
Il Western in 10 film (o quasi)
Un genere cinematografico vastissimo, il Western, con migliaia di pellicole, centinaia di protagonisti, decine di variazioni sul tema e una sola costante: il personaggio del pistolero. Riassumere una storia così ampia e variegata con la visione di dieci soli film potrebbe risultare oltremodo ostico, ma proveremo a stilare una lista; anzi io proverò a compilare l’elenco e poi voi vi proverete nella visione, se vorrete.
0. The Great Train Robbery (Edwin S. Porter, 1903)
Partiamo con il numero zero. Perché sì, è nella lista, ma dura 12 minuti e lo si trova su youtube (clicca qui per vederlo), quindi lo contiamo come bonus track. È il primo Western della storia, siamo nel 1903, ma c’è già tutto il mito nonostante il muto e la manciata di minuti: i fuorilegge, l’assalto al treno, la fuga a cavallo, lo sceriffo, la cittadina tranquilla e la sparatoria finale.
1.Ombre Rosse (Stagecoach – John Ford, 1939)
Uno dei papà del Western è il regista John Ford e l’icona assoluta del genere è John Wayne, quindi come meglio iniziare ufficialmente la nostra breve carrellata se non con il film che ha lanciato questa invincibile accoppiata? Il classico più classico che c’è: un road movie in diligenza, un potpourri umano tra il fuorilegge redento, la sua bella e dannata, una donna incinta, un avventuriero gentiluomo, un mite rappresentante di liquori, un medico ubriacone, un banchiere disonesto e uno sceriffo. Appassionante, a tratti anche divertente, girato nella magnificenza della Monument Valley con la tecnicamente avanzatissima ed imprescindibile scena della battaglia-inseguimento con i temuti pellerossa. Per i detrattori dei film vecchi e/o del bianco e nero consiglio la coppia di John – Wayne e Ford – in Sentieri Selvaggi (The Searchers, 1956).
2. Mezzogiorno di fuoco (High Noon – Fred Zinnemann, 1952)
Negli anni ’50 il Western è già in crisi, dopo la sovrapproduzione dei due decenni precedenti; sa però rinnovarsi, soprattutto dal punto di vista narrativo: qui il tempo della pellicola corrisponde a quello della storia, raccontando l’estenuante attesa dalle ore undici meno venti fino al Mezzogiorno di fuoco appunto, in cui lo sceriffo (Gary Cooper) dovrà affrontare un vecchio nemico. Senso di attesa, suspence, grandi caratteristi, una giovanissima Grace Kelly e il duello finale, il tutto condito da una scrittura serrata e da una regia sapiente.
3. I magnifici sette (The Magnificent Seven – John Sturges, 1960)
Americanissima trasposizione de I Sette samurai di Akira Kurosawa, una carrellata di grandi volti del Cinema hollywoodiano, buoni valori e pallottole, il tutto immerso in una storia semplice ma piacevole: sette pistoleri vengono assoldati per quattro soldi al fine di proteggere un villaggio dai banditi. La celeberrima colonna sonora accompagna i protagonisti, tra cui Yul Brynner, Steve McQueen, Charles Bronson, James Coburn ed Eli Wallach nei panni del fuorilegge. Infelice il remake di Antoine Fuqua (2016).

«Mi avevano offerto molto per il mio lavoro, ma mai tutto».
4. La trilogia del dollaro (Sergio Leone, 1964-66)
In questo elenco mi permetto di barare non poco, o quantomeno di concedermi qualche deroga. Se così non fosse almeno tre punti della lista sarebbero occupati dal padre dello Spaghetti Western: Sergio Leone. Leone rivolta il genere come un calzino, lo eviscera e – con la complicità del compositore Ennio Morricone – riesce a creare un connubio di musiche e fotografia a regola d’arte. Con la Trilogia del dollaro – composta da Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il Buono, il Brutto e il Cattivo – Leone lancia un’icona come Clint Eastwood e rivoluziona in Italia il genere americanissimo tanto che i cineasti d’oltremare, sebbene con qualche iniziale riluttanza, dal ’64 in poi devono per forza di cose confrontarsi con l’opera del regista romano. Scegliete uno tra i tre se non li avete mai visti, recuperate quelli che vi mancano, oppure cercate C’era una volta il West (1968), semplicemente mozzafiato. O ancora, se li aveste visti tutti, rivedeteli che non fa mai male.

«Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto».
5. Il Grinta (True Grit – Henry Hathaway, 1969)
John Wayne, sceriffo violento e ubriacone, viene convinto da una ragazzina a dare la caccia ai banditi che le hanno ucciso il padre. Un film di intelaiatura e tecnica classiche, con un grandissimo protagonista che vince qui il suo primo Oscar; profondamente affascinante, tanto che i fratelli Coen ne gireranno un riuscitissimo remake nel 2010.
6. Lo chiamavano Trinità (E. B. Clucher, 1970)
Torniamo in Italia, dove lo Spaghetti Western è diventato un fenomeno da botteghino che sforna centinaia di film. Di questi possiamo dimenticarne molti, ma non certo la spassosa saga dedicata ai personaggi Trinità a Bambino, interpretati dal duo Terence Hill e Bud Spencer. I Fagioli Western sono fatti di risate semplici, botte, qualche pallottola e grandi pentole di fagioli, appunto. Da vedere e rivedere.

«La mi esposa stava al fiume señor, a lavare, un gringo l’aggredì e la voleva e ho corso in suo aiuto. Avevo il coltello, quello mi guarda con gli occhi spalancati e muore… nel cadere avrà battuto la testa, io gli ho dato solo qualche coltellata».
7. Mezzogiorno e mezzo di fuoco (Blazing Saddles – Mel Brooks, 1974)
Rimaniamo sul terreno comico ma torniamo negli States, dove quell’irriverente geniaccio di Mel Brooks – famoso per parodie come Frankenstein Junior (1974) e Balle Spaziali (1987) – dirige questo Western comico, una commistione di satira sociale, politica, cinematografica e meta-cinematografica. Sagace e dal finale sorprendentemente pantagruelico.
8. Gli Spietati (The Unforgiven – Clint Eastwood, 1992)
Clint Eastwood è uno dei simboli del Western e Gli Spietati è il grande Western di Clint Eastwood: Gene Hackman, Morgan Freeman e Richard Harris in un capolavoro che vale quattro premi Oscar.

«È una cosa grossa uccidere un uomo: gli levi tutto quello che ha… e tutto quello che sperava di avere».
9. The Hateful Eight (Quentin Tarantino, 2015)
Quentin Tarantino adora il Western, ama Leone, venera Morricone. Riesce finalmente a convincere quest’ultimo a collaborare con lui per il suo ottavo film, dopo il precedente, semiwestern, Django Unchained (2012). Ricchissimo e personalissimo, come tutti i film di Tarantino.
10. (Duemila)dieci Western
A quelli che «il Western è morto» rispondo: «lunga vita al Western!» e propongo un paio di titoli recenti e molto interessanti che riprendono e rivisitano il genere. Uno è senza dubbio Slow West (John Maclean, 2015), che rilegge il mito del West in chiave molto personale, in un film minimale, delicato e molto ben orchestrato. Per la gioia delle signore, c’è Michael Fassbender, ma c’è anche Rory McCann (il Mastino de Il trono di spade).
Altra pellicola degna di nota è Hostiles – Ostili (Scott Cooper, 2017), avvalendosi di una coppia di protagonisti stellare al servizio di una storia più classica, in cui si rimette in scena il conflitto tra pionieri e nativi con una lettura post-contemporanea: cattivi non sono i pellerossa, nemmeno troppo i bianchi, semplicemente il male è un po’ ovunque e non risparmia nessuno. Un Christian Bale in formissima e una Rosamund Pike coinvolgente e straziante.
Ti piacciono i Western? Non ti piacciono ma li vuoi conoscere? Questo breve assaggio ti ha solleticato l’appetito per le sparatorie ma non sai bene da dove iniziare? Su Birdmen Magazine c’è #WildWest, un’intera rubrica dedicata, dettagliata e fatta apposta per chi vuole scoprire questo grande genere, clicca qui per scoprirla.

«Corri come il vento, Bullseye!» (Toy Story 2, 1999)
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
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[…] un impatto così determinante sull’immaginario del pubblico come quello suscitato dalla celebre Trilogia del dollaro, tra i culmini artistici della carriera cinematografica di Sergio Leone. Il connubio tra il […]
[…] Questa breve sequenza meta discorsiva appartiene a L’ultimo spettacolo (The Last Picture Show, 1971) diretto dal compianto Peter Bogdanovich, che scelse le immagini de Il fiume rosso (Red River, 1948) di Howard Hawks per celebrare con malinconia la fine di un’epoca. L’affievolirsi della magia della sala genera una sensazione di solitudine e vuoto, ma insieme pone al centro un grande quesito su un genere ormai destinato a fare i conti con la propria fine: di che cosa parliamo quando parliamo di cinema Western? […]
[…] western, più in generale sul cinema americano, soffia in quel tempo un vento di morte. Il sistema degli […]