
Kerkìs: “Rane” di Aristofane
Nel portare in scena oggi le Rane di Aristofane è necessario confrontarsi con una curiosa contraddizione, che si presenta nel tentativo di rapportare il testo con il nostro presente. Da un lato questa commedia, che parla di una società in declino, di una democrazia in difficoltà minata alle fondamenta da corruzione e populismo, risulta estremamente vicina ed attuale per lo spettatore odierno. D’altro canto però l’opera tratta diffusamente e dettagliatamente di poesia tragica, dei valori che può veicolare, della sua funzione nella società, dei suoi maestri; dopotutto è stata composta per gli spettatori dell’Atene di fine V secolo, cresciuti con le rappresentazioni di Sofocle e Euripide, e intenditori di tragedie molto più che il pubblico di oggi. Di fronte a questo testo dunque lo spettatore medio odierno (che non sia, si capisce, un fanatico del teatro attico) può incontrare qualche comprensibile difficoltà. Perché, allora, proprio le Rane?
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L’articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2018 sul sito http://inchiostro.unipv.it/
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