
The Mandalorian – Capitolo XII – L’ennesima deviazione
Attenzione: la recensione contiene spoiler dell’episodio 12 | Nel capitolo precedente di The Mandalorian ci eravamo lasciati con una malridotta Razor Crest in viaggio verso la città di Calodan, sul pianeta-foresta di Corvus, dove secondo la mandaloriana Bo-Katan Kryze si troverebbe Ahsoka Tano, un tempo padawan di Anakin Skywalker e mitico – ormai – personaggio delle serie animate Clone Wars e Rebels. L’incontro con la ex jedi è attesissimo sia dal nostro mandaloriano, in cerca di un rifugio sicuro per The Child-Baby Yoda, sia dal pubblico di appassionati che non aspetta altro di rivedere all’opera questa potente togruta.

Sembra dunque che dopo tre episodi l’attesa svolta sia giunta, ma è un inganno, l’ennesimo: la Razor Crest è troppo malridotta e ha bisogno di riparazioni, urge una nuova deviazione dal viaggio intrapreso. Forse il problema con questo dodicesimo capitolo nasce già dalle premesse, laddove dopo tre episodi si attende un definitivo slancio ma ci si ritrova con una corsa strozzata in partenza. La deviazione è poi verso il pianeta Nevarro, un luogo che abbiamo già esplorato e in cui ritroviamo personaggi a noi già noti e non particolarmente carismatici. Pare di vivere un doppione, un già visto su cui si dovrebbe riflettere anche in chiave drammaturgica, perché se è vero che questo episodio stupisce per la qualità tecnica che mette in campo e diverte nei consueti siparietti tra “Mando” e baby Yoda, è anche vero che interrompe un crescendo innescato dal pirotecnico episodio precedente e ci riporta quasi al punto di partenza.

Dunque su Nevarro vivono Griff Carga e Kara Dune, gli amichevoli compagni di avventure del mandaloriano, sempre pronti a trascinarlo in missioni pericolose: stavolta bisogna distruggere un base imperiale semi-dismessa ma ancora attiva e piena di pericolosi armamenti. In realtà il luogo pullula di stormtrooper e nelle sue viscere nasconde un misterioso laboratorio che sembra ricollegare il sangue di Baby Yoda agli esperimenti del dottor Pershing: che sia questa l’origine di Snoke? È forse possibile creare in laboratorio esseri sensibili alla Forza o modificare organismi già esistenti? Si moltiplicano gli interrogativi e l’episodio regala almeno un po’ di spazio alla speculazione. Un universo seriale espanso che prova a riempire i tanti buchi che costellano la nuova – e ormai passata – trilogia di Star Wars.

Il resto dell’episodio, con distruzione, fuga e colloquio con attempato pilota della Nuova Repubblica è un meccanismo abbastanza stiracchiato che lascia spazio all’epilogo in cui giganteggia Giancarlo Esposito nei panni nero luccicante di Moff Gideon, ormai cosplayer ufficiale di Darth Vader. Di questo capitolo, insomma, ci rimangono solo le promesse e la convinzione che con gli episodi antologici, alla lunga, non si possa andare lontano lontano…
Easter eggs del Capitolo 12 – Dark troopers e Jeans Guy
Che i Midi-chlorian contenuti nel sangue di Baby Yoda & co. siano una fonte di potere trasmissibile per creare dei supersoldati? Forse grazie a Moff Gideon avremo un assaggio dei temibili dark trooper, una divisione introdotta già nel 1995 all’interno del videogioco Star Wars: Dark Forces; tuttavia è ancora presto per conoscerne le capacità, e soprattutto la natura – se biologica, robotica o ibrida.

L’altro easter egg degno di nota in questo episodio nasce invece da un errore piuttosto grossolano in fase di riprese. Come vedete nell’immagine qua sotto, un membro della troupe, rinominato “Jeans Guy” dai fan, fa capolino in un’inquadratura del dodicesimo episodio e già ci si chiede se possa diventare parte del canone. Quantomeno c’è già chi si è inventato l’action figure, quindi le basi ormai ci sono.


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[…] arrivo di un lavoro di “revisionismo qualitativo” operante da tempo – almeno dal capitolo 12 – nei confronti della Nuova Trilogia marchiata Disney e in particolare di Episodio IX – […]