
Shrinking – La necessaria vulnerabilità degli esseri umani
«Stay open. If your defenses come up, you’re fucked. But two vulnerable people will always find a way to connect.» è il fondamentale consiglio dispensato da Paul (uno straordinario Harrison Ford al suo primo ruolo comico sul piccolo schermo) a Brian (Michael Urie) e al fidanzato Charlie (Devin Kawaoka) nel sesto episodio di Shrinking, la nuova serie targata Apple TV+ creata da Bill Lawrence (già ideatore di memorabili prodotti del panorama seriale quali Scrubs e Ted Lasso), Brett Goldstein (già Roy Kent in Ted Lasso nonché uno degli sceneggiatori dello stesso show) e Jason Segel (che nella serie veste anche i panni del protagonista Jimmy). Un consiglio urgente e sincero, dunque, che finisce per costituire la chiave ultima attraverso cui poter comprendere il messaggio alla base di Shrinking: l’importanza imprescindibile, nonostante il dolore e le difficoltà che offuscano la propria quotidianità, di creare connessioni con le altre persone poiché è solo grazie a queste che si possono tentare di modificare le traiettorie della propria vita.

La serie di Lawrence, Goldstein e Segel, infatti, è popolata da personaggi stratificati, multidimensionali e a loro modo unici che devono affrontare giorno dopo giorno questa sfida per poter rompere l’immobilismo in cui sembrano essersi stagnati, ricostruire sé stessi e navigare al meglio le proprie relazioni interpersonali. È Jimmy a reagire per primo decidendo, dopo un anno passato ad evitare di affrontare il lutto causato dalla perdita della moglie Tia (Lilan Bowden), di cambiare il suo approccio da psicologo e in qualche modo la sua intera esistenza: stanco di ascoltare i propri pazienti lamentarsi di essere bloccati deciderà infatti di spingerli ad agire affinché possano diventare la versione migliore di sé stessi (tra questi, in particolare, stringerà una relazione significativa con Sean, un giovane ex veterano affetto da PSTD interpretato da Luke Tennie). Oltre al rapporto con il suo lavoro, il protagonista si ritroverà poi a tentare di riedificare le relazioni con le persone a lui care che ha trascurato nell’ultimo anno: la figlia adolescente Alice (Lukita Maxwell), il migliore amico Brian, i colleghi Paul e Gaby (Jessica Williams) e l’amica nonché vicina di casa Liz (Christa Miller).
Se è vero però quanto sostenuto da Paul nel secondo episodio della serie che «Nobody gets through this life unscathed», oltre al suo protagonista ognuno dei personaggi di Shrinking sta attraversando un momento complicato della propria esistenza. Paul, ad esempio, si vede costretto ad abbandonare la propria Fortress of Solitude a causa del peggioramento del suo morbo di Parkinson provando ad affidarsi alle persone che gli vogliono bene e tentando di creare una relazione con la figlia Meg (Lily Rabe) prima che sia troppo tardi. Alice, invece, sta cercando di capire come essere una teenager “normale” nonostante l’enorme perdita subita. Gaby sta tentando di rinascere romanticamente dopo il proprio divorzio. Sean deve ritrovare la propria normalità e con essa la sua strada. Brian deve superare le proprie riserve per poter essere finalmente felice mentre Liz è alla ricerca di un equilibrio personale aldilà del suo essere madre e moglie (una menzione speciale va d’altronde al buffo marito di quest’ultima, Derek interpretato da Ted McGinley).

In maniera molto simile a Ted Lasso, anche la serie con Jason Segel e Harrison Ford allora non manca di sottolineare l’intrinseco valore dell’evoluzione continua – specie se si sostiene e si è sostenuti da persone speciali – e l’esigenza di andare oltre la superficialità apparente per avere il coraggio di scoprire le proprie verità, non importa quanto scomode o difficoltose: d’altronde è solo abbracciando l’intera gamma di emozioni umane- positive e negative che siano- che si può essere persone complete. Come Ted Lasso, inoltre, anche Shrinking sfiora continuamente il confine tra comedy e drama (la frase pronunciata da Gaby «It’s pretty dark but you’re not gonna kill my vibe» può essere intesa come un sincero manifesto di intenti valido per entrambe le serie) sviscerando temi importanti come terapia e lutto e tinteggiando ogni episodio da un inconfondibile sentimento dolceamaro, ottenuto in questo caso anche grazie all’uso di una colonna sonora ricercata e contemporanea.

Alternando in modo ottimo il viaggio individuale di ciascun personaggio alla coralità che intercorre tra questi, Shrinking finisce per evidenziare quanto sia necessario circondarsi delle persone giuste per non soccombere al peso del proprio bagaglio personale e per potersi aiutare reciprocamente a trasportarlo («The best way to help yourself is to help other» dirà infatti Jimmy ad un certo punto).
Dalle spassose one-liners enunciate da un serissimo Harrison Ford passando per l’onesta vulnerabilità di ogni personaggio, Shrinking riesce perciò a dipingere in maniera veritiera le emozioni umane in tutta la loro complessità e contraddittorietà dimostrando in ultima analisi quanto destreggiarsi tra quest’ultime insieme alle persone che ci circondano può rendere la nostra vita infinitamente più complicata ma senza dubbio anche infinitamente più degna di essere vissuta.
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