
Imagine: la psichedelica vita di John & Yoko
La pellicola, diretta e interpretata dagli stessi John e Yoko, arriva nelle sale per la prima volta, dopo che nel 1972 (anno di uscita dell’omonimo album) venne destinata alla Tv britannica (e per questo girata a 25 fotogrammi per secondo anziché 24).
Quelli che si aspettavano di trovare un ricco documentario sul processo di scrittura di uno dei brani più famosi dello scorso secolo rimarranno delusi. Nonostante la proiezione inizi con il videoclip originale di Imagine (quello in cui i coniugi siedono in una grande stanza vuota con solo un pianoforte bianco), i riferimenti alla canzone sono sporadici, così come quelli al resto della tracklist. Compaiono sporadicamente frammenti di sessioni in studio di registrazione con alcuni dei suoi collaboratori storici, dall’ex beatle George Harrison a Klaus Voorman, bassista nonché autore della copertina di Revolver. Gran parte della vicenda si svolge all’interno del Tittenhurst Park, l’immensa tenuta in stile georgiano di proprietà dell’artista, nella quale si tennero le registrazioni dell’omonimo disco.
Il film è essenzialmente un lungo videoclip, con sequenze che farebbero invidia ai cultori del cinema sperimentale di oggi, dove scene di vita quotidiana si alternano a momenti di dura psichedelia, come la scena della partita di scacchi (su scacchiera bianca) in cui le pedine finiscono o nel reggiseno di Lei o nella bocca di Lui. Le musiche sono quelle dell’omonimo disco, insieme a due brani tratti da Fly, il secondo album di Yoko Ono.
Il ruolo di quest’ultima è pressoché fondamentale: la regia risente pesantemente dello stile dell’artista concettuale nipponica, i tagli veloci e le inquadrature ridondanti sono specchio del suo amore verso l’ossessività dei concetti e la compulsività dei gesti. Sebbene il 90% della popolazione mondiale provi forte astio nei confronti della Sig.a Ono Lennon, è innegabile il suo contributo nella realizzazione del progetto Imagine, a partire dal brano stesso (per il quale, qualche giorno fa, è stata anche riconosciuta co-autrice) passando per le varie iniziative nel cuore di Central Park, fino ad arrivare al film, ai blu-raye perfino al libro fotografico.
La novità di questa nuova edizione sta nei 15 minuti di contenuti extra, mostranti prima John Lennon durante le registrazioni di How Do You Sleep? (brano dal tono inclemente dedicato allo storico collega Paul McCartney), poi lo stesso cimentarsi in una versione embrionale di Oh Yoko.
L’esperienza nelle arti figurative di Yoko Ono e il genio universale di John Lennon non sono bastati però a rendere questa pellicola appetibile al pubblico odierno: al di là delle difficoltà dovute al gap generazionale (parliamo di un film uscito 8 anni prima di Shining), la regia è frutto di un’ibridazione mal riuscita tra documentario e videoclip, troppo poco incisiva nonostante alcune scene d’impatto studiate appositamente per provocare lo spettatore, intrepido di vedere il suo idolo nella nobile fase di scrittura dei brani e successivamente deluso di averlo visto leggere un giornale seduto sul wc.
A proposito di Shining: il direttore della fotografia Daniel Richter era una delle scimmie nella scena iniziale di 2001: Odissea nello spazio.
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