
Solo chi sogna può volare – 70 anni di “Le avventure di Peter Pan” | Disney+ Revisited
Solo chi sogna può volare. E il 5 febbraio 1953, Walt Disney coinvolge lo spettatore in un sogno pedagogico sopra i tetti di Londra. Destinazione: l’Isola che Non C’è. Quattordicesimo classico della major di Topolino, Le avventure di Peter Pan è la pellicola che da 70 anni enfatizza il processo di crescita in un’ottica di equilibrio tra reale e fantasia. In vista del nuovo live action disponibile dal 28 Aprile su Disney+, rivivere la versione animata dell’opera di James Matthew Barrie significa riscoprire il suo valore nella cultura pop e il diritto di sognare.

Riprendendo l’espediente del viaggio onirico come mezzo di formazione, il film segue il percorso di crescita di Wendy Darling, bimba londinese che fatica ad accettare il passaggio al mondo adulto. Rispetto al gusto sofisticato e caotico del processo evolutivo già visto in Alice nel Paese delle Meraviglie (1951), la storyline di Wendy appare più a fuoco, reale, con una risoluzione finale che scioglie il suo dissidio: una smentita all’exuperiana memoria «Tutti i grand sono stati bambini. Ma pochi di essi se ne ricordano». La fanciulla infatti promette di crescere ma di continuare a celebrare la sua infanzia. Interessante è la contaminazione del mondo adulto che anticipa silenziosamente l’epilogo finale: nonostante la volontà di stasi, Wendy sperimenta il desiderio adolescenziale dell’amore quando vuole baciare Peter Pan, e il senso di maternità – vola all’Isola che Non C’è sia per divertirsi, sia per diventare la mamma dei bimbi sperduti.

In contrapposizione alla dinamicità della figura femminile, il personaggio di Peter Pan incarna solidamente l’entusiasmo dell’infanzia. Tenendo a mente le illustrazioni di Francis Donkin Bedford, la versione disneyana si presenta come un mitico elfo selvatico, un adolescente dalle orecchie a punta che spinge i fratelli Darling lontano dalle pressioni dell’epoca vittoriana. Peter Pan è il cuore pulsante del suo mondo, il primo cittadino che difende il suo dominio dalle forze nemiche e dal tempo. Non esita ad infliggere punizioni – l’esilio temporaneo di Trilli – e mostra il suo dissenso quando qualcuno decide di voler tornare a Londra. Eppure, dopo aver sperimentato la fedeltà dei Darling nel combattimento finale, è proprio lui a riaccompagnarli a casa. Certo che né lui né la sua isola saranno dimenticati, egli li lascia andare.

La pellicola si arricchisce poi di un corteo variegato di personaggi, tutti capaci di supportare le fila della trama generale in un districato labirinto di generi cinematografici differenti. Dalla commedia al genere Western, passando per il musical e per il cappa e spada, il film riesce a catturare il gioco e la sperimentazione di un’improvvisazione frazionata tipica dei sogni. I momenti più tesi vengono stemperati dalla comicità di alcuni personaggi (Capitan Uncino, Spugna e il Coccodrillo), anche se non mancano sequenze ricche di suspance (il salvataggio di Giglio Tigrato e il pacco bomba per Peter Pan). Gli abitanti dell’Isola vengono orchestrati sapientemente in un raffinato equilibrio che tiene lo spettatore incollato allo schermo.

Nonostante l’insoddisfazione del regista per la realizzazione del personaggio maschile, la pellicola rappresenta un caposaldo nella memoria dei fan della Casa di Topolino. Un po’ per il sapiente Disney Touch messo a punto negli anni, un po’ per il suo messaggio. Le avventure di Peter Pan è inoltre un Classico Disney importante in quanto ci permette da 70 anni di comprendere i sentimenti più intimi del cartoonist. Un legame viscerale, infantile ed imprescindibile: basti pensare che per la sequenza iniziale a casa Darling, il padre di Topolino prende come punto di partenza un disegno realizzato durante il periodo scolastico. Il patrimonio culturale di questa pellicola prende poi vita per volere di Walt anche nel parco a tema Disneyland: ancora oggi la ride verso l’Isola che Non C’è rappresenta una delle attrazioni più iconiche, al punto tale da essere replicata anche in altri parchi Disney.

La pellicola vanta inoltre un sequel (Ritorno all’Isola che non c’è, 2002), una serie spin-off dove ritornano gli antagonisti Uncino e Spugna (Jake e i Pirati dell’Isola che non c’è, 2011-2016) e una serie di prodotti del franchise Disney Fairies dove la fatina pin-up Trilli è l’iconica protagonista.

Evidenziata la rilevanza culturale nella memoria pop, l’imminente uscita del nuovo live action costituisce in parte un azzardo, in parte l’occasione per risolvere le accuse di razzismo che negli anni hanno ostracizzato la pellicola. Cercando di ascrivere la produzione nella sfera del politically correct, Peter Pan & Wendy (David Lowery, 2023) vuole permettere allo spettatore di riflettersi nei connotati fisici e caratteriali di almeno un personaggio, proponendo a tutti, nessuno escluso, di librarsi in volo verso i propri sogni. Seppur in linea con il messaggio originale, l’iconicità e la genialità della versione animata rimane e rimarrà la stella polare a cui puntare… O meglio, la seconda stella a destra, più luminosa di tutte.

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