
The Mandalorian – Capitolo IV – La recensione
Il capitolo IV di The Mandalorian potrebbe sembrare, dopo il pirotecnico finale dell’episodio precedente, un cosiddetto episodio filler. La storia raccontata è in effetti abbastanza autoconclusiva, ma la definizione, causata anche dalla predilezione delle serie contemporanee più famose per lo sviluppo della trama orizzontale, a scapito del singolo episodio, ignorerebbe molti degli spunti e personaggi interessanti di Sanctuary. La vicenda è ancora una volta un richiamo alle radici samurai/western di Star Wars, risultando un evidente omaggio a I sette samurai di Kurosawa (e, di conseguenza, I magnifici sette).
Mando e Baby Yoda (ancora privo di un nome ufficiale), alla ricerca di un posto dove nascondersi a bordo della Razor Crest, si ritrovano sul selvaggio pianeta Sorgan. La strana coppia si ritroverà ben presto però coinvolta in una nuova pericolosa avventura, decidendo di aiutare gli abitanti di un pacifico villaggio di allevatori di gamberetti, afflitti da continui attacchi da parte di invasori Klatooiniani. Il Mandaloriano, aiutato da Cara Dune, una ex cacciatrice di Imperiali superstiti per conto dell’Alleanza Ribelle, insegnerà agli abitanti a combattere, aiutandoli a difendersi dei razziatori; intanto, grazie a Omera, tenace vedova e madre, incomincerà a vedere il bucolico villaggio come una nuova possibile casa per il suo piccolo protetto.
Il quarto capitolo rimedia alla mancanza di personaggi femminili importanti negli episodi precedenti (con l’eccezione dell’affascinante fabbro mandaloriano), presentandoci Cara, interpretata da Gina Carano, la cui abilità di guerriera viene resa estremamente credibile dal passato dell’attrice come lottatrice MMA, e Omera (Julia Jones), che aiuterà a umanizzare il taciturno protagonista, oltre a rivelarsi un’inaspettatamente valida combattente; l’episodio è inoltre diretto da Bryce Dallas Howard, figlia di Ron Howard, a sua volta regista di Solo: A Star Wars Story.
Sanctuary raggiunge il suo climax nel combattimento con i razziatori, muniti anche di un AT-ST, il classico corazzato bipede imperiale, reso nuovamente imponente e spaventoso (brillante l’intuizione degli “occhi” rossi) dopo il brutto colpo causato dagli ewok alla loro fama, ma è nei momenti di pace che abbiamo gli sviluppi più interessanti per i personaggi. Il rapporto tra Mando e il suo piccolo verdastro amico (Cit. Palpatine) continua a evolversi in un’atipica situazione padre/figlio adottivo, portando a molti momenti divertenti, e la presenza di Omera, affascinata dal buon cuore del misterioso guerriero, ci aiuta a scoprire di più sul passato del protagonista, spiegando le motivazioni che lo portano a rimanere a volto coperto e approfondendo il discorso dei trovatelli, i foundlings adottati e accolti tra le righe dei Mandaloriani.
In conclusione, il capitolo IV non porta certo molto avanti la trama principale, ad eccezione forse di alcuni nuovi volti che sembrano poter riapparire in futuro, ma è una buona occasione per aggiungere profondità ai personaggi, mostrandoci poi lati della galassia di Star Wars poco esplorati nella saga principale. Inoltre, come si può criticare un episodio che ci ha regalato questa immagine?
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