
Su “Tuca & Bertie” – Una realtà giustamente poco plausibile
Lisa Hanawalt è ai più conosciuta per il ruolo di production designer e produttore nella popolarissima BoJack Horseman, di cui su Birdmen s’è detto tanto (1. sulle prime quattro stagioni: qui; 2. sulla quinta, a tratti deludente: qui). Abilissima disegnatrice – qui il suo sito, con tanti books; qui il video di un suo intervento allo XOXO Festival del 2015 – ha ordinato per Netflix una serie decisamente fuori dalle righe, e si dirà il perché: Tuca & Bertie è la narrazione in fin dei conti lineare del rapporto di amicizia fra un tucano (o una tucana) irresponsabile, viziato, tutt’altro che superficiale; e un usignolo (o -a) di personalità antitetica e complementare, bravissimo nel fare i croissant.
La prima impressione è che ci sia profonda coerenza tra il mondo di Tuca & Bertie e quello di BoJack Horseman (ricordiamo: creata da Raphael Bob-Waksberg): uomini e animali convivono senza che la percezione della diversità sia efficiente, o funzioni come fattore di differenza sociale (eccetto, a quanto pare, per i sex bugs, le piattole). La società ripete di fatto la composizione multietnica della società americana, ovviamente ripetendone le ipocrisie, nondimeno in fatto di integrazione. Tuca, pellicano donna ubriacona e sessualmente molto attiva, sembra modellata sulla famosa star equina di Hollywoo: le somiglianze si approfondiscono a livello psicologico, se è evidente che entrambi sono instabili e problematici, dai traumi infantili profondi etc. Ma di queste somiglianze non si parli eccessivamente, perché è vero che la superficie, quasi il dresscode, il tratto del disegno sembrano in comune tra i due prodotti; è però altrettanto vero che da un punto di vista, potremmo azzardare, ontologico, cioè di composizione della realtà, le due serie si dimostrano antitetiche.
La caratteristica più sconcertante (si legga: spiazzante, innovativa) riguarda il regime della rappresentazione. In parole povere ma numerose: non si tratta soltanto del non-rispetto delle proporzioni e della prospettiva classica (modello per eccellenza più prossimo alla visione umana della realtà, ma non perfettamente aderente alla stessa). Neanche si tratta dell’antropomorfizzazione delle cose o della flora (una torta che magicamente si anima perché fatta con farina di ossa; fin dalla sigla un palazzo con seno prosperoso; e rilevanti sono le piante antropomorfizzate, novità assoluta rispetto a BoJack). Parliamo di presentificazione del pensiero e dello stato emotivo, come se si trattasse di materia, o meglio: come se il pensiero o il sentimento potesse agire sulla composizione del reale. In due modalità, prevalentemente: a) le parole, se rilevanti, possono materializzarsi e incidere sull’ambiente, configurandosi come ostacoli, attrezzi e tanto altro; b) (qui il maggior interesse) gli stati emotivi e alcune tipologie di pensiero si materializzano inconsciamente, addirittura trattati come casus belli, cioè bivi narrativi (è il caso del seno sinistro di Bertie che, dopo una molestia verbale subita, salta via dal petto dell’usignolo per prendersi un giorno di ferie). Il regime di rappresentazione è così definito dal trattamento del pensiero e delle emozioni al pari dei gesti, al pari delle azioni.
Il che ci porta alle caratteristiche programmatiche della serie: la comicità (facilmente operativa dal momento in cui tutto è possibile, anche annegare nella gelatina o che si animi un cellulare) e la denuncia sociale. Se il pensiero e la rimozione emotiva possono presentificarsi, l’ambiente e gli esistenti si relazioneranno con un’alta densità di ostacoli materiali legati alle più svariate questioni solitamente astratte: su tutte, la dipendenza e l’indipendenza economica; la difficoltà delle relazioni sentimentali; la competitività lavorativa; nonché le differenze di trattamento sul lavoro e nella vita pubblica a seconda del genere di appartenenza (quest’ultimo il tema più frequentato). Per fortuna la potenziale sciagura di una de-realizzazione, di un collasso per l’eccedenza di materiale, è evitata, attraverso un utilizzo non-caotico, ma “strutturato” dell’espediente.
Ritornando a conclusione sulla “persistenza” del mondo-BoJack in Tuca & Bertie: si rifletta sull’andamento climatico della narrazione, del tipo sinusoidale, per cui la situazione, in virtù anche e non solo dei numerosi “ostacoli” soprascritti, si caratterizza di messe in rilievo, di crescite, e raggiunto un “picco” degenera, precipita come dopo una alta saturazione (un’insieme di eventi, di cause-effetti, di conseguenze non più sopportabili dall’equilibrio narrativo). Ed è maggiormente il punto più basso – l’incrocio con l’asse delle ascisse – ad avere altissimo valore narrativo. Un esempio in BoJack può essere la puntata, splendida (al punto di essere il soggetto di numerosi articoli da eshop) Escape From L.A., di una disperazione incommensurabile. Un punto così di fondale si può ritrovare solo [Spoiler] alla fine dell’episodio 7 di Tuca & Bertie, quando, operata di tumore (nell’immaginario della disegnatrice un uovo non fecondato) e rovinato il rapporto d’amicizia con Bertie, Tuca frigge in padella l’uovo estratto dal suo corpo e lo mangia. L’oltranza grottesca, facente perno in genere sull’eros e sul disgustoso (si ricordi la rivelazione dell’inganno dei vermi luminosi, qualcosa di molto simile a una puntata di LD&R) qui è quasi insopportabile, con un inquadratura disegnata di diversi secondi, davvero cinematografica, quasi a obbligare lo spettatore a guardare.
L’autrice non si lascia mancare neppure una trama piacevole, tutt’altro che ingombrante, sullo stile di molte dramedy, cioè con stravolgimenti rari e soprattutto lontani dal sensazionalismo. Speckle, fidanzato di Bertie, è un architetto ossessionato dall’architettura, certamente modellato su Ted Mosby di HIMYM, anche in virtù di un certo tipo di intendere la relazione d’amore. Il pasticcere Pete è perno di numerosi sviluppi narrativi, e soprattutto fulcro di un ragionamento non banale sul fin-dove possa spingersi il rapporto tra maestro e allievo. Infine, menzione speciale all’utilizzo delle musiche (by Jesse Novak) iper-contemporanee, fin dalla sigla.
Non è ancora stato annunciato il rinnovo della serie, che non tarderà ad arrivare. Nel frattempo, vi lasciamo col trailer della prima stagione.
Tuca & Bertie è stata inserita dalla redazione di Birdmen Magazine tra le migliori serie del 2019. Scopri le altre
Edit: La serie, nonostante il buon successo (forse inferiore a quanto ci si aspettasse, visto il legame con BoJack Horseman), era stata cancellata da Netflix. Recentissima però la notizia dell’acquisizione da parte di Adult Swim, che ha ordinato 10 episodi per una seconda stagione. Che aspettate a guardarla?
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