
Di nuovo la magia è possibile – Cenerentola su Amazon Prime Video
Disponibile dal 3 settembre 2021, Cenerentola approda su Amazon Prime Video. Dopo un travagliato percorso, il musical (regia di Kay Cannon, già sceneggiatrice della serie Pitch Perfect) si ricava uno spazio tutto suo nella piattaforma, andando ad arricchire il catalogo di Prime Video.
La pittoresca gioia del musical – (Ri)scrivere un classico
Nella nuova riscrittura della fiaba, la nota eroina (interpretata da Camila Cabello) è un’ambiziosa giovane donna che cerca di conquistarsi il suo spazio in un mondo che non sembra troppo contento di voler accettare la sua indipendenza. Cenerentola ha un sogno: diventare sarta e creare vestiti che un giorno tutti possano andare fieri di indossare. Intraprendente, non si lascia troppo scoraggiare dalla matrigna (Idina Menzel, felicissima scelta per questo ruolo) che puntualmente le ricorda che ogni donna si realizzi solo nel matrimonio.
Come vuole la tradizione, al ballo Cenerentola si gioca il tutto per tutto, ma la Cenerentola di Camila Cabello non ha intenzione di compiere rinunce per il principe (Nicholas Galitzine) e, sebbene costui rappresenti l’amore della sua vita, non è disposta a mettere da parte il suo sogno. Semmai, questa volta, è il giovane principe che, resosi conto di non essere adatto alla politica, fa un passo indietro, lasciando il trono alla sorella (Tallulah Greive) così da poter seguire la sua amata.

Un femminismo didascalico, motivato forse dai veloci tempi del musical, è pregio e difetto dell’opera intera, che fortunatamente non risulta compromessa, ma riesce nel suo intento di mantenere vivo e attuale il messaggio più universale della fiaba: credere e agire per realizzare i propri sogni. Il tutto secondo la formula del musical che carica di energia ogni momento del film, in cui ogni scenario sembra un quadro barocco, e la tavolozza dei colori è amplissima, senza disturbare l’occhio dello spettatore.
Il peso della tradizione
Ogni Cenerentola deve fare i conti con la precedente ed ogni versione che si allontani dai confini del racconto tradizionale deve sapersi ritagliare un proprio spazio, un luogo d’azione che non crei troppi conflitti.
Camila Cabello deve misurare il suo personaggio con le interpretazioni di attrici che hanno dato al ruolo una personalissima e originale misura: Hilary Duff (A Cinderella Story, film del 2004, disponibile su Netflix), oppure Lily James (Cenerentola, film del 2015, disponibile su Disney+) per citare solo due delle molteplici attrici che si sono cimentate nel ruolo. La Cabello riesce nell’impresa: è una Cenerentola frizzante, dalla risposta sagace e sempre pronta, che si muove a suo agio dietro una macchina da presa che sa valorizzare la sua presenza scenica.

La scelta di Camilla Cabello per il ruolo della protagonista è interessante, inoltre, anche da un punto di vista fisiognomico: Cenerentola è un personaggio che l’immaginario comune tende a rappresentare con tratti tipicamente nordici, capelli biondi e occhi chiari, che la Cabello non ha. Non è un scelta nuova in assoluto, perché già Selena Gomez in Another Cinderlla Story (2008) e, più recentemente, il film d’animazione Gatta Cenerentola (2017) non hanno assecondato una simile immagine, a cui la nuova Cenerentola dà una sfumatura in più: a conti fatti, dopo la pellicola d’animazione del 1950 targata Disney, per buona parte del pubblico Cenerentola ha occhi chiari e capelli biondi (o, tuttalpiù, castani) ed ogni scelta che si allontani da questa immagine è significativa, sebbene, nel tempo, si possa rintracciare un’opposizione per cui, se ha capelli biondi e occhi azzurri, Cenerentola ha un che di angelico (l’interpretazione di Lily James gioca molto sulla superiore tempra morale del personaggio), mentre se ha capelli scuri e occhi non chiari finisce per essere un’energica donna del popolo, quasi come Sophia Loren in C’era una volta (1967) di Francesco Rosi, pellicola che assomma in sé varie fiabe della tradizione, Cenerentola inclusa.
Accanto alla recitazione dell’attrice di origini cubane, va segnalata l’iconica presenza di Billy Porter nei panni della fata madrina, che nel film, stando al doppiaggio italiano, ha nome di Favolosa Madrina. Esuberante nel suo sfavillante abito dai toni arancio, l’attore è senza dubbio il punto di rottura più interessante della pellicola, un momento genderless, una strizzata d’occhio al mondo LGBTQI+, affine a quella che, per rimanere in tema fate, si era vista già in Fata madrina cercasi.

Let’s Get Loud
Sulle note di Let’s Get Loud il racconto volge al termine e ciascuno è legittimato a far sentire un’ultima volta la propria voce. Dalla balconata del palazzo reale la regina Beatrice (Minnie Driver) dà il La e un canto collettivo prende avvio. È il momento del perdono della matrigna, il momento in cui ciascuno afferma sé stesso un ultima volta, un momento anche per ribadire quel femminismo a tratti didascalico di cui sopra.
Poco importa se alcune sbavature nella sceneggiatura possono annoiare lo spettatore più esigente. L’opera risulta piacevole, gradevole e Camila Cabello dà una misura tutta sua al personaggio di Cenerentola, che, per quanto arduo nel vasto panorama disponibile, riesce a ritagliarsi un proprio spazio, non confinando il film negli angusti limiti di un intrattenimento fine a sé stesso.
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista