
Le strade della creatività a Nòt Film Fest
La quarta giornata di Nòt Film Fest, il festival di cinema indipendente di Santarcangelo di Romagna che proseguirà fino al 28 agosto, ha avuto al suo centro un’indagine sulla creatività al giorno d’oggi, sui modi in cui l’uomo può esprimersi sfruttando le nuove piattaforme offerte dalla tecnologia ed evitando quelli che sono gli ostacoli più insidiosi per l’estro. Birdmen, fiero media partner di Nòt Film Fest, vi presenta due lungometraggi che intraprendono questa ricerca con due modus operandi completamente diversi, da una parte attraverso un documentario e dall’altra con una storia di finzione che ricalca molto da vicino la realtà.
Vi ricordiamo che è possibile recuperare i titoli presentati negli anni a Nòt Film Fest sulla piattaforma di streaming dedicata a cui è possibile accedere con una prova gratuita di sette giorni.

Why Are We (Not) Creative? di Hermann Vaske
Quando Hermann Vaske presentò Why Are We Creative? alle Giornate degli Autori nel 2018, si trattava della conclusione di un viaggio durato trent’anni. Partito da una ricerca personale, era finito per intervistare alcuni degli intellettuali più importanti del mondo per parlare di creatività. David Bowie, Wim Wenders, Yoko Ono, David Lynch, Nick Cave, Stephen Hawking, il Dalai Lama: questi solo alcuni dei tantissimi intervistati.
Al momento della presentazione, Marina Abramovic gli chiese su quale argomento si sarebbe soffermato dopo la fine di un’indagine così lunga e intensa. Qui nasce Why Are We (Not) Creative?, in concorso a Nòt Film Fest nella sezione SuperDoc Feature, dove Vaske decide di capovolgere la domanda di ricerca del primo lavoro, chiedendosi ora quali siano gli ostacoli e i nemici della creatività. Ne identifica sei – Censura, Auto-censura, Burocrazia, Compromesso, Distrazione, Guardiani – e questa volta preferisce allargare il suo focus di ricerca, rivolgendosi oltre che a un nutrito gruppo di luminari (spiccano i nomi di George R.R. Martin, Isabella Rossellini, Ken Loach, Jim Jarmusch, Terry Gilliam e tanti altri), a tantissimi attivisti che lo aiutano a comprendere i modi che la creatività offre per aggirare la censura.
Sebbene il documentario tenda spesso ad assumere un carattere eccessivamente didascalico e ripetitivo nello svolgimento di alcune interviste, Why Are We (Not) Creative?, grazie al suo sguardo profondamente radicato nella contemporaneità, dimostra quella che il regista definisce, usando un termine hegeliano, la sintesi dialettica degli opposti, ovvero come siano gli stessi ostacoli alla creatività a spingere l’uomo a creare.

The God of Internet (Bóg internetów) di Joanna Satanowska
Negli ultimi anni molti film hanno deciso di analizzare il mondo dei social con sguardo irreverente e critico al tempo stesso. Tra gli esempi più famosi ci sono Spree di Eugene Kotlyarenko, Mainstream di Gia Coppola e anche il recentissimo Not Okay di Quinn Shephard. La regista e co-sceneggiatrice Joanna Satanowska con The God of Internet, in concorso nella sezione Shooting Star Features grazie alla collaborazione del Polish Film Institute, realizza un semi-mockumentary su Kuba “Szark” Szarkowski (Adam Organista), un timido trentenne che ha come unico desiderio quello di diventare famoso. Decide allora di aprire un canale YouTube, grazie al supporto tecnico della sorella Iza (Joanna Fujarska). Kuba decide di dedicarsi ai video di scherzi, nonostante non riconosca bene cosa faccia ridere o meno il suo pubblico. Presto però, nella folle ricerca senza scrupoli del successo, cade nella più cieca stupidità.
Il grande merito di The God of Internet è la scelta di seguire il punto di vista di entrambi i fratelli, da una parte attraverso i video girati da Kuba per il suo canale e dall’altra grazie al reportage di Iza, che dapprima rappresenta un’occasione ulteriore per deridere l’aspirate YouTuber diventando poi un diario affettuoso del loro rapporto. Grazie all’attenzione verso la dimensione familiare, The God of Internet riesce a differenziarsi dai suoi predecessori, creando un punto di partenza importante per una discussione sugli effetti della fama al tempo dei social.
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