
“Obi-Wan Kenobi” Episodio 5 – La credibilità di Paw Patrol, l’assenza di uno sguardo
Mentre assistevo all’inesorabile disastro che fu The Book of Boba Fett, pensavo, come tanti altri, che almeno si potessero riporre le speranze in quella serie su Obi-Wan di cui ancora poco si sapeva. Purtroppo all’episodio 5 di Obi-Wan Kenobi non posso che dichiarare finite anche quelle speranze. La serie, interamente diretta da Deborah Chow e scritta da un pool variegato di sceneggiatori, si sta rivelando tappa dopo tappa una disordinata sequela di eventi sfilacciati che evidenzia una mancanza di idee e talento quasi unica. L’ingenuità della sceneggiatura, la sciattezza della messa in scena stupiscono più che mai, la domanda che mi pongo è come sia stato possibile anche solo l’atto meccanico di caricare questi episodi sulla piattaforma Disney+, soprattutto dopo il flop di Boba Fett, una serie che prendeva in giro l’intelligenza del pubblico, tra inseguimenti a passo d’uomo e una sceneggiatura sostanzialmente di contorno agli unici episodi interessanti, ovvero quelli in cui il protagonista è assente e lascia la scena al mandaloriano.

Eppure nella stanza dei bottoni di Disney qualcuno ha premuto “upload” e ha condannato un altro personaggio al buco nero del profitto che tutto inghiotte, storie, speranze e aspettative comprese. Ewan McGregor, unica vera roccia di questa serie, si ritrova a recitare con un cast non alla sua altezza, ripetendo battute scontate e ritrovandosi in situazioni troppo evidentemente imbarazzanti per non suscitare ilarità sul set e nel pubblico. Alcuni esempi da questo episodio che sulla carta poteva essere il picco del pathos: la rivelazione (già telefonatissima) di Reva come ex-padawan presente al Tempio Jedi durante l’ordine 66 avviene attraverso una porta blindata che nemmeno un cannone riesce a buttare giù, eppure la confidenza con Obi-Wan avviene come fossimo in un confessionale isolato e raccolto; a pochi metri da Reva tuttavia sta un centinaio tra stormtrooper e ufficiali, nessuno però sente niente. Lo stesso accade dopo, stavolta però Obi-Wan e Reva stanno proprio in mezzo all’esercito, a facile portata di orecchio, ma anche qui complottano tranquillamente, tanto attorno è pieno di manichini che non partecipano all’azione, per Deborah Chow va bene così, “buonaaa, e dai dai dai che la giriamo”. C’è spazio anche per le emozioni però, quindi Tala si deve far esplodere per salvare Obi-Wan, anche se effettivamente avrebbe potuto salvarsi a sua volta o quantomeno provarci, lanciando il detonatore contro gli stormtrooper ammassati nel tunnel.

Ma esempi di questo tipo si sprecano, purtroppo anche la presenza risicata di Hayden Christensen non può bastare a sollevare le sorti dell’episodio, che dopo una prima scena soddisfacente si perde poi in una fotografia noiosa e piatta, in una regia pigra accompagnata da una colonna sonora che incide solo quando riprende temi dal passato, incapace di creare qualcosa di nuovo e duraturo. Naturale a questo punto non stupirsi nemmeno di fronte a un Darth Vader che poteva porre fine alla serie in svariate occasioni ma poi si ferma come fosse una marionetta asservita alla necessità di giungere a quota sei episodi, così come per lo stesso motivo un sith e un inquisitore, gli esseri più temibili della galassia, scelgono di lasciare agonizzante, ma ancora in vita, la giovane Reva, classica minaccia da eliminare immediatamente, senza pensarci due volte. O almeno è quello che due personaggi coerenti avrebbero fatto, o tentato di fare.

Le idee confuse di questo episodio confermano una mancanza di sguardo davvero grave per una serie di questo potenziale, di questa importanza: stiamo parlando del ritorno di McGregor e Christensen diciassette anni dopo La vendetta dei Sith, un evento che nel fandom di Star Wars equivale a una parusìa cristiana e che qui vediamo trattato con la leggerezza che si deve alle serie TV per bambini. Obi-Wan Kenobi mi ricorda Paw Patrol e tutte quelle serie che vanno forte tra i più piccoli: trame leggere, comprensibili, semplici, l’ingenuità che giustamente ci si aspetta per parlare a un target dai dieci anni in giù.
Il 22 giugno ci aspetta l’ultimo episodio, speriamo che il probabile ritorno a Tatooine ci riservi un finale dignitoso grazie al duo Luke-Ben Kenobi, binomio sacro che sarebbe un peccato rovinare con l’ennesima sceneggiatura scritta nei ritagli di tempo. In ogni caso, meglio tenere a rasoterra le aspettative, ci siamo fatti male già troppe volte.
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