
Valeria Valeri: una vita per il teatro
«L’unica cosa che rimpiango è questa vita così breve. Mi sono indebitata per
riempirmi la casa di libri, e penso che probabilmente non avrò il tempo di leggerli».
Valeria Tulli, meglio conosciuta come Valeria Valeri, esordiva così in un’intervista condotta da Laura Gabbiano del 1983. Donna dal forte carisma e pioniera della scena teatrale italiana, la Tulli si è sempre mossa lungo tutta la sua carriera in diversi ambienti: dal cinema, al doppiaggio, fino al piccolo schermo. Da Il giornalino di Gian Burrasca sino a qualche episodio del celeberrimo Un medico in famiglia, di tipico rodaggio italiano. La si ricorda anche per la voce italiana di Mary Poppins, (essendo stata la doppiatrice di Julie Andrews), della psichiatra Taylor in Arancia Meccanica, di Maggie Smith e Diana Douglas, nonché di tante altre icone di un cinema intramontabile, alle quali ha donato toni inconfondibili, viste le grandi doti da modulatrice di voce che la caratterizzavano.
Dopo tanti successi, il sipario sul palco si chiude e Valeria Tulli si spegne a Roma, nella giornata di ieri, all’età di novantasette anni.
Esordisce da giovane a Forlì, dove recita nella compagnia di Laura Carli dalla fine degli anni quaranta. Questo precoce legame con il teatro è solo l’inizio di una storia fatta d’amore e passione che, per tutta la vita, la vedrà protagonista in numerosi palchi italiani. Accompagnata da personaggi illustri diventa, anno dopo anno, una delle interpreti più amate nelle commedie teatrali brillanti, grande amante del teatro di prosa.
Dal Mercante di Venezia alle opere di Čechov e Dostoevskij, passando anche per gli italiani Fabbri e Praga, si unisce prima alla Compagnia del Teatro Stabile di Genova, per poi entrare nella Compagnia Attori Associati. È qui che incontra il suo compagno di scena e di vita, Enrico Maria Salerno: un affetto che ricorda per la grande intensità quello tra Franca Rame e Dario Fo, altra grande coppia del teatro italiano. Da questo rapporto nasce la figlia Chiara, che continuerà la professione dei genitori. Questi ultimi reciteranno insieme, tra l’altro, anche nella serie televisiva La famiglia Benvenuti, andata in onda negli anni sessanta, fondamentale per lo sviluppo delle successive fiction italiane, anche moderne: scritta appositamente per la televisione da Alfredo Giannetti, sceneggiatore e regista, è ricordata principalmente per la sua rappresentazione precisa della classe media italiana negli anni settanta. Il progetto non solo ha un successo clamoroso, grazie alla bravura dei suoi attori, ma può anche vantare uno sperimentalismo insolito per l’epoca: due stagioni, l’una in bianco e nero e l’altra a colori, nonostante la Rai non fosse ancora abilitata a questo tipo di proiezioni. Una carriera, quella della coppia, che grazie a questo lavoro prenderà velocemente il volo, in seguito al successo e all’impatto avuti sul grande pubblico.
«Il teatro continua ad essere più drammatico che comico perché in Italia
c’è la mania di etichettare come cultura lo spettacolo impegnato».
Parallelamente, le collaborazioni della Tulli proseguono con grandi nomi, in quegli anni acclamati dallo star system italiano: primo tra tutti Alberto Lupo, con La vita è sogno di Pedro Calderón de la Barca o, anni più tardi, con Paolo Ferrari. Quest’ultimo fu anche grande partner artistico dell’attrice in testi come Fiore di Cactus o in Sinceramente Bugiardi, che venne portato in tournée accompagnato anche dall’interpretazione della figlia Chiara. La fortuna di Valeria Tulli è inarrestabile e nel 2012 vince addirittura l’Alabarda d’oro per il teatro, continuando la sua carriera sino al suo ritiro, nel 2016, con Love Letters.
Una vita interamente dedicata allo spettacolo quindi, che trova spazio anche per realizzazioni cinematografiche, le quali la videro impegnata sino ai primi anni ottanta, seppure mai in produzioni di grande rilievo. Ricordata soprattutto per i giochi con cui plasmava la propria inclinazione vocale, i quali erano spesso cantilene o storpiature che prendevano il nome di “birignao” e che la resero ancor più unica nella sua attività.
Novantasette anni di premi e riconoscimenti: una vita di arte, teatro e spettacolo, Valeria Valeri è stata una colonna portante del patrimonio artistico italiano; il teatro, che è il luogo dove ogni mondo possibile diventa reale, porterà su di sé la firma di questa pioniera che ha contribuito ad abitarne gli spazi.
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