
Sesso sfortunato o follie porno – Parodia di un film popolare
Pornografia significa etimologicamente “ritratto di una prostituta”. Il primo pornografo, secondo la tradizione, fu Parrasio, il quale dipinse nuda l’amata cortigiana Teodotea. Prima con la cultura di massa, e poi con l’avvento di internet, la pornografia ha conosciuto una straordinaria diffusione tanto da diventare un prodotto pervasivo e immediato. Proprio un video hard amatoriale girato da una coppia etero per mero svago erotico, mostrato senza censura, apre l’ultimo film di Radu Jude dal titolo licenzioso Bad Luck Banging or Loony Porn (Sesso sfortunato o follie porno). Realizzato a Bucarest nell’estate 2020 poco dopo le riaperture, il film ha vinto l’Orso d’Oro al Festival di Berlino 2021. Radu Jude sceglie significativamente di ambientare il suo racconto durante l’emergenza sanitaria, pertanto si osservano nel film le asfissianti misure di prevenzione (mascherine, gel disinfettante, distanziamento sociale).

Da sempre Jude promuove un cinema politicamente impegnato che s’interroga sulle contraddizioni strutturali della storia e della cultura rumena, come il razzismo nel film Aferim! (2015) o l’antisemitismo nel documentario The Dead Nation (2017). Affrontando temi caldi e attuali come il revenge porn e il sessismo, Bad Luck Banging or Loony Porn vuole offrire uno spaccato negativo della società rumena. Qui il regista abbandona il registro drammatico per sfociare in un genere ibrido che fonde in maniera inconsueta e dissonante la commedia, il dramma e il cinema saggistico di reminiscenza godardiana. Ne deriva un’opera anomala, che vuole essere al tempo stesso polemica e didattica, che si sferra con cinismo contro i tabù della cultura rumena.

Stravagante e ridicolo, l’esuberante video porno inaugurale è un gesto provocatorio e osceno teso a scuotere la sensibilità dello spettatore. Se da un lato il video hard è il divertissement erotico di una normale coppia sposata, dall’altro diventa un oggetto scandaloso per una comunità. Non a caso, l’attrice del video è una rispettata insegnante di un prestigioso istituto di Bucarest; emerge così un forte contrasto tra la sfera privata e quella pubblica. Sfortunatamente il video finisce nel web facendo evaporare la distanza tra le due dimensioni. Comincia così il calvario della donna che verrà messa alla gogna da un “tribunale” inferocito di genitori. Accusata di condotta immorale e diseducativa, ricoperta da pesanti insulti e pettegolezzi, tenterà di difendersi con l’ausilio della sua cultura umanistica e della sua intelligenza anticonformista.

Con Bad Luck Banging or Loony Porn Radu Jude sperimenta soluzioni formali originali. Il film è scandito da episodi molto diversi fra loro. Il primo, Strada a senso unico, rievoca un saggio di W. Benjamin e ha come protagonista Bucarest: capitale rumorosa e affollata, tappezzata in ogni angolo da cartelloni pubblicitari, la Bucarest del film è abitata da una popolazione incivile, superba, nervosa, verbalmente aggressiva. Il secondo episodio è un “dizionario di concetti” composto da una giustapposizione di tessere (immagini o video di varia natura) che dialogano dialetticamente con definizioni, citazioni o aforismi. Tale sintassi frammentaria crea una costellazione omogenea di tematiche che verranno espresse nell’episodio successivo, dove avviene la cruciale diatriba tra professoressa e genitori. L’ultimo episodio presenta tre possibili finali.

Il film è uno scherzo, una beffa scagliata contro il pubblico, una parodia di un film popolare. La vicenda dell'”insegnante porno” (così viene ribattezzata dai media) non è che un pretesto per compiere una critica dell’ideologia. Tuttavia, dietro lo scherzo e l’invenzione ludico-parodica si nasconde un’amara verità: una società falsa, sostenitrice di antagonismi e conflitti socio-culturali, dominata da una classe media ipocrita, sempre pronta a colpevolizzare, a vittimizzare il prossimo. Conflitti, questi, che l’emergenza sanitaria ha indubbiamente esasperato: l’impressione è che il distanziamento sociale sia piuttosto il segno di un’indifferenza straziante fra le persone.
Jude esprime un vero e proprio manifesto di poetica cinematografica. Se gli individui non vogliono e non possono vedere gli orrori che sconvolgono il mondo, poiché rimarrebbero paralizzati dalla paura, essi possono tollerare soltanto delle rappresentazioni di tale orrore. Il cinema, per Radu Jude, è lo schermo in cui è possibile far filtrare l’intollerabilità del reale, «lo scudo lucido di Atena in cui Perseo guarda il volto di Medusa senza esserne pietrificato».
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[…] Bad Luck Banging or Loony Porn di Radu Jude potrebbe essere tante cose: una “bozza per un film popolare” (come informa il sottotitolo), un dizionario rivoluzionario sull’immaginario comune, un’opera dialettica (in senso marxiano e brechtiano) sull’immagine, la storia rumena, i mali della nostra contemporaneità. Se nella prima e ultima parte si delinea il racconto di Emi (Katia Pascariu), che si conclude nella sintesi finale tra tragedia e farsa (come Marx avrebbe detto della Storia), nella seconda Jude, in ordine alfabetico, attraverso l’aiuto dei pensatori citati alla fine del film (tra cui Benjamin e Kracauer), elenca i termini della sua analisi teorica ed epistemologica. Impossibile non richiamare la lettera “C”, di “cinema”: cinema come specchio deformato del reale, cinema come scudo di Atena che permette a Perseo di uccidere Medusa, nonché, fuor di metafora, gli orrori paralizzanti, e visibili, della società capitalista. Qui, forse, il senso ultimo del film. Luca Mannella / Leggi la recensione […]
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