
Il fenomeno Musica Leggerissima – Intervista a Zavvo Nicolosi, regista del videoclip
A volte capita che una canzone vinca Sanremo, anche senza vincerlo davvero. Quest’anno è stato il caso di Musica leggerissima di Colapesce e Dimartino, due cantautori siciliani che dopo dieci anni di carriera ed amicizia hanno unito i loro percorsi con la realizzazione di due dischi di inediti (I mortali1 e I mortali2). Entrati nel festival da quasi sconosciuti al pubblico generalista, adesso si trovano al primo posto dovunque, che sia nella rotazione radiofonica o su Spotify, Amazon Music, Apple Music e iTunes. L’invasione è arrivata anche sui social network dove, fin dalla prima esibizione sul palco dell’Ariston, Musica leggerissima si è trasformata nel sottofondo di migliaia di video, dalla sequenza finale di Jojo Rabbit a Nanni Moretti che balla in Caro Diario.
In concomitanza con l’uscita della canzone, è arrivato su YouTube anche il video musicale, diretto da Salvo “Zavvo” Nicolosi del collettivo Ground’s Oranges (attivo dal 2013, è composto da Zavvo, Jacopo Saccà, Marco Riscica, Dimitri Di Noto e Riccardo Nicolosi). Con oltre cinque milioni di visualizzazioni su YouTube e un filtro Instagram dedicato, si è ritagliato presto un posto nel cuore dei fan che hanno deciso di omaggiarlo in modo molto particolare. L’8 marzo un utente su Twitter scrisse “Vorrei loggare il video di Musica leggerissima su Letterboxd [social per tenere traccia dei film visti, ndR.] per metterlo tra i miei film preferiti”. Il regolamento del social e dell’archivio di riferimento (TMDb – The Movie Database) non permette di aggiungere video musicali, ma solitamente i contenuti riescono a restare sulla piattaforma finché non vengono segnalati ai moderatori. Così una volta aggiunto Musica leggerissima e lo sketch di accompagnamento I mortali su Letterboxd, gli utenti sono riusciti, votandolo in massa, a farlo diventare nel giro di una giornata e mezza il film con il voto più alto sulla piattaforma superando persino Parasite di Bong Joon-ho e il precedente detentore del record, il corto messicano El Taquero Mamón.
Proprio in seguito a questo exploit di cui l’autrice dell’articolo è responsabile, siamo entrati in contatto con Zavvo Nicolosi per parlare del fenomeno Musica leggerissima, del citazionismo e di Pippo Baudo.

Come è stato scoprire di essere finito su Letterboxd?
Mi ha fatto molto ridere. Io ho Letterboxd fra l’altro giusto da un paio di mesi e poi, essendo appunto un fissato di cinema, ho aggiunto milioni di film quindi, quando ho visto questa cosa, sono impazzito e mi son chiesto perché ci fossero sia il video di Musica Leggerissima che lo sketch I mortali. Immagino sia nato da uno scherzo, ma mi domando soprattutto come siete riusciti a convincere tutti a mettere cinque stelle. È anche vero che adesso, dovunque mi giro, c’è un mondo invaso da Musica leggerissima con tutti i meme possibili e immaginabili. A prescindere è un bellissimo ricordo, mi son fatto pure lo screenshot per celebrarlo. Ormai l’amore della gente per la canzone e il video sta diventando fuori controllo.
Ti ha sopreso in qualche modo la reazione della gente al video e alla canzone?
Io ho capito che il video fosse venuto bene nel momento in cui non mi è stata chiesta nemmeno una modifica. Questa è una cosa che non succede quasi mai, soprattutto se vai a Sanremo. Si è sparsa anche la voce tra i nostri colleghi che ci chiamavano e dicevano “Avete fatto un video bestiale”. Il passaparola che si era già formato allora mi faceva ben sperare. Parliamoci chiaro però, la verità è che spesso e volentieri il merito spetta alla canzone. Quando esplode la canzone, il video esplode insieme ad essa.
Il video è anche uno dei modi più facili per ascoltare Musica leggerissima, essendo su Youtube e quindi alla portata. Non serve nemmeno l’accesso, al contrario di Spotify. Logicamente a me fa molto piacere il successo, ma questo non lo definirei nemmeno il migliore dei nostri video, ne abbiamo fatti altri sullo stesso livello, se non migliori. Questo ha acchiappato il trend giusto perché, quando ti trascina la canzone, ti trascina anche il video e di questo sono molto contento.

Il video si apre con la ricostruzione di un fatto realmente accaduto al Festival di Sanremo nel 1995: il contestatore Pino Pagano minacciò di gettarsi dalla galleria dell’Ariston, ma venne poi rassicurato e portato in salvo dall’allora conduttore Pippo Baudo. L’idea di inserirlo è nata prima o dopo di sapere della partecipazione al festival?
Io sono un grande amico di Lorenzo e Antonio [Lorenzo Urciullo e Antonio Di Martino, i veri nomi rispettivamente di Colapesce e Dimartino, NdR] e sapevo che avevano fatto questa canzone per Sanremo. Nel momento in cui si è saputo che era stata selezionata ufficialmente, io mi sono imposto per inserire la scena di Pippo Baudo che salva l’uomo che si voleva suicidare, perché aspetto il momento per farlo dal 1995. Io sono fissato con Pippo Baudo [il video è difatti “dedicato con ammirazione e amore vero al solo ed immenso Pippo Baudo”, NdR], è inspiegabilmente uno dei miei miti. Musica leggerissima in sé ha un lato oscuro, perché parla di depressione, quindi quel riferimento a uno dei momenti più clamorosi di Sanremo ha il suo significato. Nel video riproponiamo il festival di Sanremo, ma è un Sanremo diverso, più lynchiano con queste tende rosse che richiamano la Red Room.
Qual è l’ispirazione dietro le vignette che compongono il video?
Tra le richieste che mi hanno fatto Colapesce e Dimartino, c’era fin dal principio la sequenza del balletto, su cui io non avrei puntato nemmeno mille lire, ma loro invece ci tenevano molto. La loro prima idea era di fare tutto il video di Musica Leggerissima con quel balletto, ma poi si è preferito incorporarlo semplicemente all’interno di una struttura fatta da tante vignette. Le altre richieste erano le immagini fisse, evitando quindi completamente i movimenti di camera, e il rispetto di una determinata palette di colori, per questo immagino che molti pensino a Wes Anderson. Sembra che oggi sia questo il paragone più immediato, ma quando hai immagini fisse devi per forza giocare con la composizione come fa lui.
La staticità del video serve a riflettere questo momento che stiamo vivendo e l’unico momento un po’ liberatorio, comunque a camera fissa, è il balletto, che abbiamo girato in una discoteca che sembra un posto sperduto della Romania, ma in realtà è un posto della periferia dove abitualmente di balla il liscio.

Per le location e il cast come vi siete mossi invece?
Per le location abbiamo girato tutto a Solarino (il paese natale di Lorenzo), Floridia e Siracusa. I pezzi del teatro son stati girati al Teatro Stabile di Catania e quelli con la donna vestita di nero sempre nel catanese. Se vuoi fare un video di sole immagini fisse, serve un ricambio di location per dare un po’ di movimento. È uno dei punti di forza della Sicilia, dove abbiamo appunto girato il video; fare qualcosa del genere a Milano o anche a Roma sarebbe stato impossibile per gli spostamenti e il costo delle location.
Il cast è di famiglia anche a causa della pandemia, abbiamo dovuto fare tamponi a tutti e perciò era questione di praticità per la vicinanza. C’è mezza famiglia di Lorenzo: la nonna, la prozia, il fratello minore etc. La nonna partecipa ai video di Lorenzo da sempre. Oltre al Live Movie e Totale, in Porgi l’altra guancia, una canzone di un vecchio album, l’intero video è girato a casa della nonna che quindi è una veterana nei video di Lorenzo.
Per quanto riguarda le citazioni come ti sei comportato?
La citazione più lampante è di sicuro la donna vestita di nero che si vede, che vuole richiamare Il settimo sigillo ma anche i cataloghi di moda che andavano negli anni ’90. Alcuni, però, ci hanno visto anche Jodorowsky per la scelta del luogo, dello specchio e dei colori. Il primo regista a cui tutti pensano vedendo il video è Wes Anderson, soprattutto quello più recente e famoso, ma se qualcuno ha anche solo una minima dimestichezza con il cinema, sa che lui a sua volta prende ispirazione da tantissimi registi. Non ho mai capito perché nessuno cita Peter Greenaway per le simmetrie e le follie cromatiche, ma anche Kubrick stesso. Ormai si vede una composizione fatta bene e si pensa a Wes Anderson, ma ci sono tanti altri registi che hanno questo prima di lui, come ad esempio Ozu.

In I mortali c’è la citazione della valigetta di Pulp Fiction per sopperire a un problema. Noi avremmo dovuto girare questo sketch a Milano perché ci avrebbero dato il premio di Sanremo di Diodato, ma quel premio non si poteva spostare per ragioni di sicurezza. Visto che stavamo girando il video già in Sicilia, abbiamo capito che la cosa migliore era girare anche quello sketch lì con la stessa troupe. Il premio è evocato con la luce dorata che fuoriesce dalla valigetta e ci siamo fatti mandare un messaggio vocale da Diodato per completare il tutto. Abbiamo seguito il modello di Aki Kaurismäki con questi personaggi bloccati in posti assurdi. Lo abbiamo realizzato in due secondi ed è estremamente semplice, essendo composto da pochissime inquadrature.
Io sono un fissato della cultura pop in generale e delle citazioni e ciò potrebbe essere considerato molto tarantiniano. Una volta hanno detto al mio collettivo che siamo un frullatore dove dentro è possibile buttare qualsiasi cosa, da Pippo Baudo a Jodorowsky, e poi si uniscono. Io non ci penso troppo, questi riferimenti mi vengono in modo automatico, mischiando sacro e profano. Bisogna agire per intuizione. Ad esempio in un altro video abbiamo mescolato l’immaginario di Gomorra con quello di Matrix. Ci si potrebbe chiedere cosa c’entrano l’uno con l’altro eppure vedendolo ci si spacca dalle risate.
Il tuo mondo di riferimento è il cinema o il videoclip?
Io ho sempre pensato soprattutto al cinema, preferisco non attingere troppo da altri videoclip, sarebbe scorretto attingere estetiche di altre colleghi quindi preferisco andare sul cinematografico. A volte prendo dei videoclip come riferimento da mostrare all’artista per far vedere l’idea. Si parte dal cinematografico, ma dentro vi si può inserire di tutto, anche un meme. In un video ad esempio abbiamo messo una volta un papa che picchia la mano di una signora come quella clip famosa. Siamo in un momento storico che permette queste commistioni senza problemi. Molti colleghi si fanno problemi sul mescolare cultura bassa con quella alta, mentre io e il mio collettivo non ci poniamo queste domande, siamo abbastanza punk in questo.

Per quanto riguarda il vostro lavoro come collettivo più in generale, considerate la realizzazione di videoclip qualcosa di creativo o prettamente su commissione?
Noi non facciamo quasi mai un semplice lavoro su commissione. Ci sono quegli artisti che ti danno carta bianca ma sono molto rari, capitano anche persone che hanno un’idea molto precisa su cui però ragioniamo. Nella maggior parte dei casi ne discutiamo, facciamo delle proposte e se una di queste piace poi viene sviluppata. Siamo noi a proporre l’idea, non capita quasi mai di realizzare l’idea di qualcun altro.
Come vivete il fatto di lavorare in Sicilia e non in uno dei poli principali italiani come potrebbero essere Milano e Roma?
Da una parte è una cosa fantastica, dall’altra è difficile. Essendo che siamo pur sempre in Italia, la gente ti vuole sempre sul posto perché vogliono toccare con mano il tuo lavoro quindi magari delegare a noi che siamo staccati da tutto, chiaramente viene più complicato. Nonostante questo durante questi anni siamo riusciti ad avere molti lavori. Il nostro punto di forza è proprio il nostro essere fuori da tutto e non essere influenzati da nessun giro e abbiamo quindi una caratteristica tutta a sé, che sia data dal territorio o dal modo di ragionare. Non so se ci sono altre persone che fanno questo lavoro e che sono dislocate in zone più difficili da raggiungere di noi. Siamo un po’ l’unica eccezione nel quadro. Io di lavoro vero sono psichiatra. Io quest’anno faccio 38 anni, ma ho cominciato a 27. Quando ho cominciato io non c’erano le macchine digitali. Ho fatto altri studi, ma son sempre stato appassionato di cinema e quando ho avuto la possibilità, ho comprato l’attrezzatura.
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Il settimo sigillo *
Ha poca importanza… Intervista super interessante
[…] è proprio l’andamento rapsodico (d’altronde Zavvo Nicolosi – che noi di Birdmen Magazine abbiamo intervistato – è noto per aver diretto numerosi videoclip per Colapesce e Dimartino) a impreziosire La […]