
Loveling – Storia di una madre che guarda il figlio andare via
Con un debutto al Sundance Film Festival del 2018, Loveling (Benzinho) è un film scritto e diretto dal regista brasiliano Gustavo Pizzi, già conosciuto per Riscado (2010), disponibile in streaming su Eyelet e perfetto per chi cerca una storia d’amore famigliare in cui immedesimarsi, per chi adora i colori del Sudamerica e per chi si diverte ad analizzare inquadrature e scelte registiche con occhio critico.
Irene è madre di quattro figli, moglie di un uomo affettuoso e sorella di una donna in cerca di protezione da un marito violento. La storia è ambientata in Brasile ed è la storia di una famiglia povera che trova la felicità nelle cose piccole e semplici: la cena insieme intorno al tavolo, la caccia ai rospi in giardino, una giornata in spiaggia. L’importanza di quella quotidianità per l’equilibrio della famiglia – e di Irene stessa – è evidente sin dalle prime scene del film.

Irene: una donna che, seppur nel suo piccolo, sogna in grande
I suoi sogni vengono raccontati lentamente, svelati uno a uno nel corso della trama, così da percepire la fatica che hanno richiesto. Poco a poco, capiamo che Irene è figlia di una famiglia di collaboratori domestici, che sta finalmente per diplomarsi e che sta cercando di costruire una nuova casa per la sua famiglia, in attesa dei soldi per farlo.
È felice. Perché, capiamo, è piena di amore per i suoi figli, per suo marito e per sua sorella. Vive dell’amore che dà e che riceve. E non a caso Loveling, ovvero ‘amorevole’, è il titolo del film. La sua felicità inizia a piegarsi il giorno in cui Fernando, il primogenito, viene chiamato a giocare come professionista in una squadra di pallamano in Germania. Fernando dovrà trasferirsi e la stanchezza di Irene inizia ad esplodere.

Estou cansada. Sono stanca, dice Irene
Il regista Gustavo Pizzi è preciso nello studio dei tempi, dei suoni e delle inquadrature, così noi spettatori, già all’inizio del film, sentiamo la fatica di Irene come se fosse nostra. Noi, insieme a lei, cerchiamo un equilibrio che bilanci da una parte i suoi doveri di madre, che le chiedono di lasciare libero suo figlio, e dall’altra il suo bisogno personale di pensare Fernando come se fosse ancora un bambino con esigenze da bambino.
Ciascun elemento all’interno del film collabora a costruire la complessità del personaggio di Irene: i primi piani, il sonoro che accompagna i suoi pensieri, la bassa saturazione delle immagini. Guardando le scene susseguirsi, chiediamo con lei l’approvazione per la vita che è riuscita a costruire e viviamo realmente la difficoltà delle sue scelte e l’intensità della sindrome del nido vuoto che si manifesta con alti e bassi.

Ma Irene – e noi con lei – chiede a se stessa di essere ragionevole
Così tutto ci appare amaro ma non triste. Viviamo le vicende dell’intera famiglia con un sorriso sulle labbra e con i colori e le atmosfere del Brasile di periferia sullo sfondo. I rossi, i verdi, i blu, insieme alle strade rotte dalle radici degli alberi troppo grandi per trattenersi nell’asfalto, raccontano una situazione povera, essenziale, che permette di concentrarsi sulle storie dei singoli personaggi. E l’umore di Irene, felice ma tormentato, ci sembra naturale, comprensibile, grazie anche alla bellissima interpretazione di Karine Teles (che firma la sceneggiatura insieme al regista).
Loveling è un film con una trama semplice. Ma nella linearità e nella brevità dei tempi in cui si susseguono gli eventi, è inevitabile immedesimarsi nelle difficoltà di una genitrice e di un genitore che devono scegliere che priorità dare alla realizzazione dei propri sogni e di quelli dei propri figli.
È travolgente, così come lo sono le migliori storie d’amore.
Loveling è disponibile sulla piattaforma streaming di Birdmen, creata in collaborazione co Eyelet, una piattaforma da poco arrivata in Italia e votata al cinema d’autore e festivaliero. Lo trovate qui:
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