
The Mandalorian – Capitolo XIII – Filoni
Attenzione: la recensione contiene spoiler dell’episodio 13.
Caro Dave,
ti scrivo perché non so parlare. È un effetto collaterale della visione del Capitolo XIII di The Mandalorian nel quale escludi a priori ogni dimensione dialogica tra te e lo spettatore. Sei sempre stato un gran prepotente Dave. Le tue storie erano storie tue, i tuoi spazi erano spazi tuoi e la scrittura era un puro riflesso della tua tracotanza narrativa. Sei goloso, lo sappiamo. Sotto quell’espressione placida e bonaria, contornata dal tuo inconfondibile cappello da cowboy, celi bene la tua voracità famelica, una fame insaziabile di storytelling e contenuti.

Sì, perché in primis emergono i contenuti. Poco importa in che ordine servi le portate. A pasto terminato diventa chiara l’importanza che dai agli oggetti della storia, dal latino “ob jectum” – “gettato davanti”. Ecco, tu ci getti davanti agli occhi i tuoi giocattoli, così di botto ma con un senso. Oggetti, questi giochi, che hanno un peso e una consistenza ben tangibili, maturati dal tempo e (letteralmente) dalle stagioni. Poi l’ordine certo, niente è lasciato al caso. Ma anche qui la tua regia, prepotente e spiazzante, non lascia spazio alla riflessione e alla contemplazione.

Parliamo di una serie che è cosciente di essere una realizzazione visiva prima ancora che narrativa. Lo stacco c’è e si sente. Con la tua regia fai piazza pulita dei colpi d’occhio alla quale la serie ci ha abituato. Ben scelti ma pochi i campi lunghi, prediligi la vicinanza e il dettaglio. Ti accosti ai tuoi – veramente tuoi – personaggi, permettendoti un’intimità che a nessun altro autore sarebbe concessa.

C’è un altro stacco ma è solo apparente: il passaggio dall’animazione al live action. Ma non c’è alcuno stacco, dico bene? Il confine che separa l’animazione dal girato è ormai sempre più labile e tu lo sai bene. C’è più vita nel pupazzo del bambino che in qualunque altro attore. Già ma chi è il bambino? E cos’è la vita? Ci prendi in giro Dave, lasci cadere briciole di pane anche molto grosse e ci distrai coi dettagli di un pupazzo. Ma è solo chi ti segue dal 2008 che trova la vera risposta all’altra domanda. La vita è nelle parole delle tue creazioni, nelle espressioni che hai saputo disegnare e tratteggiare in dodici anni di lavoro e che finalmente si fanno carne. Rendere carne un’immagine non è forse prerogativa di un dio?

Caro Dave, ti scrivo perché non so parlare. Ci togli le parole con un episodio che vuole essere armonia e gola, tecnica e fan service. Certo, il sospetto che la “Grande D” abbia premeditato il tutto è forte, ma chi se ne frega. C’è uno dei più bei duelli all’arma bianca che si siano mai visti su schermo da molti anni; c’è il mezzogiorno di fuoco; ma soprattutto c’è la maestria di chi ha saputo gestire più filoni narrativi nel corso degli anni e che qui trovano compimento. Sono i Filoni Dave. Sono sempre stati i filoni la tua Forza. E la Forza scorre potente in Filoni.

Easter eggs del Capitolo 13
- Senza dubbio l’easter egg più grosso, ammesso che di easter egg si voglia parlare, è l’esordio di Ahsoka Tano in versione live action, interpretata dall’attrice Rosario Dawson che più volte in passato aveva espresso il suo desiderio di interpretare la togruta su grande schermo. L’aspetto è ripreso quasi perfettamente dalla serie Rebels, con le doppie spade bianche e le vesti svolazzanti.
- L’episodio si conclude con la nomina di Thrawn, personaggio nato dalla penna di Timothy Zahn nel 1991 sulle pagine del romanzo L’erede dell’Impero (ora facente parte del canone Legends) e antagonista di primo piano della serie Rebels.
- Il pianeta dove il Mandaloriano e Grogu – finalmente svelato anche il vero nome di Baby Yoda – devono dirigersi è Tython, luogo dove si svolgono le vicende della saga a fumetti “L’alba degli Jedi”. Secondo il vecchio canone, ora Legends, Tython è il pianeta dove nasce l’ordine degli Je’daii, precursori a tutti gli effetti dell’Ordine Jedi, più di 30.000 anni prima degli eventi della trilogia cinematografica.
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