
The Mandalorian – Capitolo X – Horror stellari?
Attenzione: la recensione contiene spoiler dell’episodio 10 | Con il capitolo Il Passeggero, The Mandalorian di Jon Favreau arriva a 10 episodi e si conferma per il franchise testa di ponte in territori ancora sconosciuti, sia da un punto di vista produttivo, che per forme e ritmi narrativi: vediamo la recensione di quest’inedita rilettura dal gusto à la Alien.
L’antifona sulla distribuzione degli snodi narrativi l’abbiamo capita e chi si aspettava da questo episodio grosse novità sul destino di The Child è rimasto ancora una volta deluso. Anche l’impianto antologico – ovvero la struttura autoconclusiva degli episodi che coincide spesso con il compimento di una missione – si incrina leggermente: The passenger non è che una piacevole giunzione, antefatto per le puntate successive. L’assenza di una progressione non disturba e ribadisce – non ci stancheremo mai di dirlo – il fine di The Mandalorian: creare un contraltare alla saga degli Skywalker e dare ampio respiro ad un universo finora rimasto parziale nelle apparizioni live action. Riattraversiamo i fatti di questo episodio.

Dopo avere recuperato la leggendaria armatura di Boba Fett – che abbiamo ben capito non essere stato digerito dal Sarlacc – Mando torna a Mos Eisley dopo un’imboscata inefficace, piccola overture dell’episodio. Nella mitica cantina incontra Peli Motto (Amy Sedaris, a tutti gli effetti personaggio della serie e già apprezzatissima per le doti di doppiaggio in Bojack Horseman), intenta a giocare con un avventore che afferma di conoscere qualcuno in grado di fornire informazioni su altri mandaloriani, di cui Din Djarin è alla strenua ricerca. Il qualcuno è una femmina di una razza inedita, una Rana antropomorfa che è, soprattutto, una madre; promette informazioni a patto di un passaggio a Trask, dove il compagno potrà fecondare le uova che porta con sé e portare avanti così la sua specie. Ma il viaggio non è cosa da poco: Mando deve proteggere le uova, evitando – oltre a guidare nell’iperspazio – anche che Baby Yoda se le mangi tutte.
Tutto va storto quando alla Razor Crest si affiancano due navicelle della Nuova Repubblica. Sorprende come la linea disneyana non riesca a fare a meno del sistema di valori manicheo che caratterizza le forze ordinatrici della Galassia, con i repubblicani quasi sempre ritratti senza la minima sbavatura. Persino alla frontiera con l’Orlo Esterno, chi effettua i controlli sembra un bonario poliziotto di quartiere a cui sul cruscotto dell’X-wing mancherebbe soltanto una scatola di ciambelle. Scambiato per un lealista imperiale, a Mando non resta che darsi alla fuga fra i canyon del pianeta più vicino, ma l’atterraggio precipitoso diventa un incidente. Tramite i resti del droide Zero la Mamma Rana implora il protagonista di non tradire la parola data e riparare quanto prima la Razor Crest per continuare il viaggio. Le condizioni estreme di Maldo Kreis a quanto pare non sono un’attenuate e Mando è costretto a rispettare il patto: this is the way.

Si entra dunque nel vivo dell’episodio: i tre viaggiatori infatti disturbano il nido di mostruose creature artropodi, aracnidi di una galassia che vorremmo il più lontana possibile. In linea con la sperimentazione di generi, già accennata nella recensione del capitolo precedente, si assiste al confezionamento di un’atmosfera raramente rintracciata lungo il franchise, quella della paura. È impossibile, davanti alla distesa di uova di ragno, non ricordare le scene della saga di Alien o de La cosa di Carpenter, anche se manca da parte della regia la volontà di spingersi nell’horror. Le ragioni sono ovvie, ma si tratta di un unicum di cui non dimenticarsi e che sicuramente perdona agli scrittori l’escamotage del deus ex machina, ovvero l’arrivo dei piloti di X-Wing a salvare le sorti della situazione. Il mandaloriano, che era ricercato per l’evasione di Qin dalla prigione della Repubblica Bothan-5, è scagionato per la condotta che ebbe nella stessa occasione ed è dunque libero di continuare il suo viaggio.

Easter egg del Capitolo 10
- Oltre ai rimandi al sesto capitolo, fanno ritorno due comparse: il doppiatore (versione originale) del droide Zero, che presta la voce a Mamma Rana e un pilota degli X-Wing. Si tratta oltretutto di Dave Filoni, regista di Clone Wars e ideatore di Rebels, nonché assiduo collaboratore di Favreu per The Mandalorian.
- L’altrimenti inutilissimo Dr. Mandibola, di fattezze simili a quelle di una formica, è un probabile omaggio a Peyton Reed, regista sia dell’episodio che di Ant-Man.
- Gli aracnidi di Maldo Kreis sono Krykna, già visti in Rebels e nell’universo espanso, ma qui per la prima volta in live action. Il concept di questi mostri è stato ideato da Ralph McQuarrie, il designer dietro l’estetica della trilogia originale.
- Ufficiale: è canon rispondere a “che la Forza sia con te” con “e anche con te“.

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