (1992) di Francis Ford Coppola

Dracula di Bram Stoker è forse la trasposizione cinematografica più celebre e amata della storia del Conte vampiro. In questa pellicola del 1992, Coppola non solo affonda per la prima volta le radici nella storia di Vlad III di Valacchia, la figura che universalmente viene collegata al mito di Dracula, ma costruisce il film utilizzando tecniche e sperimentazioni in uso durante gli albori del cinema. Il regista propone dissolvenze e sovrimpressioni, silhouettes in controluce, chiaroscuri e perfino ombre cinesi, allontanandosi dagli stilemi tipici degli horror di quegli anni – ad eccezione di alcuni piani sequenza – e creando un film che ricorda le scelte stilistiche di alcuni pionieri del linguaggio cinematografico, come ad esempio George Méliès. La lotta tra amore e desiderio è il conflitto interiore che anima il Dracula di Coppola, qui interpretato da un potente Gary Oldman, il quale, a differenza dei precedenti attori, dipinge le fattezze di un vampiro romantico, immerso nella continua ricerca di amore e di vita, legato indissolubilmente alla sua terra natia e alle sue nobili origini. Se nelle produzioni precedenti il romanzo di Stoker veniva facilmente rielaborato e modificato, nel Dracula di Coppola la storia originale viene quasi del tutto fedelmente riportata in immagini. Inoltre, i personaggi di Lucy Westenra (Sadie Frost) e Mina Murray (Winona Ryder), sempre rimaste secondarie nei film precedenti, assumono qui un ruolo principale e accompagnano Dracula nel suo percorso di redenzione finale.
Dracula (2020) di Jonny Campbell, Damon Thomas e Paul McGuigan

Gli showrunners Mark Gatiss e Steven Moffat (Sherlock) scrivono una versione originale e accattivante del romanzo di Bram Stoker realizzando una miniserie televisiva da tre episodi trasmessi sul canale BBC One e in seguito disponibili su Netflix. La serie è ambientata in momenti temporali differenti: una parte principale, composta dai primi due episodi, rimane fedele al tempo del romanzo, mentre il terzo ed ultimo episodio è interamente ambientato nella Londra del ventunesimo secolo. L’originalità degli autori trova la sua massima espressione nella scelta di catapultare il personaggio di Dracula nell’epoca contemporanea, sottolineando gli aspetti moderni di un mito intramontabile e arricchendo il personaggio di nuovi elementi caratteriali interessanti. Inoltre, per quanto riguarda il personaggio di Abraham Van Helsing, viene proposta una versione femminile interpretata da una formidabile Dolly Wells che, attraverso i secoli, impersona nella prima parte suor Agatha Van Helsing e nella seconda Zoe Van Helsing, una lontana parente che condivide gli stessi obiettivi di distruzione del temuto vampiro. A riportare in vita il Conte Dracula è Claes Bang, con una interpretazione a dir poco perfetta che guarda con ammirazione i nomi che hanno precedentemente portato sul grande schermo il mito del vampiro. Un plauso alla fotografia della serie che, soprattutto nel terzo episodio, esplode in maniera coinvolgente e riprende alcune caratteristiche degli horror di genere del cinema italiano degli anni Settanta.
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[…] accettato ho iniziato ad avere paura di non essere all’altezza del ruolo, in quanto ci sono stati tantissimi eccellenti attori che hanno interpretato Dracula. Nel momento in cui abbiamo cominciato a girare sul set, ogni paura […]