
Lucca Comics & Games 2023 | Cosa significa “insieme”?
In tanti anni di frequentazione della fiera non ricordo un’edizione di Lucca Comics & Games così complessa come quella di questo 2023 che si è da poco conclusa portando con sé non pochi punti interrogativi, dalle ragionevoli polemiche che ne hanno anticipato l’inizio – non staremo qui a ricapitolare ragioni e nomi, se ne è parlato a sufficienza – alle conseguenze di un meteo che da “semplicemente” avverso è diventato in poco tempo distruttivo e drammatico. Nelle mura della cittadina toscana, che per cinque giorni ogni autunno si trasforma nel centro italiano della cultura nerd, si è respirata un’aria faticosa che ha inevitabilmente fatto attrito con i tanti eventi – troppi per rendere conto di tutto – che hanno punteggiato le densissime giornate.

Il tema di quest’anno – Together, insieme – guardandosi indietro diventa la chiave con cui leggere le possibili traiettorie di questo Lucca Comics & Games, ogni anno più esteso e capillare – non c’è angolo della cittadina che non sia sfruttato – e inevitabilmente capace di intercettare i trend dei settori che di volta in volta vi guadagnano spazio, dal fumetto al gioco, passando per gli operatori streaming (non per forza attraverso le serie tv) e per un’ormai vastissima contaminazione giapponese, a fotografare l’interesse imperante che manga e anime – nonché certi produttori di videogame – hanno saputo conquistare sul pubblico italiano. È proprio in questo suo essere cartina tornasole degli andamenti dell’industria culturale che Lucca Comics & Games acquisisce un’importanza irrinunciabile e, con questa edizione 2023, è sembrata davvero volersi aprire ad una partecipazione – together, appunto – che si spera sia sempre più l’autentica vocazione della fiera.

Accanto ai padiglioni inavvicinabili – il PalaPanini e quello dedicato a One Piece i più assaliti dalle code – e vicino alla celebrazione degli ancora venerati eroi dei tanti mondi nerd – qualche nome: Frank Miller, Jim Lee, Garth Ennis, Naoki Urasawa, Ian Livingstone – hanno trovato infatti una significativa presenza i risultati del lavoro dei fan, capaci non solo di realizzare cosplay impensabili, ma anche di dar materialmente vita ai propri universi: è impossibile non restare incantati davanti a prop e oggetti scenici costruiti ed esposti dagli appassionati artigiani, che diventano in un momento motivo di conversazioni ricchissime su cosa significhi abitare autenticamente le narrazioni che definiscono le nostre identità di spettatori, lettori, giocatori e fruitori. Girando per le vie e per le mura di Lucca quest’anno si è tornati finalmente a respirare quel senso di comunità che non si percepiva da tempo anche grazie alla presenza di questi esempi sorprendenti di operosità dal basso, che diventano immancabilmente connettori per i fandom.

Un senso di comunità che non è mancato anche da parte dei già citati ospiti, spesso sorprendenti nel cercare essi stessi un contatto con quelle persone che sono capaci di attendere ore sotto la pioggia per una firma e un saluto: episodi come il vedere Jim Lee – eroe del fumetto americano che tra le tante cose ha plasmato l’estetica moderna di Batman e degli X-Men – insistere con fermezza per rompere le regole degli showcase e poter donare un disegno a un fortunato tra il pubblico, o incontrare Lillo Petrolo che resta senza parole di fronte alla mostra dedicata alla sua passione di pittore di miniature, fino a sentire le attente, sincere e ferme riflessioni di Frank Miller e Garth Ennis su temi attuali e complessissimi che intercettano il fumetto sono tutti esempi di una fiera che ha la potenzialità di diventare autentico punto di incontro tra gli eroi e i fan, complice un’atmosfera cittadina totalmente diversa dai capannoni dei vari ed eventuali Comicon globali.

Certo questo passa inevitabilmente per il sempre più complesso ingrandimento dei numeri, degli eventi, degli ospiti e dei costi – biglietti, alloggi, trasporti – che rendono Lucca Comics & Games via via meno facile da immaginare all’interno della piccola cittadina toscana, il tutto a prescindere dalle controverse e contingenti scelte di questo 2023; allo stesso tempo non è pensabile un vero ridimensionamento che non passi inevitabilmente da quello dell’intero insieme dei tanti contesti che in Lucca trovano un correlativo oggettivo, perché il mondo dell’entertainment è e resta in crescita a prescindere da paventate crisi occasionali che non scalfiscono l’insieme di un appeal discorsivo ed economico ancora immenso. La strategia scelta per il momento, ovvero sfruttare sempre più ogni angolo di Lucca, se non aiuta a sciogliere le immense code almeno è capace di aggiungere fascino al tutto, per esempio collocando la mostra di MinaLima – gli Art Director del mondo di Harry Potter – all’interno della stupenda Chiesa di San Cristoforo.

Al netto di tutto, e con un pensiero a quanto ha circondato il prima e il durante di questo Lucca Comics & Games 2023, mi sento di accogliere le riflessioni di Gianluca Costantini che alla domanda sul perché a fronte del suo esplicito attivismo abbia scelto di partecipare comunque a quest’edizione della fiera ha risposto che piuttosto di reagire in modo conflittuale sia opportuno vedere Lucca C&G come un luogo dove liberamente testimoniare la propria visione del mondo. Penso che la strada per Lucca debba essere sempre più in questa direzione e la speranza è che chi ogni anno dà forma alla fiera possa muoversi con la giusta lucidità per concretizzare ogni sfumatura di significato di quel together, restituendo ai fan quel luogo unico dove incontrare i propri universi.
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