
Nòt Film Fest 2021 – La paura e l’esperienza adolescenziale
Fino al 29 agosto, la città di Santarcangelo di Romagna sarà animata dal Nòt Film Fest, il festival dedicato al cinema indipendente giunto quest’anno alla sua quarta edizione. Con 173 film, di cui 166 première, provenienti da 40 paesi differenti, l’evento propone al pubblico una selezione eclettica, che viaggia tra generi e formati diversi: si può iniziare la giornata con l’iniziativa Docu a Colazione, dove la visione di due documentari è accompagnata da un caffè offerto dal festival, per passare poi a una selezione di cortometraggi d’animazione o provenienti da oltre Europa e infine concludere con la visione di un video musicale presso il Castle Bar. Per muoversi nella fitta offerta del Nòt Film Fest, di cui Birdmen è fiero media partner, abbiamo selezionato per voi due corti e due lunghi dalla seconda giornata del festival.

FEAR (Ivaylo Hristov, 2020, Bulgaria)
In competizione nella sezione Moonwalker Features, Fear si propone di esplorare il sentimento indicato nel titolo in una delle sue manifestazioni più insensate e al contempo deleterie: il razzismo. Quando Svetla (Svetlana Yancheva), una vedova disoccupata, incontra Bamba (Michael Fleming), un giovane ragazzo africano desideroso di arrivare in Germania, e si offre di ospitarlo, il paese, guidato da un gruppo di poliziotti, non accetta la presenza di un migrante e prova a cacciarlo con continue minacce, sempre più violente e feroci. Il film desidera mettere in luce la mentalità chiusa e conservatrice delle regioni più remote d’Europa, che porta a vedere qualsiasi elemento estraneo come una minaccia da annientare. Svetla, invece, trova nel rapporto con Bamba, ostacolato da evidenti barriere linguistiche (lei parla bulgaro e lui solo inglese) la serenità che stava cercando ed è disposta a lottare per preservarla. La sceneggiatura, firmata dallo stesso Hristov, manca tuttavia del coraggio necessario e sembra schivare i temi più politici, cercando di addolcirli con l’umorismo e un finale eccessivamente ambiguo.

SLOAN HEARTS NECKFACE (Justin Fair, 2020, USA)
Presentato al Tribeca Film Festival del 2020, arriva a Nòt Film Fest in anteprima europea Sloan Hearts Neckface, presentato nella sezione Young Jury Shorts. Mentre le sue coetanee si innamorano di cantanti o attori, Sloan (Clara Mamet) cerca di conquistare l’attenzione di un writer anonimo (Raúl Castillo), lasciandogli lettere o alterando i suoi graffiti. Quando lui reagisce all’eccessiva perseveranza della ragazza, il loro rapporto si complica tra mezze verità, intrighi e scarpe rubate. La storia di Sloan Hearts Neckface viene raccontata esclusivamente tramite le lettere che i protagonisti si scambiano, ma la recitazione quasi caricaturale da parte del cast riesce a intrattenere e a coinvolgere lo spettatore. Il cortometraggio di Justin Fair sfrutta un approccio fumettistico anche nello stile per portare sullo schermo un amore ai limiti dell’ossessione, senza mai cadere nel grottesco.

FURLOUGH (Phoebe Tonkin, 2019, Australia)
L’attrice, nota al grande pubblico per il ruolo di Hayley in The Originals, debutta alla regia con Furlough, cortometraggio presentato a Nòt Film Fest in anteprima italiana nella sezione Shooting Star Shorts. Due sorelle adolescenti, Sara ed Ella (Markella Kavenagh e Milly Alcock), decidono di partire per un’avventura, lontane dalla supervisione dei genitori e in cerca di libertà ed esperienze nuove. Il cortometraggio sembra essere il diretto discendente di Babyteeth, diretto e scritto dalla regista australiana Shannon Murphy e in questi giorni nelle sale italiane. Entrambi desiderano portare sullo schermo delle giovani donne ribelli, disposte a vivere la loro vita lontane dalle regole imposte dalla società, ma sia in Babyteeth che in Furlough dietro questa libertà si nasconde uno scopo più profondo.

HIGHWAY ONE (Jaclyn Bethany, 2021, USA)
In competizione nella sezione Shooting Stars Features, il film di Jaclyn Bethany (in anteprima europea a Nòt Film Fest) è ambientato nella cittadina di Cambria, un luogo cristallizzato nel tempo dove nulla sembra cambiare. Solo Nina (Juliette Labelle) è stata capace di allontanarsi per inseguire le sue aspirazione da attrice a New York. Il suo inaspettato ritorno a Cambria durante una festa di Capodanno organizzata dall’amica Anna (Marié Botha) porta in superficie tensioni dimenticate e sentimenti soppressi. Jaclyn Bethany rende la festa il palcoscenico per un andirivieni di personaggi, ciascuno tormentato dai suoi problemi personali. Tra relazioni distrutte e amicizie minacciate, la sceneggiatura fa fatica a trovare uno spazio per ogni storia e rischia di far passare in secondo piano la stessa Nina, ma riesce tuttavia a compensare grazie a un humor attento alla sfera adolescenziale. Highway One, prodotto dall’italiana Rebecca Morandi, potrebbe essere un semplice film sull’esperienza adolescenziale come sembra prefissarsi fin dall’inizio, ma sceglie sul finale di optare per un colpo di scena che non trova purtroppo una vera spiegazione e rischia piuttosto di confondere e frustare lo spettatore.
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