
Bad Luck Banging or Loony Porn – Libertà! | BFF5
Qual è la differenza fra la registrazione privata di un amplesso fra marito e moglie e un filmato pornografico professionale? Su quale retaggio culturale si fondano la Romania contemporanea e l’Europa? Qual è il limite che separa le pulsioni dell’inconscio collettivo dalla loro espressione manifesta? Fra gli ultimi film in programmazione del quinto Balkan Film Festival di Roma, Bad Luck Banging or Loony Porn di Radu Jude (di cui avevamo già parlato qui) è forse il titolo che ha raccolto negli ultimi due anni i maggiori riconoscimenti, vincendo l’Orso d’oro in occasione della 71esima edizione della Berlinale e venendo candidato, nel 2021, come Miglior film internazionale agli Academy Awards. Oltre a rappresentare il terzo film romeno negli ultimi nove anni ad aver ricevuto il premio principale del Festival di Berlino (dopo Touch Me Not di Adina Pintilie, nel 2018, e Il caso Kerenes di Călin Peter Netzer, nel 2013), Bad Luck Banging è portatore di un discorso sociale, culturale e mediale di ampio respiro, che trova nelle questioni riguardanti la sessualità, la rappresentazione della sessualità e la loro espressione filmica, pornografica o meno, il perno tematico del proprio ragionamento.

A connotare fortemente il film è innanzitutto una struttura formale precisa. Bad Luck Banging è diviso in tre parti, e a ciascuna di esse corrisponde un epicentro discorsivo e formale, cui ruotano intorno le riflessioni espresse da Jude attraverso l’unione di parola e immagine.
In una prima sezione con funzione denotativa, intitolata “Strada a senso unico”, vengono introdotte la figura protagonista – ovvero Emi, una professoressa che è stata vittima, per cause traverse, del caricamento su internet di un filmato amatoriale in cui ha un rapporto sessuale col marito – e le caratteristiche ambientali della diegesi filmica: la Romania contemporanea, la pandemia del Coronavirus, il clima di rabbia sotterranea della metropoli e l’universo segnico della città che si esprime in cartelli, indicazioni stradali, gigantografie pubblicitarie e palazzi in rovina. A questa prima sezione risponde la funzione connotativa della seconda (intitolata “Breve dizionario di segni, aneddoti e meraviglie”), in cui Jude dà libero sfogo all’immagine e alla parola: la comunione documentaristica dei filmati d’archivio, delle immagini cinematografiche e di altre riprese d’origine spuria – immagini talvolta sessualmente esplicite – realizza una genealogia dell’immaginario comune della Romania e, metonimicamente, dell’Europa, mettendo in evidenza le criticità etico-morali e le contraddizioni derivanti dall’unione fra Storia e storie. La terza sezione (“Prassi e allusioni – sitcom”), infine, avvicina sinteticamente fra loro il cortocircuito culturale romeno e la vicenda personale di Emi, e corona l’affresco del regista romeno proponendo tre finali differenti che spaziano dal realismo alla parodia.

Quello di Jude è un incredibile lavoro dialettico; un saggio-per-immagini costruito sul rapporto fra tesi, antitesi e sintesi di un intero universo culturale. La chiave simil-narrativa di Bad Luck Banging appare quasi subito come il pretesto necessario per una serrata analisi mediale (dalla letteratura al cinema, dalla pornografia al generale utilizzo delle estensioni mediali dell’uomo), per la problematizzazione di una questione di genere e per una disamina culturale precisa, che servendosi di una trama scarna e di personaggi evidentemente archetipici, simboli delle distorsioni del contemporaneo, instaura un impressionante dialogo con lo spettatore – a partire dalla prima sequenza, ovvero dalla proiezione in sala, e quindi in un ambiente pubblico e comunitario, del filmato esplicito da cui dipende la tortura morale cui Emi viene sottoposta. Niente viene lasciato al caso: il regista e i personaggi citano, con tanto di smartphone a portata di mano e pronto alla consultazione, il pensiero di Kuhn, Arendt, Toc, Babel’, Căstăian, Blok, Eminescu, Pasolini, in una discussione che unisce il sacro e il profano e che mette in evidenza i clamorosi limiti (pedagogici, umani, culturali) delle reti sociali contemporanee.

In questo assalto tragicomico a una Bastiglia irriconoscibile, si eleva fra le altre riflessioni anche un’istanza metadiscorsiva, una considerazione malinconica sulle possibilità del medium-cinema di affrontare l’universalità delle questioni che al giorno d’oggi infiammano i dibattiti. La definizione di cinema che Jude dà nella seconda sezione – una definizione non distante da quella che il Debray mediologo e filosofo ne dava in Vita e morte dell’immagine – impone infatti una riflessione obbligata. Così si esprime Jude: «Abbiamo imparato a scuola la storia della Gorgone Medusa, il cui volto era tanto terribile da trasformare alla sua sola vista uomini e bestie in pietra. Quando Atena mandò Perseo a uccidere il mostro, lo istruì di non guardarla in volto, ma solo al suo riflesso su uno scudo lucidato. Seguendo il suo consiglio, Perseo tagliò la testa di Medusa. La morale è che non volgiamo (e non possiamo volgere) lo sguardo verso i veri orrori, perché ci paralizzano con un terrore accecante, e che sappiamo a cosa somigliano soltanto osservando immagini che ne riproducono l’apparenza. Lo schermo del cinema è lo scudo lucidato di Atena». Qual è dunque il valore di Bad Luck Banging or Loony Porn?
A conti fatti, il film costituisce un parodico esame di coscienza nei confronti dello spettatore, e specialmente nei confronti dello spettatore consapevole di voler promuovere e difendere ciò che Bad Luck Banging rappresenta come a rischio, in pericolo. Jude sembra invocare una fantasia, o una speranza comune che ci unisca, servendosi di una tematica fortemente sessuale per aprire varchi di senso nel discorso cinematografico. La gogna pubblica, il voyeurismo, la perversione – tutto ciò si manifesta cinematograficamente come un rigurgito acido, in nome di un codice morale annichilente e di una visione reazionaria del mondo che non ha più attinenza con la post-frammentazione della realtà, né tantomeno con l’esistenza stessa di internet e col rapporto epistemologico fra uomo e conoscenza, che internet stesso ha modificato irrimediabilmente. Con Bad Luck Banging or Loony Porn, Jude lancia un appello molto chiaro, e quanto meno morale possibile: masturbatevi, fate l’amore, costruite un rapporto sano con l’alterità e con la vostra sessualità, confrontatevi. Ma soprattutto fate cultura, vivete cultura; che ce n’è un enorme bisogno.
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[…] il 1998. E siccome il cinema funziona come lo scudo di Perseo, uno specchio incantato in cui possiamo fissare senza timore la mostruosità del reale, allora […]