
La stagione teatrale 2021 di Triennale Milano
La Stagione 2021 di Triennale Milano Teatro, diretta da Umberto Angelini, presenta alcune delle figure più affascinanti del panorama nazionale e internazionale con lavori che interrogano il senso della nostra epoca. Quali responsabilità e quali libertà di fronte alla legge? Come rispondere alla violenza del presente? Quale spazio poetico la natura dischiude alle nostre vite? stagione Triennale Milano Teatro
Il Presidente di Triennale Milano Stefano Boeri dichiara: “Dopo una straordinaria edizione del festival FOG – che da maggio a luglio ha dialogato con gli appuntamenti di Triennale Estate – presentiamo la nostra Stagione Teatrale, che segna un momento di ripartenza e di ritorno alla programmazione abituale.“
Uno sguardo al programma
Mercoledì 6 ottobre alle 19.00 a dare inizio alla programmazione di Triennale Milano Teatro è Radio Raheem, web radio indipendente nata nel 2017. Un’innovativa antenna culturale che prende ispirazione da esperienze internazionali consolidate quali NTS a Londra, The Lot Radio a New York e Red Light Radio ad Amsterdam per creare e veicolare contenuti, stimolando il dialogo e connettendo tra loro persone, scene culturali e generi musicali. Un’occasione unica per stare nuovamente insieme ed esplorare le sonorità contemporanee.
Protagonista della serata, a pochi giorni dall’uscita del suo nuovo album Epsilon, Jolly Mare (alias artistico di Fabrizio Martina), che in duo con il chitarrista e compositore Francesco Neglia proporrà un set live che coniuga gli esperimenti ritmici della precedente uscita Logica Natura con le armonie e le canzoni dell’ultimo disco.

Il 12–13 ottobre alle 19.30 andrà in scena la prima italiana di 3 Annonciations scritto e diretto da Pascal Rambert. Il lavoro è diviso in tre atti, che rappresentano tre differenti luoghi e tempi della storia, dal Quattrocento italiano alla Semana Santa spagnola a un futuro remoto. Sul palco tre attrici che, ciascuna nella propria madrelingua, interpretano a turno l’Arcangelo, rivendicando il mistero dell’Annunciazione. Ciascuna di esse si rivolge agli spettatori in maniera diretta e familiare, con un messaggio insieme personale e pubblico. Tre “discorsi performativi” che sollevano ancora una volta una questione centrale nel teatro di Rambert: il potere del linguaggio, capace di passare dalla violenza distruttiva all’amore.
Quale può essere oggi l’oggetto dell’Annunciazione? Cosa può essere predetto riguardo al mondo: l’inesorabile catastrofe ecologica? La fine del mondo? L’alba di una nuova era?
Tre monologhi che indagano nel profondo questo incontro per proiettarlo sull’oggi, il pubblico posto in una posizione di ascolto, diventa il destinatario della rivelazione.

Il 21-31 ottobre si terrà la sesta edizione di JAZZMI: il festival in appena cinque anni ha saputo riportare il grande jazz a Milano, torna per presentare in città il meglio del jazz internazionale, mantenendo la sua formula vincente fatta non solo di musica, ma anche di uno storytelling che racconta le trasformazioni di Milano declinando il jazz, la sua storia e le sue evoluzioni.
Cuore pulsante del festival è anche quest’anno Triennale Milano Teatro che, dalla prima edizione nel 2016, ospita artisti del calibro di Enrico Rava, James Senese, Jason Moran, Rymden, Enrico Intra, Camille Bertault, Yazz Ahmed, Imogen Heap, Antonio Sanchez, Abdullah Ibrahim, Kenny Barron, Madeleine Peyroux, Trio Bobo e tanti altri.

Dal 04 al 06 novembre alle 19.30 andrà in scena la prima milanese dello spettacolo Tutto brucia dei Motus. Il titolo del nuovo lavoro della formazione guidata da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò evoca le parole di Cassandra, una delle figure femminili più scomode nella letteratura tragica, nella riscrittura delle Troiane di Jean Paul Sartre: una frase che mette a nudo la traiettoria di questo progetto. “Tutto brucia” dice Cassandra nella sua premonizione dell’incendio di Troia. La mitologia si intreccia con il presente: il destino della profetessa condannata a non essere mai creduta si rispecchia nella predizione della scienza.
Così come la pandemia e il disastro climatico segnano la fine di un’epoca: durante il lockdown, le cerimonie per i morti sono state sospese, e i corpi sono stati sepolti di nascosto, senza saluto, e lo stesso accade ogni giorno per i corpi migranti morti in mare, per i clandestini o per le prostitute giustiziate dal sistema della tratta: quali vite contano dunque? Cosa rende una vita degna di lutto? Motus parte da queste domande per costruire Tutto Brucia: uno spettacolo di straordinaria attualità e potenza.

Dall’11–14 novembre da giovedì-sabato alle 19.30 e domenica alle 16.00, andrà in scena la prima nazionale di Bros ideato da Romeo Castellucci, grand Invité di Triennale Milano per il quadriennio 2021-2024. I protagonisti di Bros sono un gruppo di uomini anonimi, reclutati per andare in scena senza aver imparato la parte: hanno sottoscritto un patto in cui si impegnano a seguire comandi, a compiere azioni senza capire, né prepararsi, ricevendo ordini tramite un auricolare. In questa temporalità strozzata, che riduce tutto a un presente assoluto, la comicità dei loro gesti frenetici e impreparati si mescola alla violenza della loro esperienza di alienazione. Tutti sanno esattamente cosa fare, ma chi sono? Cosa fanno? Ci accorgiamo che, nel loro essere individui, sono, in realtà, simili. Sono tutti fratelli e indossano la divisa da poliziotto. Bros è un esame profondo della responsabilità individuale e collettiva e del nostro rapporto con la legge.

Dal 15-16 dicembre alle 19.30 andrà in scena la prima italiana di Hamlet ideato da Dewey Dell, collettivo composto da Teodora, Agata e Demetrio Castellucci insieme ad Eugenio Resta. Hamlet è una riflessione sul concetto di figlio: essere figli è una caratteristica imprescindibile all’esistenza umana. Nasciamo da altri, da cui ereditiamo un’origine e da cui impariamo a vivere procedendo per modelli imitativi, proprio come alcuni animali.
Al centro della riflessione di Dewey Dell c’è il personaggio di Amleto, incastrato in un comando di vendetta che il proprio padre gli ha imposto, ma che lui non riesce a portare a termine, fino all’ultima scena della tragedia, quando ormai è troppo tardi. Dall’apparente incapacità del figlio Amleto ad agire si sviluppa l’idea di questo spettacolo, che traduce in immagini suggestive il difficile processo di individuazione di una persona, mettendo in scena, la strada tortuosa percorsa da Amleto per diventare se stesso. stagione Triennale Milano Teatro
Per ulteriori informazioni qui trovate il programma completo della stagione teatrale.

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