
Girl Picture – Un coming of age senza pregiudizio | Biografilm 2022
La nostra recensione di “Girl Picture” (Tytöt tytöt tytöt / Girl, Girl, Girl, 2022) di Alli Haapasalo, uno dei film in programma nella 18ª edizione di Biografilm Festival, di cui Birdmen Magazine è media partner. Qui potete leggere tutti i nostri articoli sul festival. Il film, vincitore del premio del pubblico nella sezione World Cinema Dramatic al Sundance Film Festival, sarà distribuito in Italia da I Wonder Pictures.
Tytöt tytöt tytöt, dice la regista Alli Haapasalo, in finlandese è una frase usata in tono paternalistico verso le ragazze. Non è difficile immaginare, anche al di fuori della Finlandia, il modo in cui si possa pronunciare “ragazza, ragazza, ragazza” per spingere alla vergogna, per sminuire, per giudicare. L’obiettivo di Haapasalo, quindi, è quello di riappropriarsi di questo modo di dire, conferendogli un nuovo tono e significato. Ed è proprio questa risemantizzazione che permette alle protagoniste di Girl Picture – questo il titolo internazionale del film – di esplorare la propria identità e sessualità senza giudizio e senza minacce esterne.

Le immagini in Academy ratio ci introducono nelle vite di Mimmi (Aamu Milonoff) e Rönkkö (Eleonoora Kauhanen), migliori amiche. La prima che incontriamo è Mimmi, in una sequenza che mette in luce il suo carattere scontroso e scostante, bilanciato in qualche modo dalla personalità estroversa e amichevole di Rönkkö. Le due adolescenti lavorano, dopo la scuola, in un chiosco di frullati al centro commerciale. È lì che Mimmi conosce Emma (Linnea Leino), che ha finora dedicato la sua vita al pattinaggio artistico in maniera praticamente totalizzante.
Mimmi ed Emma si gettano a capofitto in una travolgente storia d’amore, mentre Rönkkö – delusa dal non trovare piacere nel sesso, nonostante si senta attratta dagli uomini – segue il consiglio dell’amica e intraprende una serie di incontri alla ricerca del piacere sessuale. Il film è brutalmente onesto nel mostrare come questi incontri possano farsi imbarazzanti, ma non c’è in questo nessuna forma di giudizio e pregiudizio. Il mondo diegetico non è una minaccia nemmeno per la relazione lesbica di Emma e Mimmi.
Uno dei tropi più frequenti del genere coming-of-age è il conflitto esterno, la minaccia all’esternazione e alla ricerca della propria identità incarnata da un qualche personaggio giudicante o discriminante. Se per altri aspetti e convenzioni Girl Picture rientra pienamente nel genere, la sceneggiatura di Ilona Ahti e Daniela Hakulinen si tiene lontana da questo tropo. Il dramma e il conflitto, piuttosto, risiedono all’interno: nella crisi di Emma per non riuscire più ad eseguire il suo salto triplo lux, nelle aspettative troppo alte che la portano a sviluppare un’avversione verso la rigidità del suo stile di vita e a vedere Mimmi come una via di fuga; nella difficoltà di Mimmi a impegnarsi e a mostrarsi vulnerabile, derivante da questioni familiari; nella ricerca di Rönkkö dell’orgasmo, che è qualcosa che riguarda più se stessa che i suoi partner, per cui è significativo che il film non metta un punto fermo alla sua personale esplorazione del corpo e della sessualità. Niente di tutto questo viene sminuito come turba adolescenziale, le emozioni sono trattate come pienamente autentiche.
Il rapporto di amicizia tra Mimmi e Rönkkö, ognuna alle prese con le proprie esperienze e gli alti e bassi che ne conseguono, rimane importante anche quando non è messo in scena. Il film giustappone adeguatamente le due linee narrative, e il loro ritrovo al chiosco di frullati – dove non mancano di essere sincere e dirette l’una con l’altra – fa da contrappunto all’evoluzione della storia, che si dipana nel corso di tre venerdì.

Girl Picture è effettivamente il ritratto di un pezzo di vita di tre ragazze, realizzato con freschezza e intimità, capace di fare breccia nel cuore del pubblico: una storia di formazione alla scoperta del sapersi prendere cura e del sapere ascoltare le proprie emozioni, il proprio corpo, le altre persone.
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