
Teatro e cittadinanza: lo spazio da riempire
Al via la seconda edizione del convegno Il mio teatro è una città, organizzato da Sergio Maifredi con il sostegno di Teatro pubblico Ligure, Regione Liguria e Comune di Sori. Il focus del dibattito sul legame tra teatro e cittadinanza sarà lo “spazio vuoto”, in memoria di Brook, delle piazze silenziose, delle distanze che abbiamo conosciuto. In streaming sulla pagina Facebook del Teatro pubblico Ligure sabato 27 febbraio alle 18.
La prima edizione de Il mio teatro è una città ha debuttato su un terreno d’argilla: era il 29 febbraio dello scorso anno e presto avremmo compreso che il problema di audience engagement, affrontato dal primo convegno, avrebbe dovuto ripensare le proprie linee guida su una strategia di following digitale.
Un anno dopo, la tavola rotonda proposta da Sergio Maifredi ci trova tutti un po’ attoniti, e ancor di più resta fedele a quella liaison – fruttuosamente pericolosa – tra teatro e cittadinanza. Con il sostegno di Teatro Pubblico Ligure, Regione Liguria e Comune di Sori, e nell’ambito della stagione Soriteatro 2020/2021, il sottotitolo si aggiorna con coerenza. Sparito il pubblico, di cui ci si preoccupa un po’ meno, il dibattito tra teatro e cittadinanza si svolge attorno allo “spazio vuoto”, e torna quel manuale di Peter Brook che (un po’ per celia un po’ per sconforto) abbiamo sfogliato negli ultimi mesi.

Lo svuotamento è stato radicale e impietoso. Città più o meno gentrificate, centri turistici, piccoli borghi, cristallizzati in una posa scultorea, sepolti da un silenzio improvviso. Le piazze, per antonomasia centro propulsore di scambi e diramazioni, ridotte a un palcoscenico abbandonato. Questa involuzione ci ha coinvolti nelle molteplici sfaccettature che ci distinguono come individui e, non di meno, come cittadini. Il convegno In the empty space – sullo spazio vuoto, tocca da più parti una dicotomia fondamentale: la separazione tra “attivo” e “passivo”, semplificazione problematica tanto per lo spettatore quanto per il cittadino. Le avanguardie teatrali si sono spremute per colmare la dissociazione tra platea e palco, e gli accademici hanno profuso le più elaborate categorie di pensiero per afferrare il senso ultima della “partecipazione” nella rappresentazione. E quanto al cittadino, fa sempre scuola nella storia della cittadinanza, l’acuto stratagemma di Sieyès che, a ridosso della Rivoluzione francese, propose una distinzione tra diritti “attivi” e “passivi”, classificando di conseguenza i detentori di simili privilegi. Eppure, nonostante il superamento formale della gerarchia, il godimento sostanziale della cittadinanza è oggi iniquo e i criteri formali hanno a che fare con il sangue o con la terra. Resta la possibilità di ereditare quella distinzione per auspicare una larga cittadinanza, connotata questa volta dal radicamento nello spazio comune della città, dalla presenza nelle sue istituzioni, dalla frequentazione dei luoghi deputati ai rituali comunitari interrotti.
In questo cahier de doléance del cittadino-spettatore attivo, il 27 febbraio alle ore 18 interverranno in molti. Maifredi dialoga con il critico e professore Andrea Porcheddu e con lo scrittore e drammaturgo Gian Luca Favetto. Tra i partecipanti, antropologi, alpinisti, architetti, filosofi e, immancabili, gli spettatori e le spettatrici che hanno fatto esperienza di duplici vuoti. Il dibattito sarà poi arricchito dalle testimonianza di registi, attrici e attori, direttrici e direttori, da Andrée Ruth Shammah, tra le più fervide attiviste a favore di una sapiente riapertura, Lucia Franci, nota co-direttrice di Kilowatt Festival Sansepolcro che ha goduto del tepore e della tolleranza dell’estate, ma ancora Tommaso Bianco della compagnia Kronoteatro di Albenga; Davide Sacco, curatore Zona Ross al Teatro Bellini di Napoli – che si è distinto per un’esperienza quasi grotowskiana di ritiro creativo tra i velluti e i palchi del Teatro partenopeo; Serena Sinigaglia, che di via Boifava ha fatto una trincea delle arti ai margini.
Alleghiamo il comunicato stampa con l’elenco completo degli invitati e con il link alla stanza virtuale in cui si proverà a coltivare la critica mediata, la scommessa sul giorno dopo, il pensiero attivo.
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