
The Mandalorian – Capitolo XI – Is this the Way?
Attenzione: la recensione contiene spoiler dell’episodio 11 | I primi due episodi della seconda stagione di The Mandalorian hanno confermato la forte vocazione antologica e citazionista della serie, raccontandoci due piacevoli avventure autoconclusive. Il Capitolo XI, The Heiress, ripropone questa struttura, questa volta imbastendo un heist movie ad ambientazione marina, regalandoci però numerose sorprese, che amalgamano ulteriormente The Mandalorian con il vasto canone di Star Wars già esistente.
Il Mandaloriano si ritrova, dopo un rocambolesco atterraggio, sulla luna acquatica di Trask, dove la signora Frog può finalmente riunirsi al marito, per assistere infine alla schiusa delle uova sopravvissute all’insaziabile Baby Yoda. Din riceve una soffiata sulla presenza di Mandaloriani, che si rivela però una trappola tesa dai sempre infidi Quarren; sarà proprio un terzetto di Mandaloriani a risolvere la situazione, arrivando in soccorso attimi prima che il Bambino venga a sua volta, per contrappasso, divorato.

Vedere in azione i guerrieri in jet-pack e armatura è sempre uno spettacolo, ma è quando i Mandaloriani si tolgono l’iconico elmo che abbiamo la prima grande sorpresa. La leader del trio è infatti Bo-Katan, una vecchia conoscenza dei fan di The Clone Wars e Rebels, insignita del titolo di Mandalore in età imperiale e precedente portatrice della Darksaber. Bo-Katan propone uno scambio a Din: la locazione di un Jedi in cambio di aiuto nell’assalto a un trasporto di lealisti Imperiali, carico di armi importanti per la causa Mandaloriana.
La missione è un pretesto per mostrare nuovamente in notevoli sequenze d’azione l’inarrestabile gruppo di Mandaloriani contro un manipolo Imperiale, capitanato da un fanatico ufficiale interpretato da Titus Welliver (il “Man in Black” di Lost, ma anche Deadwood e Sons of Anarchy), ma con il procedere dell’assalto risulta evidente come il vero obiettivo di Bo-Katan sia recuperare la Darksaber e affrontare il Moff Gideon di Giancarlo Esposito, con cui ha evidentemente parecchi conti in sospeso.

L’incontro di Din con altri Mandaloriani è l’elemento centrale dell’episodio, mettendo in discussione uno degli aspetti chiave del protagonista, il suo Credo, immediatamente urtato nel realizzare che Bo-Katan e colleghi non hanno problemi per esempio a togliersi l’elmo e mostrare il volto a piacimento. Viene confermato che i Mandaloriani che hanno cresciuto Din, visti nei flashback della prima stagione, sono reduci della Death Watch, una frangia fondamentalista dedita al ritorno delle antiche tradizioni, di cui la stessa Bo-Katan faceva inizialmente parte.
Questa scoperta, conclusa da un sarcastico “This is the way“ da parte di Bo-Katan, potrà (oltre a spiegare quelle che potevano sembrare incongruenze con il lore precedentemente stabilito) dare ottimi spunti alla serie, rendendo più complesso il protagonista e, a voler essere pratici, risultando una possibile occasione futura per mostrare più spesso il volto di Pedro Pascal.

Grande assente della puntata è Baby Yoda, relegato spesso a (sempre adorabile) spalla comica, complici in questo caso anche la breve durata dell’episodio e la sua vocazione action. Sperando di vedere in futuro interessanti sviluppi per il Bambino, The Heiress rimane comunque un episodio riuscito, ricco di riferimenti, sequenze entusiasmanti e indizi su quale potrà essere il futuro della serie, concludendosi con un tease che supera quello del primo episodio: il Jedi che Din dovrà incontrare altri non è che Ahsoka Tano, la cui possibile apparizione in live-action aveva mandato in visibilio i fan fin dalle prime indiscrezioni.
Easter eggs del Capitolo 11
- Death Watch, Nite Owls, Darksaber, Ahsoka Tano: nell’episodio abbondano i riferimenti a Clone Wars e Rebels, ma la protagonista assoluta è Bo-Katan Kryze, il cui aspetto cartoon viene perfettamente riprodotto nell’interpretazione di Katee Sackhoff, che riprende il personaggio dopo esserne stata la doppiatrice nella sua versione animata.
- Trask sembra essere abitato principalmente da Mon Calamari e Quarren, questa volta con maglioni di lana a metà tra l’hipster e il marinaresco. I primi sono conosciuti per l’Ammiraglio Ackbar e il suo leggendario “It’s a trap“, i secondi spesso rappresentati come disonesti e attaccabrighe, schierati con i Separatisti in Clone Wars ed entusiasti ospiti delle feste al palazzo di Jabba. Non è forse un caso che la prima vittima del Mandaloriano sia proprio un Quarren, segato a metà nel primo episodio della serie, in cui Din guadagna anche i viscidi crediti di Mon Calamari spesi in questo capitolo.
- A dirigere l’episodio ritorna Bryce Dallas Howard, già regista del Capitolo IV, e la sequenza del trasporto Imperiale ha molti punti in comune, nell’estetica e nella direzione, con l’assalto al treno di Solo, diretto da Ron Howard. Il vero omaggio al padre é però la sequenza iniziale di atterraggio, per ammissione della regista stessa una diretta citazione al rientro nell’atmosfera di Apollo 13.

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