
Come si sta bene senza Boba Fett
Attenzione: l’articolo contiene spoiler su The Book of Boba Fett fino all’episodio 5 compreso.
L’ultima volta che abbiamo scritto qualcosa su The Book of Boba Fett ci avete visto chiedere di non pubblicare ulteriori episodi, ebbene Disney ci ha finalmente accontentato, con un episodio di ritardo. Come ampiamente previsto nel precedente articolo, prima o poi la casa di Topolino avrebbe tirato fuori qualche chicca per rimpolpare le sorti di un protagonista anonimo, mai davvero uscito dai panni di quell’action figure da cui tutto il suo mito generò. Dunque dopo un quarto episodio per forza di cose migliore del terzo ma sempre piatto come una colata lavica su Mustafar, Disney sfodera l’asso degli assi dimenticandosi completamente di Boba Fett e lasciando tutta la scena allo sfavillante Din Djarin, il protagonista di The Mandalorian venuto dal cielo a salvare un personaggio che da solo non può farcela, debole, mal costruito, incoerente. Forse chi si era abituato alle sconclusionate scorribande del baldo Boba si sarà accorto di che effetto possa fare vedere in azione un personaggio ben costruito, riuscito e, soprattutto, degno di essere raccontato. Lo si può dire senza fare torti a nessuno: quanto si sta bene senza Boba Fett.

Capitolo 5: Il ritorno del Mandaloriano è di fatto il primo capitolo di una nuova stagione sul guerriero scintillante, un’anticipazione che per estetica e buona riuscita si discosta completamente da quella serie su Boba Fett che funge qui da mero contenitore e pare già un lontano ricordo. Purtroppo per noi anche al Mandaloriano toccherà riunirsi all’attempato cacciatore di taglie, ma nel frattempo possiamo godere di questa lunga libera uscita che è un trionfo di fan service, oggettistica e motori. Un Din Djarin armato di tutto punto è tornato al suo vecchio mestiere di cacciatore di taglie, probabilmente con molta più violenza di quanta ci saremmo mai aspettata da lui, macellaio in macelleria che armato di dark saber sfiletta e controsfiletta i malcapitati malavitosi.

Un Mandalorian all’ennesima potenza, insomma, che riconciliandosi con i superstiti guerrieri mandaloriani finisce a mandare all’aria il suo vecchio credo e fuggire su una corriera spaziale dall’impeccabile servizio bagagli. D’altronde l’affrancarsi da vecchie abitudini sembrava ormai una semplice formalità da mettere nero su bianco per ripartire da dove ripartono un po’ tutti: Mos Esley, con le sue mille possibilità, le taglie, i motori che scottano, i canyon, e giustamente senza lambrette variopinte. Bryce Dallas Howard dirige il suo miglior episodio di The Mandalorian finora – e, devo dire, stupendomi, perché i suoi precedenti non avevano spiccato – ricollegandosi addirittura a La minaccia fantasma, Naboo e tante cose che ci ricordano tempi migliori. Terminati i massacri e i duelli d’onore parte dunque il Top Gear: Tatooine Special, un bellissimo episodio nell’episodio pensato per appassionati di motori, nostalgici degli sgusci, del piccolo Anakin e di battaglie spaziali tra la Federazione dei Mercanti e Repubblica Galattica. In pratica il minimo che avrebbe dovuto fare il libro di Boba Fett in mancanza di grandi idee.

Così non è stato, il che fa pensare che Jon Favreau non si sia mai affezionato davvero al protagonista della serie, riservando il meglio – finora – al cacciatore di taglie sbagliato. Ma tant’è, il Pimp my Ride del caccia N-1 con successivo collaudo sulle orme di Sebulba è il meglio che questo prodotto abbia offerto, senza contare la città halo nello spazio profondo, i riferimenti a Grogu e la prima apparizione in live action di un droide BD-1 (modello posseduto anche da Cal Kestis, protagonista di Star Wars Jedi: Fallen Order). Ci aspetta forse un futuro più scintillante (e cromato) di quel polveroso presente che stiamo vivendo con The Book of Boba Fett, ma sarà necessario attendere altre storie, altri personaggi, per sognare davvero.
Fai presto, Obi-Wan Kenobi, sei la nostra unica speranza…
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista
[…] a passo d’uomo e una sceneggiatura sostanzialmente di contorno agli unici episodi interessanti, ovvero quelli in cui il protagonista è assente e lascia la scena al […]
[…] delusione di The Book of Boba Fett – salvata in corner unicamente quando è diventata qualcosa di più di un spin-off dell’ammiraglia – il franchise Western/Sci-fi interno alla Galassia di Lucas sembra aver ritrovato la sua […]