Televisione resiliente – Il peso di 70 anni di televisivo
Continua ad essere prezioso il lavoro svolto dal CeRTA – Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore nel raccogliere, sistematizzare e analizzare i sempre più complessi numeri che circondano il “televisivo” italiano, restituendoli in forma di annuario che quest’anno porta il titolo Televisione Resiliente: il broadcasting 70 anni dopo, ricordando come la stagione qui mappata (settembre 2022 – agosto 2023) si affacci sull’importantissimo compleanno della Tv nel nostro Paese. Sulla scorta dell’annuario precedente, anche qui il CeRTA persegue l’obiettivo di dare forma alla “total audience”, ovvero di fotografare in maniera omogenea consumi che si danno sempre più frammentati e scomposti, difficilmente riportabili sotto parametri equivalenti; eppure quello che traspare dai dati raccolti e sistematizzati è che la “total audience” non è solo un’astrazione metrica, ma sta diventando sempre più una costante della fruizione televisiva.
Quello che mostra infatti l’annuario è, innanzitutto, una crescita generale delle quote produttive: se l’anno precedente ha mostrato un assestamento di curve inizialmente “drogate” dai periodi di lockdown, la stagione televisiva appena trascorsa evidenzia come le produzioni abbiano voluto spingere sulle proposte scripted e unscripted con un’attenta e misurata crescita nelle quantità, bilanciando un mercato in cui le piattaforme guidano il passo consolidando il proprio pubblico e confermando andamenti su generi e produzioni. In particolare, la televisione lineare si dimostra il contenitore ideale per la crescita dell’unscripted in tutte le sue forme, confermando un andamento verso il generalista che le piattaforme tendono a ricalcare.
Resta comunque preoccupante il dato anagrafico: nonostante l’offerta dedicata all’infanzia sui canali lineari (tematici e generalisti) sia sempre più importante, ricca e variegata, e nonostante i tentativi di incontro del pubblico “giovane” diano più che occasionalmente i risultati sperati, il divario generazionale di fronte al televisore non solo si conferma ampio, ma sembra accentuare una forbice difficilmente richiudibile, se non attraverso strategie di posizionamento integrato dei contenuti tra lineare e on-demand, che al momento vede alcuni esempi singoli (Mare Fuori su tutti, con numeri eccezionali) dare risultati di ritorno importanti, ma ancora limitati nella tenuta generale dell’intero comparto produttivo.
In tutto questo, la strada per la resilienza della televisione si mostra attraverso parametri non trascurabili che l’annuario del CeRTA mette in luce sottolineando l’importanza di uno sguardo totale sul consumo, che sappia mettere a sistema elementi altrimenti eterogenei: si mostra infatti sempre più televisivo il consumo di contenuti di più tipologie, ad esempio attraverso l’incremento delle Smart Tv nelle case italiane (il passaggio alla codifica DVB-T2 è stato cruciale), consumo per altro che diventa sempre più precisamente rilevabile, colorando un mosaico di fruizione che nel televisore mantiene un suo centro importante.
A questo si affianca uno spostamento delle abitudini del pubblico nei confronti del contenuto televisivo fruito on-demand: cala il consumo di contenuti parziali, con una significativa prevalenza del full content, il tutto come sintomo di alcuni momenti importanti della stagione 2022-2023, dal già citato successo streaming di Mare Fuori (che come tutti i prodotti scripted predilige un consumo full content) all’importanza dei contenuti sportivi, che ancora segnano il passo della PayTv (Sky ne è sempre più dipendente, specialmente nel comparto social) e che, con l’ingresso di DAZN nelle metriche, permettono di valutarne l’impatto sul lineare e sullo streaming, considerando che la stagione appena trascorsa ha visto la presenza dei Mondiali di Calcio nell’inedito periodo tra novembre e dicembre.
L’annuario 2023 del CeRTA fotografa comunque un istante irripetibile della stagionalità televisiva, mostrando in trasparenza degli equilibri necessariamente in cambiamento con l’annualità in corso: il cambio dei palinsesti generalisti, le modifiche dei piani di abbonamento dello streaming e la crescente presenza di device connessi nelle case porteranno inevitabilmente a ribaltamenti in più direzioni (ad esempio, nell’incidenza social dei diversi operatori lineari), che al momento si può solo ipotizzare leggendo tra le righe dei preziosissimi report contenuti nel volume di quest’anno. L’appuntamento è quindi per l’anno prossimo, in cui scopriremo come abbiamo acceso il televisore quest’anno e quanto di televisivo effettivamente permane nel nostro consumo, che si conferma sempre più totale.
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