Brucia tutto – Il nuovo numero di Birdmen Magazine

Brucia tutto
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Cos'è Birdmen Magazine?

Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna

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  • […] Prime Video ha quest’anno prodotto due serie che in qualche modo si parlano: Bang Bang Baby, ideata da Andrea Di Stefano; e The Bad Guy, sceneggiata da Ludovica Rampoldi, Giuseppe G. Stasi e Davide Serino (quest’ultimo anche in Esterno Notte). Dopo anni di predominanza nell’immaginario collettivo della Camorra – la mafia napoletana – la prima prende di petto rituali e ideologia della ‘Ndrangheta, la mafia calabrese; la seconda una Cosa Nostra stranamente rivitalizzata (e la serie è infatti almeno un po’ ucronica). Con prove attoriali poco italiane (per scherzare con Boris), dove un’Arianna Bacheroni (esordiente) fa sperare tantissimo e vediamo con le lacrimucce il ritorno di un Luigi Lo Cascio non più Impastato, i due prodotti si impongono per intelligenza, per capacità parodica, per un certo gusto della cultura pop e dell’omaggio. Forse Bang Bang Baby osa di più, nell’estroflessione dell’immaginario citazionista, nell’eterogeneità dei temi trattati, compresi il ruolo della donna nella società e nelle associazioni mafiose (la parodia dell’altra, una), la sessualità, la fede; mentre The Bad Guy si focalizza in modo esclusivo su questa trama alla Face Off in salsa mafiosa. Rimane da capire come continueranno e se si libereranno di un certo “imbarazzo” delle proprie idee (alcuni personaggi sono davvero troppo buttati lì, per esempio), che ogni tanto ancora si sente. Da segnalare, sempre su Prime Video, ovviamente Prisma, di Alice Urciuolo e Ludovico Bessegato, che sembra essere uno dei pochi prodotti che problematizza davvero la rappresentazione della comunità LGBTQIA+ nella serialità italiana (Giada Sartori ha condotto, a proposito, un’inchiesta, pubblicata sul nostro ultimo cartaceo). […]

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