
#Top10Criterion: i 10 film preferiti di Bong Joon-ho
Criterion Collection è un’azienda statunitense che immette sul mercato alcuni dei migliori prodotti home-video attualmente in circolazione, riesumando anche classici perduti o fin troppo poco considerati. In questa rubrica «Birdmen Magazine» ripropone per voi le top 10 che una serie di grandi registi, attori e sceneggiatori hanno stilato per il sito di Criterion. Hanno potuto scegliere i loro film preferiti da un catalogo immenso. Ciascuna scelta è corredata da una nota, più o meno lunga, che, in parte riportata, è piacevolmente disponibile sul sito d’origine, a questo link. Ecco la top 10 del regista sudcoreano Bong Joon-ho per Criterion Collection. Qui la recensione del suo film premio Oscar 2020 Parasite.
QUI LE ALTRE TOP 10 DELLA RUBRICA.
1. I 400 COLPI (François Truffaut, 1959)
Per Bong Joon-ho il folgorante esordio di François Truffaut è «la più bella opera prima nella storia del cinema».
2. FANNY E ALEXANDER (Ingmar Bergman, 1982)
Specularmente, il regista sudcoreano considera l’ultimo lungometraggio di Ingmar Bergman «la più bella conclusione di una carriera nella storia del cinema».
3. LA LEGGENDA DI NARAYAMA (Keisuke Kinoshita, 1958)
Un’opera monumentale – ispirata nella rappresentazione scenica e musicale al popolare teatro Kabuki – che segnò la storia del cinema giapponese. Adattamento dell’omonimo romanzo di Shichirō Fukazawadi, pubblicato appena un anno prima.
4. LA VITA FUTURA (William Cameron Menzies, 1936)
H. G. Wells è uno degli scrittori preferiti di Bong Joon-ho. Non poteva dunque mancare all’appello questo libero adattamento del suo romanzo di fantascienza The Shape of Things To Come (1933), di cui lo stesso Wells curò la sceneggiatura.
5. LOLA MONTÈS (Max Ophüls, 1955)
Max Ophüls è sicuramente uno dei maestri europei più amati da Bong Joon-ho, il quale ha un particolare debole per questo capolavoro dimenticato basato sulla vita della controversa danzatrice e cortigiana Lola Montez, tra i personaggi più chiacchierati dell’Ottocento per via della sua torbida relazione con Ludovico I di Baviera. Una pungente critica alla società dello spettacolo con uno stile visivo a dir poco sontuoso.
6. NASHVILLE (Robert Altman, 1975)
Nonostante non nasconda l’ammirazione per America Oggi dello stesso Altman e Magnolia di Paul Thomas Anderson, per Bong Joon-ho il miglior film corale mai realizzato sarà sempre Nashville.
7. DOLCE È LA VITA (Mike Leigh, 1990)
«Incredibilmente nitidi e vivi». Così Bong Joon-ho definisce i personaggi dei film di Mike Leigh, e in particolare di questo tragicomico ritratto di una famiglia della lower middle class inglese alle prese con le mille difficoltà della vita in un sobborgo di Londra.
8. L’UOMO CHE CADDE SULLA TERRA (Nicolas Roeg, 1976)
Per Bong Joon-ho i film di Nicolas Roeg «non smettono mai di essere giovani e freschi». Proprio come David Bowie in questo gioiello sci-fi di culto datato 1976.
9. RUSHMORE (Wes Anderson, 1998)
Bong Joon-ho considera i film di Wes Anderson «meravigliosamente strani e teneri». Come dargli torto?
10. ESSERE JOHN MALKOVICH (Spike Jonze, 1999)
L’universo visionario e talvolta grottesco di Bong Joon-ho presenta più di un’affinità con quello di Spike Jonze, e a quanto pare l’incontro con il cinquantenne regista americano lo ha lasciato «con il forte impulso di entrare nella sua testa ed esplorare ogni angolo della sua mente». Proprio come in Essere John Malkovich.
QUI ALTRI 150 FILM SCELTI DA 20 REGISTI PER CRITERION
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