
Al 66% si lavora bene? Lopez e Solenghi a teatro
Una lunga tournée li ha portati in giro per l’Italia, approdando con il Massimo Lopez e Tullio Solenghi Show anche al Teatro Fraschini di Pavia, il 9 aprile 2022: Tullio Solenghi e Massimo Lopez, due vecchi amici, di nuovo in scena, in uno spettacolo che accoglie giocosamente un’eco del mondo americano – lo show del titolo – con l’arguto sguardo di due attori di lungo corso.
Perseguendo una formula collaudata dai loro numerosi successi, l’inizio è all’insegna della moltiplicazione dei problemi. Quale spettacolo fare? Tradizionale oppure sperimentale? Un frizzante show americano o un classico shakespeariano? Pretesti con i quali i due attori articolano la scena, dividendosi il palco e rafforzando una volta di più l’immagine di una salda amicizia che è prima di tutto un riuscito sodalizio professionale.
Un’effervescente carrellata di voci, imitazioni, sketch, performance musicali, improvvisazioni, senza mai interrompere il dialogo con il pubblico chiamato costantemente in causa. In quasi due ore di spettacolo, si offrono alla platea con il loro inconfondibile stile, ormai quasi un “marchio di fabbrica”. Una volta di più Lopez mostra la sua straordinaria capacità di animare il proprio corpo all’insegna del comico: scompone, segmenta, articola ogni gesto per produrre le sue clonazioni, da Patty Pravo a Papa Ratzinger. Una volta di più Solenghi tempera il brio incandescente del collega, dà un equilibrio che esalta la forza comica del loro spettacolo

Nonostante l’equilibrio formale sia ben calibrato, questo ben orchestrato duo è bello a vedersi, ma ha un sapore museale. I due compiono un’attività di recupero archeologico nel loro repertorio, complice certamente la lunga carriera, sicché ogni gesto ha il sapore di un déjà vu e lo spettatore più affezionato è in grado di predire le mosse dei due attori. Lo spettacolo sembra essere un trionfo di tecnica, ma in alcuni momenti parrebbe mancargli quasi un’anima.
Forse Lopez e Solenghi lo sanno, per questo, a spettacolo quasi concluso, suggellano il loro lavoro con un nome: Anna Marchesini. È stato Lopez a identificare nell’attrice l’anima dello storico Trio, quel quid in più in grado di vivificare ogni scena. Se, pur in assenza di Anna, l’immagine del Trio persiste in questo duo, se 100 è il Trio, concretamente in scena abbiamo il 66%. Uno occhio attento, forse anche più nostalgico, percepisce uno scarto, una sorta di secondo spettacolo che viaggia dietro la veste del primo, uno spettacolo potenziale in cui in scena si è in tre e non in due.

Lo show va guardato con la consapevolezza di star osservando chi ha camminato tanto sul palco. Siamo di fronte a due attori che possono permettersi il lusso di citarsi più volte, di costruire uno spettacolo in cui esibire smaccatamente il proprio talento, strizzando l’occhio al loro passato senza mai la malinconia di un viaggio lungo un viale al tramonto. Al 66 % si lavora ancora bene è l’ha dimostrato il plauso di un teatro che, una volta di più, è pieno per i due comici.
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista