Spider-Man – Tutte le serie animate dalla peggiore alla migliore
Il rapporto di Spider-Man con l’animazione è molto più profondo di quanto pensiamo. Qualche esempio? Quando Gwen Stacy morì (1973), Spidey era già un personaggio animato affermato da sei anni con una sigla indimenticabile. Quando il costume nero apparve per la prima volta nei fumetti (1984), Spider-Man aveva già avuto una storia d’amore con Medusa (quella degli Inumani) e assieme ai suoi “fantastici amici” aveva affrontato Magneto, il tutto sul piccolo schermo. Quando al cinema uscì Blade (1998) dando vita di fatto al multiverso Marvel al cinema, quella particolare versione del Diurno era già comparsa tre anni prima nel palinsesto del sabato mattina.

Se siamo riusciti a superare il dualismo mente-corpo perché non dovremmo fare lo stesso col fumetto e l’animazione? Spider-Man è anche e soprattutto un personaggio animato che proprio nell’animazione trova il suo modo naturale di esprimersi; e come non potrebbe visto che parliamo di un dinamico e iperattivo acrobata colorato? Prima che l’Oscar al miglior film d’animazione sancisse il connubio indissolubile tra gli Arrampicamuri e il mondo animato, dieci serie d’animazione dagli anni ’60 ad oggi hanno cementificato assieme ai fumetti lo Spider-Verse. Il prossimo 29 gennaio l’undicesima serie animata – Your Friendly Neighborhood Spider-Man – approderà su Disney+ e quale occasione migliore per ripassare pregi e difetti di tutte le serie animate di Spider-Man? Cominciamo allora dall’ultima posizione…
Piccolo discalimer: questa classifica è assolutamente soggettiva. Quindi se non siete d’accordo prendetevela pure con l’autore.

10° posizione: Spider-Man (3 stagioni, 2017-2020)

Deve essere una legge non scritta: la qualità di una serie di Spider-Man è inversamente proporzionale a quella dell’eventuale film del quale sfrutta la scia. Rilasciata lo stesso anno di Homecoming, questa bislacca produzione si presentava già dal titolo come una sorta di serie definitiva sul personaggio. Pur sforzandosi di portare su schermo gli elementi più importanti della gestione di Dan Slott (Max Modell, Superior Spider-Man, Il Ragnoverso), questa serie animata del 2017 – durata quasi inspiegabilmente tre stagioni – riesce a essere mediocre su quasi tutti i fronti: animazione, scrittura, tenuta dei personaggi su schermo. E per quanto possa essere pensata per un pubblico poco maturo, è semplicemente fastidioso seguire le avventure di un Peter Parker didascalico “mago della scienza” al quale manca solo la rottura della quarta parete per completare la sua trasformazione in Tonio Cartonio. La piattezza dei comprimari è superata solo dalla ingenuità con la quale gli autori hanno orchestrato interazioni tra di loro al limite del ridicolo. Un esempio? Anya Corazon che in una festa da ballo ha con sé un apparecchio di sua invenzione per scansionare la retina di un Rhino appena steso. Chi non se lo porterebbe dietro? Indimenticabile nella sua insignificanza e per aver sancito anche sul piccolo schermo la fine dell’era Slott.
Dove vederla: se proprio vi volete male su Disney+ | Voto IMDb: 6.2 | Voto Rotten Tomatoes: 80% gradimento del pubblico
9° posizione: Spidey e i suoi fantastici amici (3 stagioni, 2021- in corso)

La serie Disney Junior non è troppo diversa per stile e contenuti da quella sopramenzionata del 2017 ma almeno è più onesta. Anche qui abbiamo un ragno-team alle prese con cattivoni prepotenti e birbantelli. Il trio Peter, Miles e Gwen illustra al pubblico il potere della scienza, la forza dell’amicizia e la magia della buona educazione. Stucchevole ma almeno coerente col pubblico di riferimento. E poi il design del Goblin morbidoso è bellissimo.
Dove vederla: su Disney+ con la vostra nipotina di un anno e mezzo che si scaccola | Voto IMDb: 5.8 | Voto Rotten Tomatoes: non pervenuto
8° posizione: Spider-Man and his Amazing Friends – L’Uomo Ragno e i suoi fantastici amici (3 stagioni, 1981-1983)

I primi veri fantastici amici di Spider-Man non sono dei bambini pucciosi che intrattengono i nostri figli ma sono dei figli degli anni ’80. Non solo Bobby Drake alias l’Uomo Ghiaccio degli X-Men e Angelica Jones alias Stella di Fuoco (personaggio nato qui e poi trasposto nei fumetti), ma tutta una serie di comprimari marvelliani che grazie a questa serie arrivarono su schermo per la prima volta: Dr. Strange, Shanna, Daredevil solo per citarne alcuni. Non stupisce visto che la serie doveva rivaleggiare con la ben più longeva I Superamici di casa DC e Hanna e Barbera. Uscita in contemporanea con un’altra serie animata, Spider-Man dello stesso anno, L’Uomo Ragno e i suoi fantastici amici non brillava certo per la profondità di scrittura, la quale in certi casi non reggeva il confronto neanche con quella di Scooby Doo. Vale la pena però citare qualche perla che ancora oggi è in grado di tenere testa alle produzioni recenti come gli episodi delle origini dei vari personaggi o lo struggente 22° episodio – La ragazza del futuro – nel quale Spidey affronta il trauma di un amore impossibile. A noi invece è toccato il trauma di Ms. Lion, l’inutile cagnolina di Zia May.
Dove vederla: se non volete recuperare un videoregistratore e le VHS della Multivision Collection, l’unico modo che avete per recuperarla più o meno legalmente è usare una VPN con Disney+ | Voto IMDb: 7.2 | Voto Rotten Tomatoes: 72% di gradimento del pubblico
7° Spider-Man (1 stagione, 1981)

Messa ingiustamente in ombra dalla serie gemella e graficamente identica L’Uomo Ragno e i suoi fantastici amici, questa produzione vanta 26 episodi tutt’altro che malriusciti. Certo, parliamo pur sempre di un prodotto destinato a un pubblico molto giovane. Al protagonista inoltre era vietato per ragioni di “parental control“ (leggasi “paranoie delle associazioni dei genitori che avrebbero compromesso la vendita del merchandising”) tirare un singolo pugno a qualsivoglia nemico. Se si riesce a soprassedere su questo e altri limiti dei cartoni anni ’80 ci troviamo di fronte comunque a un prodotto di tutto rispetto per adesione al fumetto e pure per una scrittura niente affatto male, specialmente per il trattamento di riguardo riservato a villain come il Dr. Destino. Questa serie era parte assieme a L’Uomo Ragno e i suoi fantastici amici e a quella di Hulk del 1982 di un primo vero e proprio universo condiviso animato che oggi conosciamo come Terra-8107 e contraddistinta da uno stile grafico che omaggiava il compianto John “Jazzy” Romita Sr.
Dove vederla: anche qui o recuperate le videocassette della Stardust (ma quanto erano belle quelle copertine?) oppure scegliete ancora una volta la combo VPN e Disney+ | Voto IMDb: 6,8 | Voto Rotten Tomatoes: 100% critica/86% gradimento del pubblico
6° posizione: Spider-Man – The New Animated Series (1 stagione, 2003)

Osare tanto per osare poco. Così si potrebbe riassumere la parabola di Spider-Man: The New Animated Series (abbreviata in Spider-Man TNAS) del 2003, conosciuta anche come “lo Spider-Man di MTV” per via della messa in onda per la prima volta in America proprio sul quel canale. Una serie che voleva sfondare molti limiti, a cominciare dalla scelta audace e per i tempi tutt’altro che malvagia di realizzarla completamente in CGI. La trama di alcuni episodi poi si addentrava in tematiche e situazioni veramente interessanti come la salute mentale, le ossessioni e il classismo tra gli studenti del college. Ma alla fine ciò che rimane di questa sfortunata serie è un senso d’amaro per quanto poco effettivamente sia riuscita a imprimersi nel pubblico, complice una scrittura dei vari personaggi scialba e poco attraente e, almeno per quanto ci riguarda, il fatto che sia arrivata in Italia sul canale Super! ben dieci anni dopo la sua messa in onda americana. Un vero peccato per un prodotto in buona parte innovativo. La serie si proponeva inoltre come una sorta di continuazione del primo film di Spider-Man di Sam Raimi, ma inutile dire che il cliffhanger dell’ultimo episodio non poteva che contraddire l’inizio del secondo film e quindi alla fine di un potenziale universo cross-mediale non se ne fece niente. Alcuni hanno ipotizzato che la serie sia ambientata nello stesso universo del film Daredevil con Ben Affleck per via della presenza di un Wilson Fisk doppiato dal compianto Micheal Clarke Duncan, ma è un’ipotesi che non vogliamo prendere troppo in considerazione dal momento che in questa serie Kingpin è un re della truffa online con un’insana dipendenza dai cheeseburger e non un duro boss del crimine nato nel Bronx.
Dove vederla: legalmente da nessuna parte | Voto IMDb: 6,9 | Voto Rotten Tomatoes: 64% di gradimento del pubblico
5° posizione: Spider-Man Unlimited (1 stagione, 1999)

A un Batman che voleva andare “oltre” il suo tempo, cioè Batman Beyond, la Marvel assieme a Saban Entertainment rispose con uno Spider-Man “illimitato” che andava non solo oltre il tempo ma pure lo spazio. Forse era chiedere troppo a una Marvel di fatto ormai distrutta dalla bancarotta degli anni ’90 e infatti questa serie è ricordata soprattutto per essere inconclusa. Non parliamo di un finale aperto, che tanto sarebbe bastato, ma di una brusca interruzione in medias res. Ancora oggi non sappiamo che fine abbia fatto la Controterra invasa dai simbionti, la sorte di Karen nipote dell’Alto Evoluzionario e di tutto quel mondo a tinte fosche e futuristiche che si è sedimentato all’epoca nei cuori di molti giovani spettatori. La serie – concepita come ipotetica continuazione della precedente serie animata degli anni ’90 – vedeva il nostro eroe catapultato in una terra alternativa, la Controterra appunto, per salvare il figlio di J. Jonah Jameson. Qui si imbatte in un mondo cyberpunk governato dagli ibridi dell’Alto Evoluzionario e i suoi cavalieri di Wundagore. Il nostro protagonista dovrà adattarsi e reinventarsi (ma non troppo visto che finirà comunque per fare il fotografo per pagare l’affitto) per sopravvivere in una realtà ostile e inedita tranne per chi non è totalmente a digiuno di fumetti. La storia della nascita di questa serie infatti è ancora più interessante della trama stessa. Non potendo più usare il costume originale o adattare le storie dei primi anni a causa del contratto che la vincolava alla Sony e alla produzione dei film, la Marvel decise di scartare l’idea iniziale che vedeva il Peter Parker della terra originaria scontrarsi con il Peter della Controterra, il quale aveva ceduto alle lusinghe del potere del simbionte. Quindi gli autori riadattarono i disegni e le sceneggiature di una serie già in fase di produzione basata su Spider-Man 2099 e il gioco fu fatto. La qualità dell’animazione è indubbia, superata solo dalla rivale diretta Batman Beyond, la scrittura non era solidissima ma osava e pure tanto nel re-immaginare villain classici in chiave animalesca e futuristica. La lore fu parzialmente espansa da una serie a fumetti omonima inedita in Italia (e che in parte contraddiceva la serie stessa) e il celeberrimo costume potenziato del protagonista fu temporaneamente indossato dallo Spider-Man di Terra-616 nelle pagine di Webspinners: Tales of Spider-Man #13 e #14 nell’anno 2000 (in Italia pubblicati rispettivamente su L’Uomo Ragno #300 e #301 e più recentemente nel volume Forse sognare…). Ancora più di recente questo Spider-Man è ricomparso sia solo come cameo in Across The Spider-Verse, ma la sua eredità riecheggia in tutto il film proprio nel personaggio di Miguel O’Hara. Il suo tema musicale infatti è chiaramente debitore alla sigla techno di Jeremy Sweet e Ian Nickus che da noi è stata sostituita dall’orecchiabile sigla di Giorgio Vanni almeno per la trasmissione televisiva.
Dove vederla: di nuovo su Disney+ con VPN. O se siete in vena di DVD usati potete cercare la raccolta di DVD Incredibili supereroi del 2008 della Gazzetta che ne ha riportato alcuni episodi | Voto: IMDb: 6.3 | Voto Rotten Tomatoes: critica 50%/pubblico 65%
4° posizione: Spider-Man (3 stagioni, 1967-1970)

Prima dello Spider-Man animato del 1967, esistevano grossomodo due tipologie di serie animate di supereroi: quelle completamente disegnate e animate da zero, il cui più importante esponente è senza dubbio il magnifico Superman di Max Fleischer e quelle che si limitavano a doppiare le tavole dei fumetti e ad animarle minimamente, dette non a caso a immagine fissa. Di questa seconda categoria abbiamo avuto esponenti illustri anche in Italia, ad esempio la serie animata di Tex e il primo Lupo Alberto animato del 1977, entrambe facenti parte del segmento pomeridiano della Rai SuperGulp!. Anche la Marvel fino alla fine degli anni ’70 prediligeva la tecnica a immagine fissa, come si vede nelle sue serie del blocco Marvel Superheroes degli anni ’60. La serie animata di Spider-Man del 1967 però è pioneristica per molteplici ragioni. In primis si trattava di una serie che potremmo definire a tecnica mista, ovvero per la maggior parte animata e disegnata da zero, ma con innesti di immagini prese dal fumetto, in particolare dai disegni di Steve Ditko che guarda caso, pur non essendo accreditato, ne curò la sceneggiatura assieme a un certo Ralph Bakshi, il leggendario animatore de Il Signore degli Anelli animato, nato nel 1938 nella Palestina Mandataria britannica. Certo si trattava di una scelta obbligata dal basso budget, al punto che molti segmenti erano ripresi da un’altra serie di Bakshi, Rocket Robin Hood, e ridisegnati con Spider-Man. Non solo la tecnica ma anche la scrittura dei personaggi, per l’epoca, risultava particolarmente innovativa. Il Peter Parker animato del 1967 è un ragazzo che conosce rabbia, frustrazione ma anche paura, derisione, affetto, noia ed eccitazione. Una caratteristica questa derivante ovviamente e ancora dai fumetti. È normale che oggigiorno questi passaggi ci risultino scontati ma negli anni ’60 i personaggi di una qualunque serie, animata e non, erano imprigionati in ruoli fissi che ne implicavano anche una fissità espressiva. Batman non aveva mai paura, Joker rideva sempre, Shaggy era costantemente terrorizzato e Bugs Bunny costantemente tranquillo. Poi certo c’è la leggendaria sigla di Bob Harris e Paul Francis Webster e gli innumerevoli meme che ne eternano la fama ancora oggi. Se questa serie non è nella top 3 è solo perché è inevitabile che molti dei suoi episodi non siano invecchiati proprio benissimo, in particolare quelli eccessivamente fantascientifici della seconda stagione. Ma va bene così, il mito di Spider-Man passa anche e soprattutto da questa immortale serie che vive ancora oggi nei due film animati Sony e nei cuori di ogni Ragno-fan che si rispetti.
Dove vederla: Legalmente nei DVD della raccolta Supergulp! della Gazzetta. E mi raccomando guardatela solo legalmente, non vi esortiamo affatto a cercarla su siti pirata o canali YouTube e Dailymotion che ne caricano illecitamente episodi interi quando non la serie completa | Voto IMDb: 7.3 | Voto Rotten Tomatoes: non pervenuto
3° posizione: Ultimate Spider-Man (2012-2017, 4 stagioni)

A descriverla Ultimate Spider-Man potrebbe sembrare se non la peggiore, una delle peggio riuscite serie animate non solo di Spider-Man, ma di supereroi in generale. Giocattolosa, pieni di comprimari talvolta inutili, senza una direzione precisa e per questo molto dispersiva (come tutta la terza stagione). Eppure Ultimate Spider-Man è una serie spettacolare sotto moltissimi altri punti di vista. Prima di tutto è contraddistinta da un umorismo sincero, schietto, quasi dissacrante se non fosse per il visto censura per famiglie. Ma è tale la portata strabordante di questo umorismo che ha infatti favorito naturalmente il primo team-up animato in assoluto tra Deadpool e Spider-Man. Laddove poi l’umorismo non bastava, ci arrivava una scrittura nei fatti solidissima anche se un po’ schizofrenica. Personaggi ben scritti in trame non sempre memorabili e grandi saghe a più episodi con personaggi a volte un po’ bidimensionali. Questo perché Ultimate Spider-Man non è certo una serie perfetta, ma è un prodotto che straborda amore e divertimento anche nei suoi episodi peggiori che sono nella fattispecie e sorprendentemente quelli legati al Ragnoverso, dove appaiono anche Miles Morales – per la prima volta fuori dai fumetti – e lo Spider-Man del 2099 – per la prima volta in una serie animata. Le prime due stagioni invece sono pura magia e hanno saputo reinventare miti e personaggi, come ad esempio Venom, su cui si basa in parte la versione videoludica di Insomniac. Non mancano poi comprimari d’eccezione: Wolverine, gli Avengers, i Guardiani della Galassia e addirittura Blade e l’Uomo Cosa. La quarta stagione infine è un capolavoro di inaspettata intensità emotiva nella quale la Saga del Clone è trasposta con molta intelligenza. Quella che a prima vista sembrava – e forse è anche stata – una sorta di prova generale di Spider-Man nel MCU, si è rivelata essere un’ottima interpretazione dello spirito di Dan Slott. Certo per i suoi difetti USM è decisamente più in basso rispetto alle due finali, ma per tutto il resto non merita, almeno per il momento, nulla di meno del terzo posto.
Dove vederla: Su Disney+ tutta, oppure potete procurarvi i DVD ufficiali con episodi sparsi | Voto IMDb: 7.2 | Voto Rotten Tomatoes: 76% di gradimento del pubblico
2° posizione: The Spectacular Spider-Man (2 stagioni, 2008-2009)

In un mondo ideale, The Spectacular Spider-Man sarebbe una serie animata di cinque stagioni e due film come nei piani iniziali degli autori e in questa classifica starebbe comodamente in prima posizione, guardando negli occhi la serie animata di Batman degli anni ’90. Ma nel mondo reale, o almeno in questa particolare iterazione del multiverso, The Spectacular Spider-Man è “solo” un gioiellino di appena due stagioni per un totale di 26 episodi. La firma tra gli altri è quella di un certo Greg Weisman, uno dei padri eterni dell’animazione statunitense al quale chiunque deve qualcosa. La Disney gli è debitrice per Gargoyles, ovvero la risposta disneyana e per niente disneyana alla già citata serie animata di Batman; la DC a sua volta per Young Justice, Catwoman: Hunted e DC Showcase: Green Arrow. Persino i fan della Lego e dei Bionicles devono ringraziarlo per il primo film dedicato ai guerrieri elementali – Mask of Light. Prodotta dalla Sony Pictures Entertainment assieme a Marvel e trasmessa in USA su WB Kids (in Italia su Nickelodeon), la serie è stata il primo prodotto audiovisivo di Spider-Man dopo la conclusione della trilogia cinematografica di Raimi, di cui omaggia la regia in diversi episodi. Vi ricordate la regola non scritta sulla qualità delle serie animate di Spider-Man di cui sopra? Ecco, The Spectacular Spider-Man voleva sfruttare la pessima scia del successo solo commerciale di Spider-Man 3. L’idea di ricominciare quasi da zero la storia dell’Arrampicamuri sulla carta non era una grande idea, soprattutto un anno dopo un film che sembrava dire “abbiamo esaurito le idee”. Tuttavia, la qualità della serie era tale che il terzo film apparve fin da subito come un lontano ricordo. Perché Spectacular più che “ricominciamo da zero” sembrava voler dire “ricominciamo dalle basi” che non sono soltanto le “origin story“, bensì un modo di raccontare le storie di Spider-Man che ricalcasse fedelmente quello degli anni ’60 nei fumetti: episodi quasi sempre autoconclusivi dedicati all’antagonista di turno, eppure densi di passaggi intimi, senza dimenticare il sano intreccio di villain primari, secondari e comprimari. Se il segreto di un buon prodotto del RagnoVerso è la persona sotto la maschera, allora il Peter Parker di Spectacular è il migliore finora al di fuori del mondo dei fumetti: un ragazzo a tutto tondo, con i suoi egoismi, ossessioni, errori, insicurezze e ingenuità, capace di grande altruismo come pure, divorato dal cinismo (sotto forma di una melma nera di nostra conoscenza), di scegliere il male. Un ragazzo preda delle sue cotte, ma veramente innamorato solo di una Gwen Stacy mai più rivista successivamente. Sì perché tra la Gwen dolce e determinata dei fumetti e la coloratissima Spider-Gwen di film e cartoni, c’è stata la “Spectacular” e inedita Gwen di Weisman, una ragazza timida e riservata in apparenza, ma con un immenso mondo interiore che aspettava solo di sbocciare al fianco della persona giusta. Weisman ha il merito di averci fatto innamorare nuovamente di Gwen prima che imparassimo a fare il tifo per lei. E poi, un Green Goblin semplicemente sublime – ma come tutta la famiglia Osborn in questa serie -, un Dottor Octopus eccezionale così come pure i vari Electro, Sandman, Rhino e Avvoltoio che assieme a Shocker in questa realtà formavano dei Sei autenticamente Sinistri; e infine un sottobosco criminale all’altezza di questo nome. Dal momento che apparteneva all’epoca ancora alla 20th Century Fox, non si poteva usare il personaggio di Kingpin, ma forse è stato meglio così o non avremmo mai avuto uno dei migliori Tombstone di tutti i tempi. Il tutto accompagnato dalle note della bellissima sigla dei “The Tender Box”. Note stonate? Non ce ne sono, solo qualche rimpianto dovuto alla brevità della serie, interrotta per le maledette questioni di diritti che ormai conosciamo fin troppo bene; il più grande di questi rimpianti è senza dubbio Venom il quale non è scritto male, anzi, risulta essere un villain terrificante e convincente ma troppo poco approfondito. Non gliene vogliamo agli autori, specialmente considerando che con la seconda stagione avevano già gettato le basi per Carnage e la Saga del Clone. E come si potrebbe avere qualcosa da ridire alla serie animata che comunque è riuscita ad adattare perfettamente Amazing Spider-Man #33, ovvero il “Capitolo Finale”?
Dove vederla: fino a qualche mese fa la serie era disponibile su Disney+ in Italia. Poi è scomparsa inspiegabilmente dai radar non solo nel nostro Paese, ma anche negli altri. Quindi o vi recuperate i DVD originali oppure… | Voto IMDb: 8.4 | Voto Rotten Tomatoes: 100% critica/84% pubblico
1° posizione: Spider-Man – The Animated Series (5 stagioni, 1994-1998)

Nello stesso mondo ideale dove The Spectacular Spider-Man è in prima posizione con le sue cinque stagioni e i due film, Spider-Man – The Animated Series (abbreviata in Spider-Man TAS) gli starebbe appena sotto. La serie animata degli anni ’90 – è proprio il caso di dirlo senza ironia – ha anche dei difetti. Ad esempio vi sfido a trovare un singolo personaggio maschile adulto che non abbia fatto uso di steroidi. A tratti sembra di assistere a una pubblicità di una dieta proteica o di una palestra in centro a Milano. Si avverte poi l’ingombrante vuoto lasciato da personaggi come Sandman (inutilizzabile a quanto pare per timore di questioni legali col Sandman della DC) ed Electro, quest’ultimo solo apparentemente recuperato alla fine, ma in maniera indiscutibilmente imbarazzante. E non tutti i villain classici di Spider-Man hanno ricevuto un trattamento equo: Kraven? Appena discreto ma in fin dei conti dimenticabile. L’Avvoltoio? Inserito solo per trasporre la versione che all’epoca svolazzava nei fumetti, una versione vecchio/giovane che oggi non ricorda più nessuno. Scorpion? Al di fuori del suo primo episodio, decisamente trascurabile. Perché allora Spider-Man TAS rimane saldamente al primo posto dopo tutti questi anni? E no, non c’entra la nostalgia canaglia dei nostri pomeriggi su Rai 1 con Solletico prima e Italia Uno poi e neanche quel capolavoro di sigla degli Aerosmith. TAS è ancora adesso la serie animata che ha osato di più e ha vinto la sfida del tempo. Perché gli strafalcioni e gli eccessi di TAS non sono frutto di pigrizia o di mala gestione, ma di una mente frizzante, dalla fervida immaginazione ed appassionata come solo gli anni ’90 potevano sfornare. Ricordatevi questo nome perché se oggi siamo dei Ragno-fan è grazie a John Semper Jr, sceneggiatore e produttore di TAS. A lui dobbiamo le prime apparizioni animate (e finora le migliori al di fuori dei fumetti) di Venom e Carnage a pochi anni dal loro esordio su carta. A lui dobbiamo la reinvenzione della mitologia del simbionte, che oggi tiene ancora banco in film e videogiochi. A lui dobbiamo una Saga del Clone più breve, organica e per questo forse anche più intensa di quella dei fumetti dello stesso decennio. A lui si deve soprattutto il Ragnoverso. Perché senza John Semper oggi non avremmo avuto Into e Across the Spider-Verse. Senza di lui Dan Slott non avrebbe mai scritto la trama di quel videogioco del 2010 ingiustamente sottovalutato che è Spider-Man: Shattered Dimensions, gioco che gli avrebbe permesso quattro anni dopo di riciclarne la trama nei fumetti. Senza John Semper oggi probabilmente non avremmo il Blade cinematografico e dopo Deadpool & Wolverine sappiamo tutti quanto siamo debitori a quel Blade. Senza John Semper e la sua Spider-Man – The Animated Series che tanto ha sperimentato (tutta la saga dell’incubo neogenico) e reinventato (la saga di Goblin) ma anche sapientemente adattato (qualcuno ha detto Guerre Segrete?) e perché no anche tradito e storpiato (un solo nome su tutti: Gwen Stacy), non avremmo la Marvel di oggi. E non avremmo neanche uno dei migliori se non il miglior finale di una serie animata basata su un fumetto di supereroi che si potesse chiedere. Talmente folle, quello sì, da essere geniale, commovente e difficilmente superabile.
Dove vederla: anche qui vale la pena recuperare la VPN con Disney+, sempre che non vogliate recuperarvi prima online la già menzionata collana di DVD della Gazzetta Incredibili Supereroi che contengono solo alcuni degli episodi della serie. Altri li potete trovare nei cinque DVD pubblicati dalla Buena Vista e anche così comunque non avreste la serie completa | Voto IMDb: 8.4 | Voto Rotten Tomatoes: 96% di gradimento del pubblico
Menzione Speciale: Spider-Woman (1 stagione, 1979)

Pur non essendo una serie animata di Spider-Man, la Spider-Woman del 1979 merita almeno di essere ricordata per essere legittimamente parte del Ragnoverso. Parliamo inoltre di una serie che vanta l’aver avuto tra i suoi produttori esecutivi nientemeno che Friz Freleng, il padre della Pantera Rosa animata oltre che di molti capolavori dei Looney Tunes. In realtà la Spider-Woman di Freleng non è tanto un adattamento del personaggio creato da Archie Goodwin e Marie Severin – di cui riprende comunque molti elementi: nome civile, aspetto fisico, costume e in minima parte le origini – ma una risposta in animazione al Batman di Adam West, di cui riprende quasi pedissequamente lo stile delle avventure e dei dialoghi («Per mille ragnatele!»). Jessica Drew è qui la principale editrice del Justice Magazine ed è aiutata dal goffo fotografo Jeff Hunt e il di lei nipotino Billly. Quando il pericolo chiamava, Jessica rispondeva trasformandosi in Spider-Woman. Molti i suoi poteri, la maggior parte dei quali mai visti nelle pagine dei fumetti, ma il potere più grande era la facoltà di aver sempre evitato una denuncia per plagio da parte di Lynda Carter durante le sue trasformazioni. Inoltre nel primo e nel settimo episodio compare come guest star anche il nostro amichevole Spider-Man di quartiere, probabilmente per ricordare a tutti che in quel mondo c’era anche lui. Vista oggi Spider-Woman è intrattenimento camp all’ennesima potenza, ma crediamo lo fosse già nel ’79.
Dove vederla: «Per mille ragnatele!» con la VPN potete vederla agilmente su Disney+! | Voto IMDb: 5.8 | Voto Rotten Tomatoes: 0% di gradimento del pubblico (dai sul serio?! questo è troppo severo persino per noi!)
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