
Daaaaaali! – La commedia surrealista dove tutto è il contrario di tutto | Venezia 80
Era prevedibile che da una personalità eclettica come quella di Quentin Dupieux potesse generarsi un film altrettanto ecclettico e creativo: Daaaaaali!, fuori concorso a Venezia 80, è una commedia scritta e diretta dal filmmaker e musicista francese facendo tesoro di tutta quell’esperienza maturata in decenni di cinema e album musicali prodotti tra Stati Uniti e Francia. L’alter ego musicale del regista, Mr. Oizo, sembra nascondersi in particolare dietro al senso del ritmo che questa sceneggiatura ha come enorme punto di forza.

Le premesse sono semplici: una giornalista francese cerca ripetutamente di intervistare il mitico Salvador Dalì, rimanendo risucchiata dal vortice gravitazionale di assurdità che sembra emanare dall’artista spagnolo. Le gag surreali e surrealiste che si susseguono per tutta la durata del film sono ritmate non solo dai tempi comici ben architettati in fase di scrittura e di ripresa, ma anche dall’avvicendarsi di vari attori che senza soluzione di continuità si dividono il compito di interpretare Dalì.
Dupieux ci accompagna e abbandona nella mente dell’artista e ci fa entrare nei suoi quadri, nei suoi pensieri sconclusionati, nella sua narcisistica voglia di apparire, di essere il centro di tutto (del dispositivo cinematografico e di quello televisivo soprattutto). Il ritratto impossibile di Dalì diventa sempre più la scusa per entrare in un sogno comico, nel volo pindarico di un regista che ha lasciato foglio e penna al proprio subconscio per costruire questo bellissimo ritratto. Perché parliamo proprio di un ritratto, forse l’unico possibile per restituire la figura di Dalì alle generazioni successive: una persona che si vedeva personaggio, sempre pronto ad andare in scena, affascinato dall’idea di essere guardato, ripreso e rivisto nei secoli dei secoli. Questo aspetto Dupieux lo rende benissimo, grazie a un cast a dir poco istrionico e a gag che credo possano diventare classici della comicità cinematografica.

Senza anticipare oltre (il film ha l’aria di essere uno di quelli capaci di inserirsi nelle fitte maglie della torva distribuzione italiana), Daaaaaali! è l’ennesima dimostrazione di come il cinema francese sia in grado di generare fenomeni, di sorprendere con concept/sceneggiature che forse altrove non troverebbero posto, di sicuro non in Italia, dove un film di questo tipo non si è mai visto in tempi più o meno recenti. Non c’è terreno fertile, probabilmente, sperando che il problema non sia una gravissima mancanza di idee alla base della nostra filiera produttiva, o meglio, del nostro movimento culturale.
Sempre ne esista uno.
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