
Come X-Men ha cambiato il cinema
Uscito il 14 luglio del 2000 (in Italia usciva il 27 ottobre), X-Men riscosse all’epoca un buon successo di critica e pubblico ma senza far gridare alla rivoluzione cinematografica. A riguardarlo oggi invece è impossibile non vederlo come il primo cinecomic dell’era moderna. In occasione del suo ventesimo anniversario, proviamo a scorgere quei segnali – o quei geni mutanti se preferite – che hanno dato vita al moderno super-hero movie. In altre parole, cerchiamo di capire come X-Men ha cambiato il cinema.

“I (film di) supereroi erano morti”
Come ci ricorda Bryan Singer in un’intervista del 2016,
“Non c’era nessun concetto. Non c’era un modello per questo. I film sui fumetti erano morti, non c’era nessuna idea alla base che non fosse camp.”
I film sui supereroi erano film di serie B. Sì, c’erano stati Superman e Batman ma erano casi isolati che tra l’altro erano pure malamente naufragati in pessimi sequel. Gli X-Men di Bryan Singer quindi sono arrivati in un momento che ricorda molto da vicino gli anni ’60 di Lee e Kirby, quando sembrava cioè che non ci fosse più posto per i supereroi o che la loro epoca fosse finita.
Nella realtà
Il Superman di Richard Donner (1978) inizia sull’immaginario pianeta Krypton e il Batman di Tim Burton (1989) in una gotica quanto caricaturale Gotham City. X-Men, dopo un breve monologo di Patrick Stewart/Charles Xavier, ci catapulta in un campo di sterminio in Polonia. Al di là degli evidenti richiami al fumetto originale, Singer mette subito in chiaro che il mondo degli X-Men non è immaginario o costruito ad hoc, ma è il mondo reale, con la nostra storia e i nostri problemi.

La scrittura prima di tutto
Come se la botta iniziale non bastasse, il film prosegue mostrandoci un dibattito al Congresso degli Stati Uniti che ha per protagonisti Jean Grey (Famke Janssen) e il senatore Kelly (Bruce Davison):
Kelly: Grazie dottoressa Grey, la sua relazione è stata molto istruttiva. Tuttavia, non ha centrato il nocciolo della questione, l’argomento di questa conferenza: in poche parole sono pericolosi i mutanti?
Jean Grey: Ritengo che questa sia una domanda scorretta senatore Kelly. Dopotutto anche la persona sbagliata al volante può essere pericolosa.
Kelly: Ma noi diamo una patente per guidare.
Jean Grey: Sì ma non per vivere.
Basta questo dialogo a riassumere l’essenza e lo spirito non solo del film o del franchise degli X-Men ma del modo nuovo di adattare i fumetti di supereroi al cinema. Non si tratta più di ricostruire scene e vignette dalla carta alla pellicola ma quasi di “mimetizzarsi” nei discorsi e nei problemi della contemporaneità.
Iconoclastia
X-Men è un film iconoclasta. Dimenticate i colori sgargianti dei fumetti o della serie animata degli anni ’90, proprio perché “i supereroi sono morti” o se non morti quantomeno nascosti. Anzi nel mondo degli X-Men i supereroi non esistono né potrebbero mai esistere, come ci ricorda questo scambio di battute tra Wolverine e Ciclope:
Wolverine: andate davvero in girò vestiti così?
Ciclope: beh, cosa preferiresti una calzamaglia gialla?

Un universo
I cinecomic hanno il merito (o la colpa fate vobis) di aver consolidato l’espediente degli universi narrativi. In questo senso non deve stupire come la saga degli X-Men sia tra le prime a presentare spin-off ovvero storie secondarie con protagonisti personaggi presentati nei vari film. È il caso del Wolverine di Hugh Jackman ma senza dubbio il prodotto più rivoluzionario in questo senso, letteralmente fuori uscito dalla saga degli X-Men, è il Deadpool di Ryan Reynolds. Film e spin-off ma anche serie TV (The Gifted e Legion – sebbene quest’ultima non sia propriamente legata all’universo cinematografico) contribuiscono a creare un universo vivo e coeso. Certo non parliamo della coesione e della coerenza raggiunta dal MCU ma di un primo interessante e notevole tentativo.
Stan Lee
Sono appena tre secondi su schermo o poco più, ma in X-Men possiamo scorgere Stan Lee nei panni di un venditore di Hot Dog. Non si tratta propriamente del primo cameo di Stan Lee in assoluto (se si escludono le sue apparizioni nei comics e nelle serie animate, il suo primo cameo in un film live-action risale al 1989 nel Processo all’Incredibile Hulk) ma “solo” del primo cameo cinematografico e anche il primo di una lunga serie terminata con Endgame nel 2019.
Cosa è andato storto?
Nonostante gli innegabili successi e rinnovamenti, è altresì vero che la saga degli X-Men aveva in sé anche degli evidenti problemi strutturali che gli hanno impedito di resistere alla prova del tempo e del rinnovamento. Parliamo in primis di una mancanza d’una visione d’insieme paragonabile a quella del MCU. Lo si nota anche in film tutto sommato riusciti come X-Men: L’inizio. Paradossalmente poi, la Fox non ha saputo sfruttare appieno il potenziale di Hugh Jackman e del suo Wolverine o se n’è accorta troppo tardi, solo nel 2017 con Logan. Ma se dovessimo individuare un motivo che più di tutti spieghi l’inevitabile tracollo del franchise allora dovremmo puntare il dito contro la FOX stessa. Tra il 2000 e il 2010 infatti la FOX non solo realizzò quattro film sugli X-Men ma anche due sui Fantastici Quattro, uno su Daredevil e un altro su Elektra. Insomma, nel primo decennio del 2000 la FOX aveva tutte le carte in regola per creare un primo universo cinematografico marvelliano ma non lo fece. Mancanza di lungimiranza? Totale disinteresse? Non ci è dato saperlo ma è certo che un universo narrativo ben strutturato permette di assorbire meglio anche i fallimenti. Vedere Thor: The Dark World per credere.

Come sarà il futuro dei mutanti al cinema? Al momento si vocifera un possibile ingresso dei mutanti nel MCU nel prossimo film di Spider-Man. Senza contare le pressocché infinite speculazioni sul Deadpool dei Marvel Studios. Siamo poi ancora in attesa di The New Mutants, del quale non si intravede ancora una possibile data di uscita. Insomma, il futuro dei mutanti al cinema è quantomai incerto. Quello che è certo però è che sarà necessaria un’ulteriore evoluzione cinematografica per riportare in auge un franchise che sembrava ormai definitivamente concluso. Si tratterà di un processo lento, che richiederà altri anni e altri film. Ma, parafrasando Xavier nel primo X-Men, ogni qualche decina di film l’evoluzione fa un balzo in avanti.
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