
Delirio di una notte d’estate – In viaggio con Shakespeare e gli Scatenati
Delirio di una notte d’estate ha debuttato sulla scena del Teatro Ivo Chiesa di Genova per poi proseguire al Teatro dell’Arca. La compagnia gli Scatenati, formata da attori detenuti nella casa circondariale di Genova Marassi, propone al pubblico una libera rivisitazione di Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare a partire dallo studio della trama in chiave contemporanea, grazie alle suggestioni proposte dai registi Fabrizio Gambineri e Sandro Baldacci. Il titolo della rivisitazione parla chiaro: è un mondo strambo e delirante quello in cui il pubblico si trova immerso a partire dalla prima scena, dove, catapultati nello spazio e circondati da pianeti, avviene la conoscenza di un bizzarro personaggio: il folletto Puck. Costui ricoprirà il ruolo di personificazione di prologo ed epilogo e avrà, grazie al potere delle sue droghe e pozioni, un ruolo determinante all’interno di tutta la vicenda.

Per quanto riguarda la trama, il susseguirsi degli eventi rimanda piuttosto fedelmente alla commedia shakespeariana, arricchendola con numerosi dettagli di scena che conducono lo spettatore lungo quello che potremmo definire un viaggio temporale attraverso epoche disparate. La storia si svolge durante la notte che precede il giorno della festa di mezza estate per la quale sono previste importanti celebrazioni e ruota intorno alle vicende di tre coppie. La prima è formata da Oberon e Titania che, se un tempo sono stati amanti, ora sono separati da forte astio causato dall’infedeltà reciproca. Troviamo poi i giovani Ermia e Lisandro, innamorati, ma costretti a scappare per essere felici a causa del volere del padre di Ermia che, per ragioni di utile, vuole dare la figlia in sposa a Demetrio. L’ultima coppia è quella di Demetrio ed Elena: mentre il primo ama Ermia e non vuole avere a che fare con l’infelice Elena, ella è disperatamente innamorata di lui, e cerca in ogni modo di conquistarlo.

Se quella appena presentata è la situazione di partenza le cose cambieranno notevolmente e con scenari imprevisti ed esilaranti nel momento in cui il folletto Puck dispenserà a diversi personaggi la Cantarellina, una droga che fa sì che chi la assume si innamori della prima persona che vede. Tra colpi di scena, inseguimenti, duelli mancati e molti svenimenti nel bosco a causa delle droghe di Puck, la storia volgerà, nonostante tutto, a un lieto fine.
Il viaggio indietro nel tempo comincia sin dalla prima scena: Il recupero di una figura, in questo caso il folletto Puck, che apre e chiude la commedia è tipico della Grecia antica. La performance stessa è una rivisitazione di un’opera dell’Inghilterra vittoriana e si scorgono inoltre diversi elementi derivanti dalla commedia dell’arte quali, ad esempio, l’accento bolognese di due anziane e comiche damigelle. É noto infatti che l’accento del capoluogo emiliano venisse utilizzato per personaggi anziani e spesso comici oltre che saccenti (come nel caso del Dottor Balanzone). Il fatto che quest’ultime siano interpretate da due uomini riporta inoltre a un comune uso della storia teatrale che precede la commedia dell’arte. Non da ultimo la citazione “non tutti sono perfetti”, detta da una damigella nel momento in cui viene accusata di essere un uomo da chi rifiuta le sue avances, è un felice rimando alla commedia del 1959 A qualcuno piace caldo.
Ponendo l’attenzione sugli abiti di scena si può notare che questi non rimandano a un contesto o un’epoca omogenea per tutti i personaggi, ma sono anzi molto diversi tra loro. Se al folletto Puck appartiene un abbigliamento tendente al dark, Ermia viaggia più su uno stile pop anni 2000, diversamente ancora da Oberon o Titania che, sui toni del bianco e del rosso, richiamano l’esuberanza delle rockstar.
In linea con la tendenza ai neologismi shakespeariani un linguaggio particolare e studiato accomuna tutti i personaggi: frequenti sono i particolari processi di derivazione che trasformano i sostantivi in verbi, come nell’espressione “orecchiami bene!”, “occhieggiare” o “assonnarsi” che si sommano a parole e modi di dire stralunati.

Infine merita sicuramente uno spazio di approfondimento la presentazione del Teatro dell’Arca e del percorso teatrale che ha portato alla messa in scena di questo e altri spettacoli. Il Teatro dell’Arca è una sala polifunzionale dotata di un palco e una platea che è stata realizzata dall’associazione Teatro Necessario Onlus. È stato inaugurato nel 2016 con lo scopo di garantire un percorso continuativo ai partecipanti del laboratorio teatrale che già si svolgeva nella casa circondariale genovese. Delirio di una notte d’estate infatti non è che uno dei diversi spettacoli portati in scena dalla compagnia, il primo dei quali ha calcato il palco del teatro Gustavo Modena nel 2006 con il titolo Scatenati che è poi divenuto il nome della compagnia formatasi appena un anno prima. Il Teatro dell’Arca è l’unico teatro in Europa costruito all’interno di un carcere ed è risorsa preziosissima all’interno del progetto. Seguendo la linea di lavoro e pensiero del teatro sociale integrato i partecipanti sono portati a confrontarsi con i propri limiti e a riscoprire le proprie possibilità all’interno del gioco teatrale che, in quanto luogo di relazione e crescita personale, non può che essere considerato una risorsa preziosa per la società.
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