
Rick & Morty – L’assurdo rovesciamento della realtà
Se pensiamo alla classica famiglia americana che si vede nei telefilm, immaginiamo uno scenario ricorrente piuttosto standardizzato: un padre, una madre e alcuni figli, che vivono in una casa di periferia lontana dal logorio cittadino. Tutto è ordinato, preciso, al suo posto. Tuttavia, cosa accadrebbe se in questo scenario così idilliaco venisse introdotto un elemento anomalo, in contrasto con tutto il resto? Succederebbe l’inaspettato: quel mondo pacifico e ordinato verrebbe completamente distrutto e lentamente il caos prenderebbe il sopravvento. Questa è l’idea di fondo da cui nasce Rick & Morty.
La serie TV animata, inventata da Justin Roiland e Dan Harmon e distribuita da Netflix, si fonda proprio su questa idea: rappresentare il classico cliché della middlle class americana e poi decostruire questa situazione introducendo un elemento disturbante, che crea un senso di disagio. L’elemento della serie che incarna e difende lo status quo della middle class americana, con le sue paure e le sue ipocrisie, è Morty: un ragazzino nevrotico, paranoico e affetto da un lieve ritardo mentale, che fa di tutto pur di omologarsi al resto della società; invece l’elemento anomalo, che incarna la decontrazione di questo status quo, è Rick, il nonno di Morty: uno scienziato tanto misantropo quanto geniale, che vive al di fuori di qualsiasi regola.
Il Rimando alla Tragedia classica
Certo, non è nuova l’idea di introdurre un personaggio anomalo in una comunità per scardinarne completamente le regole. Anzi, se dovessimo risalire a un archetipo mitico di questa trovata, bisognerebbe leggere Le Baccanti di Euripide. Questa tragedia infatti narra la storia del dio Dioniso, che, ospite del re Penteo, porta progressivamente alla follia l’intera città di Tebe, facendo irrompere il caos nella quotidianità degli abitanti. Tuttavia, quando si parla del dio Dioniso, non si può parlare unicamente della tragedia greca, ma bisogna anche citare l’interpretazione che ne fa Nietszche ne La Nascita della tragedia.
Secondo Nietzsche, nella tragedia greca (e poi per estensione anche nella vita) coesistono due principi opposti e complementari che ne regolano l’equilibrio: lo spirito apollineo, che rappresenta la parte più algida, ordinata e razionale dell’esistenza, e lo spirito dionisiaco, che invece rappresenta la parte più caotica, creativa e irrazionale. Questi due principi sono entrambi necessari e il prevalere dell’uno sull’altro genera il caos. Chiaramente, in Rick & Morty questi due principi sono rappresentati proprio dai due protagonisti: nella sua volontà di distruzione, Rick incarna lo spirito dionisiaco; invece Morty, nel suo candore, rappresenta lo spirito apollineo. Entrambi agiscono interagendo con l’altro e non possono esistere isolati, proprio perché la loro alchimia offre lo spunto perfetto per una pluralità di soluzioni e trovate narrative.
Il Seriocomico e il Senso Carnevalesco del Mondo
Dobbiamo però considerare altre due principi che rendono la serie unica nel panorama televisivo contemporaneo: il seriocomico e il senso carnevalesco del mondo. Secondo il critico russo Michail Bachtin il seriocomico è un tratto saliente della commedia greca arcaica che consiste nella mescolanza, in una stessa opera, di uno stile piuttosto elevato con uno stile prettamente più comico, così da provocare il riso dello spettatore. Al concetto di seriocomico, Bachtin associa poi il senso carnevalesco del mondo: l’antica credenza secondo cui il mondo sia in costante trasformazione e si rigeneri continuamente davanti ai nostri occhi. Dunque, secondo Bachtin, l’interazione fra il senso carnevalesco del mondo e il seriocomico si esplicita in una fertilità narrativa che spiazza continuamente lo spettatore e lo porta a riconoscere ed ad accettare il caos dell’esistenza. Un caos che a volte è spaventoso, a volte divertente.
Questi due principi, che vengono solitamente applicati alla letteratura, si possono anche applicare a Rick & Morty: nella serie, la mescolanza di registri stilistici diversi è una costante. Gli episodi non smettono mai di divertire, ma riescono anche a suscitare profonde riflessioni, dato che l’effetto dell’interazione fra due personaggi di natura opposta non è mai prevedibile: a volte è comico, a volte tragico, a volte spaventoso, ma sempre inaspettato, tanto da rovesciare continuamente ogni significato. Di rovesciamento si parla, perché è questo l’elemento costitutivo della satira di Rick & Morty: portare i personaggi al di fuori della loro comfort zone, in situazioni diverse dal normale, per mettere in crisi i loro ideali.
L’assurdo rovesciamento della realtà
Fin dalla prima puntata, quando entra in scena, nonno Rick trascina a forza il nipote in un’altra dimensione popolata da strane creature spaziali e, così facendo, apre le porte di un universo cangiante, multiforme e in totale balìa del caso, che, come un vaso di Pandora, una volta aperto, non può più essere richiuso.
Mentre Rick rovescia le convenzioni della piccola borghesia americana, gli autori si divertono a rovesciare totalmente il significato e l’autorità dei vari generi narrativi, destabilizzando le aspettative degli spettatori. Fra citazioni, rimandi e contaminazioni, la satira parodistica di Rick & Morty colpisce, senza esclusione di colpi, tutti i generi narrativi a cui la TV e il cinema ci hanno abituato: dramma, noir, cinecomic, soap opera, teenage movie, ecc.
Rick & Morty, con la sua freschezza narrativa, riesce a rappresentare proprio la varietà e la sregolatezza del nostro mondo. Mutando costantemente l’identità di ogni genere narrativo e di ogni situazione, la serie finisce per mettere in crisi anche le nostre aspettative e con esse la nostra percezione, portandoci a dubitare delle nostre certezze. Questo taglio postmoderno rende la serie TV, solo in apparenza, comica: la sua complessità, a volte ironica a volte tragica, può offrire non solo molte risate, ma anche spunti per capire e comprendere meglio la dinamicità del mondo che stiamo vivendo e forse giungere a una più ampia consapevolezza di esso.
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