
Fata madrina cercasi – Riscrivere il lieto fine
«Anche i miracoli richiedono del tempo» dichiara la fata Smemorina in Cenerentola (1950) mentre agita la bacchetta magica a ritmo dell’intramontabile Bidibi Bodibi Boo. Ognuno conosce questa sequenza, ognuno sa come va a finire: Cenerentola in carrozza verso il ballo e la fata madrina scompare. È sempre stato questo il compito dell’aiutante per eccellenza delle fiabe: fornire all’eroe i giusti mezzi per raggiungere il lieto fine. Eppure, dopo che la Disney ha celebrato villains e personaggi secondari, con Fata Madrina Cercasi anche la fata madrina ha diritto, su Disney+, a un ruolo da protagonista: a settant’anni da una delle sue più iconiche rappresentazioni, questa volta il miracolo è proprio per lei.

Uscito su Disney+ il 4 dicembre 2020, Fata madrina cercasi celebra e modernizza questo particolare attante e le sue peculiarità. Dalla regia di Sharon Maguire, la pellicola porta sul piccolo schermo la storia di Eleanor (Jillian Bell), una pasticciona fata madrina apprendista che per salvare il regno e la reputazione di Madrinaland si catapulta nel nostro mondo con un compito ben preciso: convincere gli uomini che le fate non sono fuori moda, che essi necessitano ancora di credere nella magia. La missione di questo personaggio ha nome e cognome: Mackenzie Walsh (Isla Fisher), madre single di 40 anni che molti anni prima aveva inviato a una lettera alle fate madrine chiedendo aiuto per trovare il suo lieto fine. In un’entusiasmante corsa contro il tempo, Eleanor adopererà tutta la sua magia pur di restituire il tanto celebrato “e vissero felici e contenti” nella complicata vita di Mackenzie e delle sue figlie.

Connubio tra la goffa e ingenua Giselle di Come d’Incanto (2007) e la forza educatrice di Mary Poppins (Mary Poppins, 1964) e Maria Rainer (Tutti Insieme appassionatamente, 1965), la caratterizzazione di Eleanor è indubbiamente uno dei punti di forza del film. Eterea quanto umana, questa figura archetipa di un mondo immaginario impara durante il corso della pellicola a comprendere il mondo contemporaneo e le sue difficoltà, trovando la forza di influire nel presente della famiglia Walsh con estrema modernità. Ecco dunque che il viaggio di Eleanor non è più solo una disperata missione di salvataggio su più fronti, bensì una più intima e personale riflessione sul suo ruolo e sul concetto di lieto fine.

Attorniata da una scintillante cornice natalizia, il percorso della protagonista raggiunge il picco più alto nella moderna comprensione di quanto la canonica rappresentazione di lieto fine promossa da Madrinaland e dalle sue abitanti sia in realtà una prerogativa riduttiva in un mondo tanto vasto e pieno di differenti realtà. Questo nuovo prodotto della piattaforma di Topolino persegue le tracce del percorso iniziato con Frozen (2013) di una più ampia rappresentazione del concetto di “vero amore”. Accanto al bacio del principe azzurro però, stavolta non viene risaltato esclusivamente l’amore e il calore familiare – qui rappresentato tra madre e figlie, nonna e nipotino, da una famiglia omogenitoriale – bensì anche quello verso sé stessi e verso le proprie passioni. Raggruppando differenti facce dello stesso sentimento, Fata Madrina Cercasi è un monito a continuare a vivere la realtà senza perdere la magia di ogni possibilità perché per ognuno c’è più di un lieto fine.

Impegnata più che mai a fotografare la contemporaneità nelle sue più disparate accezioni, la Disney cerca di riattualizzare la sua storia secondo le regole del vivere quotidiano. Oltre alla già citata famiglia arcobaleno, anche nella sequenza animata finale troviamo tra le fate apprendiste reclutate da Eleanor un personaggio “gender non conforming”. Una scelta attuale e in piena linea con la politica di molti dei nuovi prodotti Disney+: dal corto Out al documentario Howard – La vita, le parole infatti la casa di Topolino sta sempre di più strizzando l’occhio alla rappresentazione della comunità LGBTQ. C’è ora da capire se più che un contentino per la lotta agli stereotipi fagocitata in una così grande piattaforma sia da intendere come un tiepido, per quanto nuovo, passo verso il cambiamento.

Senza pretesa alcuna di virtuosismi di regia, questa nuova commedia targata Disney si presenta come una semplice ma efficace ricetta di buoni sentimenti, gag divertenti e quel ridondante citazionismo postmoderno tanto ricercato nelle ultime uscite della casa di Topolino. Fata Madrina Cercasi è un’opera intelligente e non scontata, la quale presenta indubbiamente tutte le carte in regola per diventare un classico natalizio disneyano da gustarsi in famiglia, davanti al caminetto acceso. Una magia travolgente capace di avvolgere chiunque, anche se “fuori tempo” dal classico Bidibi Bodibi Boo.

Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista
[…] Accanto alla recitazione dell’attrice di origini cubane, va segnalata l’iconica presenza di Billy Porter nei panni della fata madrina, che nel film, stando al doppiaggio italiano, ha nome di Favolosa Madrina. Esuberante nel suo sfavillante abito dai toni arancio, l’attore è senza dubbio il punto di rottura più interessante della pellicola, un momento genderless, una strizzata d’occhio al mondo LGBTQI+, affine a quella che, per rimanere in tema fate, si era vista già in Fata madrina cercasi. […]