
The Mandalorian – Capitolo I – La recensione
Attenzione: la recensione contiene spoiler dell’episodio 1 | Star Wars IX – L’ascesa di Skywalker, uscito nelle sale di tutto il mondo nel dicembre 2019, ha visto la conclusione della trilogia sequel prodotta da Disney. I tre film, a cui si aggiungono i due spin-off Rogue One e Solo, hanno avuto un notevole e prevedibile successo al botteghino, riscontrando però pareri altalenanti tra critica e fan, che, a fronte di una produzione e un aspetto visivo sempre molto curato, ne hanno spesso contestato la generale mancanza di continuità e coerenza, sempre a cavallo tra la visione tradizionale (spesso ai limiti del remake) di J.J. Abrams e i tentativi rivoluzionari (più o meno riusciti) del film intermedio di Rian Johnson. Il mondo di Star Wars non si limita però al solo grande schermo, essendosi allargato negli anni tra libri, fumetti, cartoni animati, giochi e videogiochi. L’unica mancanza, sorprendente nell’epoca del boom della televisione di qualità, era quella di una serie live-action; a colmare questa lacuna, con qualche mese di ritardo rispetto all’uscita americana, arriva sugli schermi italiani The Mandalorian, cavallo di battaglia del nuovo servizio di streaming Disney+.
Il cold-open del primo episodio ci trasporta in una fumosa taverna (o meglio, “cantina”) di una località sperduta; un misterioso personaggio entra nel locale, attirando gli sguardi della variopinta clientela, tra cui quelli di alcuni attaccabrighe, intenti a maltrattare uno degli avventori, che decidono di prendersela con il nuovo arrivato. Il misterioso uomo mascherato si rivela però un formidabile guerriero e pistolero, neutralizzando velocemente la minaccia e presentandosi come cacciatore di taglie con la sua prima battuta, rivolta proprio alla vittima iniziale: “I can bring you in warm, or I can bring you in cold.”
Star Wars, prima di incominciare a essere spesso vittima della sua stessa ingombrante mitologia, è alla radice un intelligente mix dei generi più cari a George Lucas: il cinema giapponese di samurai, fatto di guerrieri che combattono con la spiritualità prima che con la spada, il cinema di guerra che ha ispirato molte delle scene di, perdonatemi, Guerre Stellari (vedere The Dam Busters per credere) e il western, in cui avventurieri dalla battuta e il grilletto facile si muovono tra fuorilegge e tramonti desertici. Vedendo i primi minuti della serie, tra un antieroe taciturno e letale e una sparatoria in un saloon, è evidente quale dei tre sia in questo caso la maggiore ispirazione: The Mandalorian è un western.
Dopo la sequenza d’apertura, e un cambio di pianeta, la trama si avvia verso l’inizio del principale arco narrativo della serie. Il nostro protagonista, il Mandaloriano (per gli amici “Mando”), così chiamato per la sua appartenenza alla tribù/culto di leggendari guerrieri, originari dell’omonimo pianeta, è alla ricerca di nuove taglie da riscuotere; si ritroverà infine a lavorare per un manipolo di Imperiali superstiti (rivelandoci così la collocazione temporale, successiva alla fine della trilogia classica), che promettono un enorme pagamento in beskar, materiale alla base delle armature mandaloriane, in cambio della cattura di un preziosissimo obiettivo. Dopo una notevole sparatoria finale, che tra un villaggio alla Sergio Leone e una mitragliatrice alla Mucchio Selvaggio ci ricorda ancora una volta il genere di ispirazione, verrà rivelata la natura della taglia (purtroppo già probabilmente spoilerata da migliaia di tenerissime gif): un neonato, membro della misteriosa razza aliena del Maestro Yoda.
Il primo capitolo di The Mandalorian è un inizio estremamente promettente per la serie creata da Jon Favreau e Dave Filoni (veterani della serie animata The Clone Wars), presentandoci il protagonista e la vicenda con una piacevole ispirazione western, per poi alzare la posta in gioco con il twist finale. Il Mandaloriano (Pedro Pascal) è un protagonista classico ma affascinante, supportato da un ottimo cast di comprimari: lo scaltro membro della Gilda dei Cacciatori di Taglie (Carl Weathers), il burbero ma onesto eremita Kuiil (Nick Nolte), con la sua eccezionale catch-phrase “I have spoken”, il letale ed esilarante droide IG-11 (Taika Waititi), ma soprattutto il capo degli Imperiali, interpretato dal leggendario Werner Herzog. Il cineasta tedesco potrebbe sembrare una scelta di casting inusuale per un personaggio di Star Wars, rivelandosi invece come il migliore ufficiale Imperiale dai tempi del Moff Tarkin di Peter Cushing (e no, la versione in CGI del pur ottimo Rogue One non conta, più per il doppiatore che per la faccia vagamente gommosa).
Nota di merito per regia e fotografia, che, con un ottimo mix di effetti speciali pratici e al computer, ci regalano tutti i panorami e gli stilemi che ci aspettiamo da Star Wars. Notevole, infine, anche la colonna sonora di Ludwig Göransson, che unisce sapientemente le fanfare tipiche di John Williams con chitarre elettriche e flauti di ispirazione western, riuscendo poi nell’importante impresa di creare un tema principale memorabile e immediatamente riconoscibile.
Il primo episodio di The Mandalorian è stato trasmesso su Italia 1 il 22 marzo, ed è disponibile in streaming su Disney+ dal 24 marzo.
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