
Riverdale – Il teen drama che si tinge di dark
Riverdale è la “classica” cittadina americana che nasconde una buona dose di violenza e oscuri segreti sotto un’immagine patinata di perfezione e tranquillità. Qui i suoi giovani adolescenti non sono alle prese “solamente” con triangoli amorosi, relazioni segrete e conflitti generazionali, ma si trovano invischiati in torbidi omicidi e inquietanti misteri. Questa è la perfetta location per Riverdale, l’omonimo teen drama dalle tinte fosche e dark distribuito dal 2017 da The CW e recentemente approdato in Italia, con la sua terza stagione, sulle piattaforme Netflix e Prime Video; in questa recensione esploriamo i suoi principali punti di forza.
Dal fumetto alla serie
Riverdale nasce dalla mente creativa di Roberto Aguirre-Sacasa, sceneggiatore, fumettista e capo creativo della Archie Comics, nota casa editrice di fumetti americana dal cui universo è scaturita la fortunata serie che cerca di dare nuova vita a personaggi comparsi per la prima volta sulla carta stampata nel 1941. Riverdale rientra dunque all’interno di quell’operazione di aggiornamento del mondo creato dall’editore statunitense che ha generato un altro prodotto televisivo di successo, Le terrificanti avventure di Sabrina (Chilling Adventures of Sabrina), con cui condivide lo stesso universo e lo stesso genitore.
Proprio la genesi fumettistica dei personaggi si riflette nella loro rappresentazione, popolando lo schermo di veri e propri tipi: abbiamo Betty Cooper (Lili Reinhart), la tipica ragazza della porta accanto, Archie Andrews (KJ Apa), lo sportivo dal cuore gentile, Veronica Lodge (Camila Mendes), la femme fatale, Jughead Jones (Cole Sprouse), il ribelle dall’intelletto fine ed, infine, la ricca e manipolatrice Cheryl Blossom (Madelaine Petsch).
Nonostante la forte caratterizzazione, i personaggi di Riverdale non scadono mai nello stereotipo, ma evolvono nel corso della vicenda, mostrandoci sempre nuove sfaccettature. Ben lontana dunque dal generare un’ingenua semplificazione, l’impronta fumettistica della serie di Aguirre-Sacasa diventa al contrario uno dei suoi punti di forza, dando vita a personaggi iconici, dall’estetica fortemente riconoscibile e accattivante: non si possono non citare la proverbiale ponytail di Betty o il cappello a forma di corona di Jug, il rosso vivido che connota la famiglia Blossom o il nero dei Lodge.
Intrighi e omicidi
Accanto al racconto delle vicende amorose dei protagonisti e delle loro avventure adolescenziali, la serie si distanzia dal fumetto originario aggiungendovi una componente mystery e un’atmosfera cupa e inquietante. I giovani abitanti di Riverdale si trovano a dover affrontare terribili minacce, in un’escalation di violenza e di morte: così la prima stagione si apre sulla morte di Jason Blossom, nella seconda la cittadina è minacciata dallo sfuggente Black Hood, nella terza è il momento del Gargoyle King e di un’oscura setta, nella quarta, attualmente in onda su Premium Stories, è l’arrivo di misteriose videocassette a destare l’allarme…
Riverdale riesce così a bilanciare sapientemente la componente teen con quella più prettamente thriller e dark, riuscendo a farsi apprezzare anche da un pubblico più maturo e trasversale e ricordando alcuni suoi antecedenti quali Pretty Little Liars, ma soprattutto l’inarrivabile Twin Peaks, la serie cult di David Lynch omaggiata esplicitamente nel 14esimo episodio della terza stagione, dall’evocativo titolo Fire Walk with Me.
Il citazionismo pop
Arriviamo dunque ad un altro degli elementi più caratteristici e affascinanti della serie: la fitta rete di rimandi e citazioni del passato che Aguirre-Sacasa imbastisce costruendo un universo filmico visivamente multiforme e senza tempo. Il mondo di Riverdale nasce dal fortunato connubio tra un’estetica che occhieggia alle epoche più svariate (gli anni ’80, gli anni ’50 del Pop’s, il proibizionismo degli anni ’20 a Le Bonne Nuit) con tematiche e tecnologie contemporanee, in un’operazione squisitamente pop che fa coesistere passato e presente e in cui tutti i riferimenti si mescolano tra di loro e si contaminano creando un mix esplosivo e avvincente.
Ma Riverdale è anche una serie che esibisce una trama intricata di rimandi al cinema del passato, specialmente degli anni ’70-’80, citando in (quasi) ogni titolo dei numerosi episodi film cult che in qualche modo costituiscono un’anticipazione delle vicende raccontate. Anche la scelta del cast adulto rivela questa vena nostalgica, annoverando tra i propri attori star d’altri tempi quali Luke Perry (Beverly Hills 90210), Mädchen Amick (Twin Peaks) e Molly Ringwald (The Breakfast Club, Sixteen Candles).
È chiaro allora che la serie non parla solo ed esclusivamente agli adolescenti di oggi, difficilmente in grado di leggere tutti questi riferimenti, ma ammicca anche a un pubblico più adulto e consapevole. Ed è qui la forza del prodotto, nel saper attingere a piene mani dal passato pur riuscendo a rivolgersi splendidamente alle generazioni più giovani, a cui la serie è rivolta, costruendo un universo esteticamente intrigante che riesce ad attrarre anche chi non è più teen ormai da un pezzo.
Così, nonostante i buchi di trama e l’affastellarsi a volte eccessivo delle sottotrame che rischiano di far perdere il ritmo alla storyline principale – specialmente nella terza stagione – lo splendido apparato visivo della serie e la componente misteriosa ci lasciano incollati allo schermo puntata dopo puntata, stagione dopo stagione, facendosi perdonare le piccole criticità.
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista
[…] loro legame.In Do Revenge, è il motivo della vendetta a unire (o a disunire?) la determinata Drea (Camila Mendes) e l’outsider Eleanor (Maya Hawke), entrambe animate dal desiderio di prendersi una rivincita dai […]